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UN 93ENNE A COMISO
Si «risveglia» nella bara, poi muore una seconda volta
A volte ritornano. O forse Terence Young, regista dei primi, magnifici film di 007, parafraserebbe: «Si muore solo due volte». Già, perché proprio due volte ha chiuso gli occhi un vecchietto di 93 anni di Comiso, provincia di Ragusa. Non si tratta di una di quelle fantasiose leggende metropolitane che s’inventano e circolano di bocca in bocca, ma di un fatto realmente accaduto.
Il nonnino è deceduto qualche giorno fa, dopo una vita serena, lunga e laboriosa - come si dice in questi casi - e il medico legale ha accertato la morte con tanto di certificato, dato che non c’erano - almeno apparentemente - dubbi sull’avvenuto trapasso. Sono seguite le dolorose «pratiche» post mortem, come la vestizione della salma e la sua composizione. Ma mentre i necrofori, al termine di ogni procedura, stavano per deporre il defunto nella bara, questi, che defunto non era, ha fatto un gran balzo e, sgranando gli occhi ha urlato: «Che state facendo? Levatemi di qui!». Un caso (raro ma possibile) di morte apparente che ha suscitato una scossa di paura nell’ex de cuius e sbigottimento nei familiari e nei becchini i quali, vista l’incomoda situazione, hanno subito tolto le tende, anzi il catafalco.
Dopo il primo comprensibile sbandamento, i familiari, gridando al miracolo, sono stati felici di aver «riavuto» il loro caro, ma purtroppo il redivivo ha potuto riassaporare il piacere della vita soltanto per un paio d’ore; poi, forse a causa del fortissimo spavento e dello stress (oltre che della veneranda età), è stramazzato al suolo e stavolta se n’è andato per davvero. Senza ulteriore possibilità d’appello.
Il lato un po’ paradossale, se vogliamo, della vicenda, è che gli addetti alle pompe funebri, richiamati dai congiunti dell’estinto, hanno risposto titubanti: «Ma siamo sicuri che è morto davvero? O ci fate fare il secondo viaggio a vuoto?».
Il nonnino è deceduto qualche giorno fa, dopo una vita serena, lunga e laboriosa - come si dice in questi casi - e il medico legale ha accertato la morte con tanto di certificato, dato che non c’erano - almeno apparentemente - dubbi sull’avvenuto trapasso. Sono seguite le dolorose «pratiche» post mortem, come la vestizione della salma e la sua composizione. Ma mentre i necrofori, al termine di ogni procedura, stavano per deporre il defunto nella bara, questi, che defunto non era, ha fatto un gran balzo e, sgranando gli occhi ha urlato: «Che state facendo? Levatemi di qui!». Un caso (raro ma possibile) di morte apparente che ha suscitato una scossa di paura nell’ex de cuius e sbigottimento nei familiari e nei becchini i quali, vista l’incomoda situazione, hanno subito tolto le tende, anzi il catafalco.
Dopo il primo comprensibile sbandamento, i familiari, gridando al miracolo, sono stati felici di aver «riavuto» il loro caro, ma purtroppo il redivivo ha potuto riassaporare il piacere della vita soltanto per un paio d’ore; poi, forse a causa del fortissimo spavento e dello stress (oltre che della veneranda età), è stramazzato al suolo e stavolta se n’è andato per davvero. Senza ulteriore possibilità d’appello.
Il lato un po’ paradossale, se vogliamo, della vicenda, è che gli addetti alle pompe funebri, richiamati dai congiunti dell’estinto, hanno risposto titubanti: «Ma siamo sicuri che è morto davvero? O ci fate fare il secondo viaggio a vuoto?».
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