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Uno scienziato inglese avrebbe condotto con successo alcuni esperimenti sui maiali.
Tv cerca malato terminale da mummificare in diretta
Iniziativa macabra di Channel 4. «La scoperta potrebbe farci capire di più sugli antichi Egizi e avere risvolti medici positivi».
LONDRA. Cercasi malato terminale pronto a farsi mummificare davanti agli obiettivi di una telecamera per un documentario Tv: l’emittente britannica Channel 4 sta cercando un candidato disposto a farsi sottoporre dopo la morte alla tradizionale procedura di mummificazione degli antichi Egizi e a donare il proprio corpo ad un museo.
Il canale televisivo, che aveva già in passato sollevato una bufera di polemiche trasmettendo un’autopsia dal vivo e un suicidio assistito, ha pubblicato su diverse riviste, assieme alla casa di produzione Fulcrum Tv, un annuncio in cui afferma: «Vogliamo parlare con qualcuno che, essendo a conoscenza della propria malattia terminale e delle sue conseguenze, sarebbe disposto a sottoporsi all’antica procedura egizia di mummificazione ».
Come dire, il gusto del macabro impazza nella televisione d’oltremanica. Secondo quanto rivelato ieri la stampa del Regno, ad occuparsi dell’imbalsamazione sarà uno scienziato inglese che sostiene di aver scoperto i segreti della mummificazione. Alcuni esperimenti, peraltro, sarebbero già stati condotti con successo sui maiali.
Richard Belfield, un rappresentante di Fulcrum Tv, ha spiegato ad un reporter del quotidiano «The Independent » che aveva contattato la casa di produzione fingendosi un volontario, che il documentario seguirà il malato per qualche mese per capire che tipo di persona è e per dare in modo ai telespettatori di formare «un legame emotivo» con lui.
«Potrà sembrare un po’ macabro – ha continuato Belfield – ma abbiamo mummificato una grande quantità di maiali per controllare che la procedura funzioni».
«Abbiamo anche ingaggiato – ha spiegato quindi Belfield – una serie di scienziati per il progetto e abbiamo trovato una struttura approvata dall’authority per i tessuti umani dove condurre la mummificazione».
A mummificazione avvenuta, ha spiegato il produttore, una delle opzioni potrebbe essere quella di esporre il corpo in un museo affinché la gente possa comprendere meglio la procedura.
Il funerale verrebbe condotto soltanto dopo ed il volontario non verrebbe pagato.
«Siamo affascinati dalle ricerche in corso – ha detto all’Independent un portavoce di Channel 4 – se gli scienziati troveranno un donatore disposto a sottoporsi all’esperimento siamo intenzionati a procedere. A chi ci chiede perché ci interessa, possiamo rispondere che se gli scienziati riusciranno a risolvere uno dei misteri del mondo antico (quello della mummificazione), la scoperta potrebbe farci capire di più sulla scienza e sulla storia degli antichi Egizi e forse avere altri risvolti positivi anche per le scienze mediche ».
L’imbalsamazione è stato un rituale caratteristico di molte civiltà per diverse migliaia di anni, quando si credeva che la pratica servisse a preparare il corpo per la vita nell’aldilà. Gli Egizi perfezionarono la tecnica più di ogni altro popolo, impiegando materiali provenienti anche da Paesi lontanissimi.
«Gli Egizi erano dei chimici organici molto avanzati. Alcuni dei materiali da loro utilizzati provenivano da Paesi come la Birmania e l’Estremo Oriente. Una resina da loro impiegata siamo certi si trovasse soltanto in Birmania. Una delle cose che vogliamo studiare è come abbiano sviluppato la loro conoscenza della chimica», ha detto Belfield.
Il canale televisivo, che aveva già in passato sollevato una bufera di polemiche trasmettendo un’autopsia dal vivo e un suicidio assistito, ha pubblicato su diverse riviste, assieme alla casa di produzione Fulcrum Tv, un annuncio in cui afferma: «Vogliamo parlare con qualcuno che, essendo a conoscenza della propria malattia terminale e delle sue conseguenze, sarebbe disposto a sottoporsi all’antica procedura egizia di mummificazione ».
Come dire, il gusto del macabro impazza nella televisione d’oltremanica. Secondo quanto rivelato ieri la stampa del Regno, ad occuparsi dell’imbalsamazione sarà uno scienziato inglese che sostiene di aver scoperto i segreti della mummificazione. Alcuni esperimenti, peraltro, sarebbero già stati condotti con successo sui maiali.
Richard Belfield, un rappresentante di Fulcrum Tv, ha spiegato ad un reporter del quotidiano «The Independent » che aveva contattato la casa di produzione fingendosi un volontario, che il documentario seguirà il malato per qualche mese per capire che tipo di persona è e per dare in modo ai telespettatori di formare «un legame emotivo» con lui.
«Potrà sembrare un po’ macabro – ha continuato Belfield – ma abbiamo mummificato una grande quantità di maiali per controllare che la procedura funzioni».
«Abbiamo anche ingaggiato – ha spiegato quindi Belfield – una serie di scienziati per il progetto e abbiamo trovato una struttura approvata dall’authority per i tessuti umani dove condurre la mummificazione».
A mummificazione avvenuta, ha spiegato il produttore, una delle opzioni potrebbe essere quella di esporre il corpo in un museo affinché la gente possa comprendere meglio la procedura.
Il funerale verrebbe condotto soltanto dopo ed il volontario non verrebbe pagato.
«Siamo affascinati dalle ricerche in corso – ha detto all’Independent un portavoce di Channel 4 – se gli scienziati troveranno un donatore disposto a sottoporsi all’esperimento siamo intenzionati a procedere. A chi ci chiede perché ci interessa, possiamo rispondere che se gli scienziati riusciranno a risolvere uno dei misteri del mondo antico (quello della mummificazione), la scoperta potrebbe farci capire di più sulla scienza e sulla storia degli antichi Egizi e forse avere altri risvolti positivi anche per le scienze mediche ».
L’imbalsamazione è stato un rituale caratteristico di molte civiltà per diverse migliaia di anni, quando si credeva che la pratica servisse a preparare il corpo per la vita nell’aldilà. Gli Egizi perfezionarono la tecnica più di ogni altro popolo, impiegando materiali provenienti anche da Paesi lontanissimi.
«Gli Egizi erano dei chimici organici molto avanzati. Alcuni dei materiali da loro utilizzati provenivano da Paesi come la Birmania e l’Estremo Oriente. Una resina da loro impiegata siamo certi si trovasse soltanto in Birmania. Una delle cose che vogliamo studiare è come abbiano sviluppato la loro conoscenza della chimica», ha detto Belfield.
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