Lecce (Salento) - Inoltrato preavviso di 30 giorni prima dell’interruzione. Allertati pure i sindaci. La delibera 323 dell’Azienda Sanitaria Locale firmata il 12 febbraio ha fatto saltare i nervi ai presidenti dei volontari che si sono rivolti allo studio legale Russo: “Non siamo solo oggetti da utilizzare e poi accantonare, a uso finito”.
(Pierpaolo Spada) - Tra 30 giorni le ambulanze del 118 del Salento si fermeranno. Lo comunicano le 7 associazioni del Seus 118 che hanno incaricato lo Studio Legale Russo di inoltrare all’Asl di Lecce la lettera - sottoscritta da tutte le associazioni - in cui si stabilisce la volontà di esercitare il diritto di recedere la convenzione con l’Azienda Sanitaria Locale appena prorogata. Il preavviso al direttore generale e le lettera informative ai sindaci, sono già inoltrati.
Sono 7, tutte dislocate nell’area nord Salento, e svolgono dal 2003 il servizio 118 grazie al contributo di circa 150 operatori “volontari”. Ma adesso, dopo 7 anni di impegno quotidiano, le associazioni operanti nel Seus 118, all’Asl di Lecce, dicono “basta”, rivendicando la dovuta considerazione e, soprattutto, il dovuto rispetto. Ala Azzurra, Soccorso e Protezione Civile Lecce, G.Rambo Calimera, Onlus P.A. SerVeglie, Uer Nardò, Vivi Bene Salice Salentino, Emergenza Salento. Si chiamano così, e la seguente è la motivazione della loro agitazione: se l’Asl Lecce ha davvero intenzione di internalizzare il 118, come previsto dalla Regione Puglia in tutte le Asl pugliesi, previa costituzione delle società in house, l’assorbimento deve riguardare tutti i volontari, nessuno escluso.
Pensiero più volte espresso. E, infatti, la goccia che ha fatto traboccare il vaso non è tanto l’approvazione dell’art 32 dell’Omnibus sanità, quanto la delibera di proroga della convenzione (n. 323) che l’Asl ha firmato il 12 febbraio, il giorno stesso in cui le associazioni hanno minacciato l’interruzione del servizio, lamentando, appunto, la mancata proroga della convenzione, scaduta il 31 dicembre 2009.
Ma questo non è l’unico elemento che sta innescando la dura contrapposizione. Come vi abbiamo, infatti, comunicato ieri, la convenzione in causa è stata prorogata solo per 6 mesi: dal 1 gennaio al 30 giugno 2010, “fatta salva la possibilità - come si legge sulla delibera 323 - di recedere anticipatamente in caso di internalizzazione del servizio stesso”. E questo le associazioni stanno cercando di fare, anticipando l’Asl. A questo l’Asl aggiunge: “Dare atto che la spesa di cui trattasi troverà riscontro negli atti di programmazione allegati al bilancio e la derivante spesa ammontante a 877.092,00 euro”. E’, in sostanza, la previsione che Scoditti ha avanzato che ha fatto saltare letteralmente i nervi ai presidenti delle associazioni, il cui delegato è Giovanni Tritto.
La decisione assunta allo Studio Legale Russo è successiva, infatti, alla determinata e tempestiva presa di posizione che i presidenti dei volontari avevano avanzato in mattinata : “Le associazioni operanti nel Seus 118 restano allibite sia da quanto dichiarato dal direttore generale della Asl circa la non veridicità del contenuto del nostro comunicato stampa del 12 febbraio, sia per la stesura della nuova convenzione, con la clausola che la Asl si arroga il diritto di sospendere il servizio senza preavviso se e quando il processo di internalizzazione dovesse avere atto. Ma il dottor Scoditti o chi per lui l’estensore di tale convenzione e l’ideatore di tale clausola cosa crede che noi siamo?”, chiedevano amareggiati i presidenti, “se pensano che siamo solo degli oggetti da utilizzare e accantonare ad uso finito, sono in gravissimo errore”.
Poi alcune considerazioni: “A dicembre tutte le associazioni chiesero alla Asl di essere considerate soprattutto sul piano umano, e il direttore generale, nell’ultima riunione, fece verbalizzare che ogni movimento inerente il 118 non avrebbe sortito effetto alcuno senza il coinvolgimento di tutte le associazioni. Lo stesso direttore generale - aggiungevano i presidenti - dichiarò, in quella seduta, che questo era un impegno a nome dell’Istituzione oltre che suo personale”. Ciò non sarebbe avvenuto. Ma c’è di più: “Il direttore generale non ha ritenuto opportuno rispondere al telegramma inviatole da noi associazioni in data 10 febbraio 2010, evidenziando così, ancora una volta, scarsa sensibilità e rispetto nei nostri confronti. A questo proposito, si è dato mandato a uno studio legale - annunciavano - di esaminare tutta la questione ed, eventualmente, rifiutare tale nuovo atto deliberativo dando i termini legali per l’interruzione del servizio”.
Il concetto è chiaro: le associazioni non intendono essere strumentalizzate da nessuno. “Per cui - così dichiaravano in conclusione - i tentativi di mettere contro volontari e associazioni cadranno nel vuoto perchè nessuno più dei presidenti delle associazioni vuole un'internalizzazione che non garantisca l’assorbimento di tutti i volontari, nessuno escluso”. Ora, però, la decisione è assunta: “Tra 30 giorni ci fermiamo, l’Asl si organizzi. Basta prese in giro”.
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