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Riforma, non basta l'elisoccorso
Una famiglia siciliana piange una bimbetta di appena cinque mesi, uccisa da un rigurgito di latte durato un istante e dall’attesa di un elicottero, che la trasportasse da Gela a Palermo, durata tre ore. Una vicenda assurda, scandalosa oltre che dolorosa, perché s’abbatte sulla Sicilia che vede in corso di attuazione da mesi la riforma del settore della sanità, con una autentica rivoluzione, culturale prima ancora, forse, che strutturale.
E questo colpisce della tragedia di Maria Grazia e della sua famiglia. L’assessore Massimo Russo, illustrando nei mesi scorsi i termini della riforma, la necessità dei tagli logici di strutture sul territorio e dopo la tragedia di Filippo Di Gambi, il ragazzo morto a Mazzarrino probabilmente anche a causa del ritardato trasferimento in un ospedale più attrezzato, aveva spiegato che sarebbero state le elisuperfici e l’elicoccorso ad accorciare le distanze nell’Isola, per mettere tutti i cittadini nelle condizioni migliori per essere prontamente assistiti.
Il caso di Gela è un tragico paradosso, se sarà accertato che tutto è andato come sembra. Gli elicotteri c’erano, l’intervento è stato chiesto tempestivamente, ci sono volute sei telefonate per stabilire, però, quale equipaggio e quale velivolo dovesse andare a Gela a prelevare la neonata che moriva. Insomma qui c’erano i mezzi, c’erano le energie, c’era stata la richiesta esposta in tutta la sua gravità. Ma quando manca il coordinamento, la professionalità e anche un po’ la volontà, non c’è riforma che tenga. Anche stavolta è una vita che si perde incredibilmente e per cui si spera arrivi per lo meno giustizia. Così il resto, cioè la riforma, potrà farlo solo un miracolo. Forse.
E questo colpisce della tragedia di Maria Grazia e della sua famiglia. L’assessore Massimo Russo, illustrando nei mesi scorsi i termini della riforma, la necessità dei tagli logici di strutture sul territorio e dopo la tragedia di Filippo Di Gambi, il ragazzo morto a Mazzarrino probabilmente anche a causa del ritardato trasferimento in un ospedale più attrezzato, aveva spiegato che sarebbero state le elisuperfici e l’elicoccorso ad accorciare le distanze nell’Isola, per mettere tutti i cittadini nelle condizioni migliori per essere prontamente assistiti.
Il caso di Gela è un tragico paradosso, se sarà accertato che tutto è andato come sembra. Gli elicotteri c’erano, l’intervento è stato chiesto tempestivamente, ci sono volute sei telefonate per stabilire, però, quale equipaggio e quale velivolo dovesse andare a Gela a prelevare la neonata che moriva. Insomma qui c’erano i mezzi, c’erano le energie, c’era stata la richiesta esposta in tutta la sua gravità. Ma quando manca il coordinamento, la professionalità e anche un po’ la volontà, non c’è riforma che tenga. Anche stavolta è una vita che si perde incredibilmente e per cui si spera arrivi per lo meno giustizia. Così il resto, cioè la riforma, potrà farlo solo un miracolo. Forse.
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