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LA DENUNCIA. I sindacati dei medici chiedono alla Regione di vigilare sugli atti dei direttori generali.
«La riforma sanitaria è disapplicata»
«Ci doveva essere una più razionale risposta alla domanda di salute dei cittadini: niente di tutto questo».
«La maggior parte dei direttori generali della sanità catanese disattende le indicazioni emanate dall’assessorato regionale per l’attuazione piena ed efficace della Legge di riforma 5. Si rischia di rendere monca la riforma, di fare ulteriori sprechi e di far ricadere le conseguenze sull’utenza».
Lo hanno denunciato ieri, nel corso di una conferenza stampa svoltasi all’Ordine dei medici di Catania, le organizzazioni sindacali rappresentative della dirigenza medica e veterinaria della provincia (Anaao, Assomed, Anpo, Cgil Medici, Cimo Asmd, Cisl Medici, Fassid, Uil Medici, Fvm) Le segreterie provinciali dei sindacati hanno quindi scritto al presidente della Regione, all’assessore regionale alla Sanità, al prefetto, al presidente della Commissione legislativa Sanità all’Ars e al presidente dell’Ordine per rappresentare la propria preoccupazione sul metodo con cui viene portata avanti la riforma sanitaria in Sicilia e, specificatamente, a Catania. E, soprattutto, per denunciare il ricorso ancora a incarichi esterni con aggravamento della spesa. «C’è in atto un grave momento di crisi dei rapporti sindacali con le direzioni generali delle Aziende sanitarie catanesi – dicono all’unisono Marcello Grasso (Fvm), Filippo Bentivegna (Uil Medici), Riccardo Spampinato (Cimo), Pietro Cortese (Cisl Medici), Pino Liberti (Anaao), Dario Nicolosi (Anpo) e Renato Scifo (Cgil Medici) – e questo rischia di vanificare lo spirito della riforma sanitaria regionale che prevedeva l’erogazione di una più razionale risposta alla domanda di salute dei cittadini, in quanto articolata su un livello territoriale prima ancora del ridimensionamento della rete ospedaliera e che tenesse conto anche delle specifiche produttività delle singole aziende».
Per i sindacati dei medici «la responsabilità della politica non può ricadere sulle spalle degli operatori sanitari e dell’utenza, senza alcun coinvolgimento partecipativo delle parti sociali. Cosa disattesa dalla maggior parte dei direttori generali della sanità catanese». «Si continua a disattendere – aggiungono poi – uno degli elementi chiavi del Piano di Rientro concernente la razionalizzazione della spesa: infatti continuano a essere conferiti incarichi pur in presenza di professionalità interne alle Aziende che possono essere proficuamente utilizzate consentendo notevoli risparmi; e tutto ciò nonostante l’assessorato abbia ripetutamente impegnato i direttori generali a evitare aggravi di spesa».
Le organizzazioni sindacali mediche e veterinarie hanno così deciso di costituire autonomamente il tavolo permanente di studio, confronto e proposte, previsto dall’accordo del 16 febbraio. Nello stesso tempo hanno proclamato lo stato di agitazione «contro l’arroganza di quei direttori generali che hanno tenuto un comportamento antisindacale con l’intento di mortificare e vanificare il lavoro delle organizzazioni sindacali». Le organizzazioni sindacali chiedono con forza la verifica, da parte dell’assessorato, degli atti deliberati dai direttori generali e della loro legittimità. E anche la destituzione di quei direttori generali che, a seguito della verifica, abbiano deliberato atti illegittimi e non in linea con le indicazioni del piano di rientro e dell’assessorato.
