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La denuncia del segretario nazionale Cisl Medici Biagio Papotto.
«Guardie mediche, urgenti misure di tutela della sicurezza»
«Le guardie mediche hanno bisogno di urgenti misure di tutela della sicurezza durante le ore di servizio». Lo afferma il catanese Biagio Papotto, segretario nazionale Cisl medici, in relazione all’aggressione subita da una collega mentre era in servizio nella sede di Scicli, in provincia di Ragusa.
«Credo che a parte la rabbia e la deplorazione per quanto è accaduto – dice il dott. Papotto – va fatta una profonda riflessione da parte di tutti, sindacati, istituzioni sanitarie, prefetti, sindaci, opinione pubblica: fino a oggi non siamo riusciti a far comprendere come la continuità assistenziale necessiti di maggiore sicurezza durante le ore di servizio.
«Per un’attività lavorativa che si svolge prevalentemente in ore notturne – spiega il dirigente sindacale della Cisl Medici – e nella quale si presta assistenza a un bacino di utenza ben più vasto di quello dei medici di Medicina generale, con lo svantaggio che si tratta quasi sempre di utenti occasionali e sconosciuti, i medici sono lasciati soli, senza l’ausilio neppure di un infermiere o di una guardia giurata. Eppure lavorano in nome e per conto dell’Azienda sanitaria, quindi per il Servizio sanitario nazionale, quindi per il servizio pubblico. Accanto a ciò va aggiunto che alla continuità assistenziale mancano tutti i più elementari diritti goduti da tutti in attività di servizio: assenze retribuite per comprovati e validi motivi, malattia, premio di collaborazione, permesso annuale retribuito eccetera».
«È l’occasione – aggiunge Papotto – per uno sforzo in più per un radicale cambiamento di rotta nell’organizzazione della continuità assistenziale con il coinvolgimento di tutti gli attori del sistema, dall’assessorato alla Sanità, alle organizzazioni sindacali, dai direttori generali, ai prefetti, dai sindaci, agli Ordini dei medici e ai cittadini. Il problema della sicurezza sul lavoro è diventata un’emergenza da trattare immediatamente e nel modo più appropriato. Medici, infermieri e quanti lavorano nella Sanità debbono avere la garanzia di poter svolgere il proprio lavoro in massima serenità e sicurezza, per poter al meglio garantire una buona assistenza sanitaria agli utenti».
Per Papotto, «non basta la dichiarazione dell’assessore alla Sanità Massimo Russo che chiede una relazione più approfondita sull’accaduto per affrontare eventualmente le opportune misure per garantire la massima sicurezza agli operatori della Sanità. Il problema della sicurezza sul lavoro - sottolinea il sindacalista - è diventata un’emergenza da trattare immediatamente e nel modo più appropriato.
«Medici, infermieri e quanti lavorano nella Sanità - conclude - debbono avere la garanzia di poter svolgere il proprio lavoro in massima serenità e sicurezza, per poter al meglio garantire una buona assistenza sanitaria agli utenti»
«Credo che a parte la rabbia e la deplorazione per quanto è accaduto – dice il dott. Papotto – va fatta una profonda riflessione da parte di tutti, sindacati, istituzioni sanitarie, prefetti, sindaci, opinione pubblica: fino a oggi non siamo riusciti a far comprendere come la continuità assistenziale necessiti di maggiore sicurezza durante le ore di servizio.
«Per un’attività lavorativa che si svolge prevalentemente in ore notturne – spiega il dirigente sindacale della Cisl Medici – e nella quale si presta assistenza a un bacino di utenza ben più vasto di quello dei medici di Medicina generale, con lo svantaggio che si tratta quasi sempre di utenti occasionali e sconosciuti, i medici sono lasciati soli, senza l’ausilio neppure di un infermiere o di una guardia giurata. Eppure lavorano in nome e per conto dell’Azienda sanitaria, quindi per il Servizio sanitario nazionale, quindi per il servizio pubblico. Accanto a ciò va aggiunto che alla continuità assistenziale mancano tutti i più elementari diritti goduti da tutti in attività di servizio: assenze retribuite per comprovati e validi motivi, malattia, premio di collaborazione, permesso annuale retribuito eccetera».
«È l’occasione – aggiunge Papotto – per uno sforzo in più per un radicale cambiamento di rotta nell’organizzazione della continuità assistenziale con il coinvolgimento di tutti gli attori del sistema, dall’assessorato alla Sanità, alle organizzazioni sindacali, dai direttori generali, ai prefetti, dai sindaci, agli Ordini dei medici e ai cittadini. Il problema della sicurezza sul lavoro è diventata un’emergenza da trattare immediatamente e nel modo più appropriato. Medici, infermieri e quanti lavorano nella Sanità debbono avere la garanzia di poter svolgere il proprio lavoro in massima serenità e sicurezza, per poter al meglio garantire una buona assistenza sanitaria agli utenti».
Per Papotto, «non basta la dichiarazione dell’assessore alla Sanità Massimo Russo che chiede una relazione più approfondita sull’accaduto per affrontare eventualmente le opportune misure per garantire la massima sicurezza agli operatori della Sanità. Il problema della sicurezza sul lavoro - sottolinea il sindacalista - è diventata un’emergenza da trattare immediatamente e nel modo più appropriato.
«Medici, infermieri e quanti lavorano nella Sanità - conclude - debbono avere la garanzia di poter svolgere il proprio lavoro in massima serenità e sicurezza, per poter al meglio garantire una buona assistenza sanitaria agli utenti»
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