Lungo e articolato l’elenco delle altre denunce di Anaao, Assomed, Anpo, Cgil Medici, Cimo Asmd, Cisl Medici, Fassid, Uil Medici, Fvm: a oggi non si è avuta una rimodulazione provinciale preventiva dei posti letto per acuti, riabilitazione e post-acuti; molte aziende non solo hanno deliberato autonomamente senza preventiva consultazione delle organizzazioni sindacali disattendendo le indicazioni dell’assessore alla Sanità, ma a tutt’oggi qualche direttore generale non ha voluto neanche rilasciare copia della deliberazione; disattendendo espressamente l’accordo con i sindacati, i direttori generali non stanno attivando i tavoli di preventivo confronto; il coordinamento dei direttori generali esclude le organizzazioni sindacali che da tempo lo richiedevano, da ogni coinvolgimento informativo e eventualmente propositivo; i recenti atti di rimodulazione della rete ospedaliera sono stati deliberati in assenza di qualsiasi preventivo confronto con i sindacati; non è stata effettuata la preventiva contrattazione su temi quali l’intramoenia, la predisposizione dei fondi, tematiche per le quali la contrattazione è obbligatoria; il sindacato non viene interpellato per il confronto sulla formulazione degli atti aziendali
Lo hanno denunciato ieri, nel corso di una conferenza stampa svoltasi all’Ordine dei medici di Catania, le organizzazioni sindacali rappresentative della dirigenza medica e veterinaria della provincia (Anaao, Assomed, Anpo, Cgil Medici, Cimo Asmd, Cisl Medici, Fassid, Uil Medici, Fvm) Le segreterie provinciali dei sindacati hanno quindi scritto al presidente della Regione, all’assessore regionale alla Sanità, al prefetto, al presidente della Commissione legislativa Sanità all’Ars e al presidente dell’Ordine per rappresentare la propria preoccupazione sul metodo con cui viene portata avanti la riforma sanitaria in Sicilia e, specificatamente, a Catania. E, soprattutto, per denunciare il ricorso ancora a incarichi esterni con aggravamento della spesa. «C’è in atto un grave momento di crisi dei rapporti sindacali con le direzioni generali delle Aziende sanitarie catanesi – dicono all’unisono Marcello Grasso (Fvm), Filippo Bentivegna (Uil Medici), Riccardo Spampinato (Cimo), Pietro Cortese (Cisl Medici), Pino Liberti (Anaao), Dario Nicolosi (Anpo) e Renato Scifo (Cgil Medici) – e questo rischia di vanificare lo spirito della riforma sanitaria regionale che prevedeva l’erogazione di una più razionale risposta alla domanda di salute dei cittadini, in quanto articolata su un livello territoriale prima ancora del ridimensionamento della rete ospedaliera e che tenesse conto anche delle specifiche produttività delle singole aziende».
Per i sindacati dei medici «la responsabilità della politica non può ricadere sulle spalle degli operatori sanitari e dell’utenza, senza alcun coinvolgimento partecipativo delle parti sociali. Cosa disattesa dalla maggior parte dei direttori generali della sanità catanese». «Si continua a disattendere – aggiungono poi – uno degli elementi chiavi del Piano di Rientro concernente la razionalizzazione della spesa: infatti continuano a essere conferiti incarichi pur in presenza di professionalità interne alle Aziende che possono essere proficuamente utilizzate consentendo notevoli risparmi; e tutto ciò nonostante l’assessorato abbia ripetutamente impegnato i direttori generali a evitare aggravi di spesa».
Le organizzazioni sindacali mediche e veterinarie hanno così deciso di costituire autonomamente il tavolo permanente di studio, confronto e proposte, previsto dall’accordo del 16 febbraio. Nello stesso tempo hanno proclamato lo stato di agitazione «contro l’arroganza di quei direttori generali che hanno tenuto un comportamento antisindacale con l’intento di mortificare e vanificare il lavoro delle organizzazioni sindacali». Le organizzazioni sindacali chiedono con forza la verifica, da parte dell’assessorato, degli atti deliberati dai direttori generali e della loro legittimità. E anche la destituzione di quei direttori generali che, a seguito della verifica, abbiano deliberato atti illegittimi e non in linea con le indicazioni del piano di rientro e dell’assessorato.
Lungo e articolato l’elenco delle altre denunce di Anaao, Assomed, Anpo, Cgil Medici, Cimo Asmd, Cisl Medici, Fassid, Uil Medici, Fvm: a oggi non si è avuta una rimodulazione provinciale preventiva dei posti letto per acuti, riabilitazione e post-acuti; molte aziende non solo hanno deliberato autonomamente senza preventiva consultazione delle organizzazioni sindacali disattendendo le indicazioni dell’assessore alla Sanità, ma a tutt’oggi qualche direttore generale non ha voluto neanche rilasciare copia della deliberazione; disattendendo espressamente l’accordo con i sindacati, i direttori generali non stanno attivando i tavoli di preventivo confronto; il coordinamento dei direttori generali esclude le organizzazioni sindacali che da tempo lo richiedevano, da ogni coinvolgimento informativo e eventualmente propositivo; i recenti atti di rimodulazione della rete ospedaliera sono stati deliberati in assenza di qualsiasi preventivo confronto con i sindacati; non è stata effettuata la preventiva contrattazione su temi quali l’intramoenia, la predisposizione dei fondi, tematiche per le quali la contrattazione è obbligatoria; il sindacato non viene interpellato per il confronto sulla formulazione degli atti aziendali
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