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MALASANITÀ. Indagini in corso dopo la denuncia.
«Elisoccorso lumaca» e una neonata muore per un rigurgito di latte
Tre ore per il trasporto Gela-Palermo.
All’origine del tragico caso forse un problema di competenze tra due equipaggi dell’elicottero.
GELA. «L’elicottero lumaca» impiega tre ore da Palermo a Gela. Troppo per una neonata le cui condizioni di salute erano appese a un filo. E così il cuore di Maria Grazia Lombardo, neonata di cinque mesi, ha cessato di battere prima ancora che l’elicottero arrivasse al «Giovanni Di Cristina» di Palermo. Il miracolo di Natale non c’è stato per la neonata arrivata al pronto soccorso del «Vittorio Emanuele» di Gela mercoledì scorso, poco prima delle 13, dopo il soffocamento per un rigurgito di latte. Ma la tragedia si sarebbe potuta evitare con un trasferimento più celere? È questa la domanda che si pongono i genitori della neonata, mentre i carabinieri hanno aperto un’indagine per ricostruire le fasi del trasferimento a Palermo a partire dalle telefonate intercorse tra la centrale operativa del Sise 118 di Caltanissetta e l’azienda ospedaliera «Vittorio Emanuele».
Sono state sei le telefonate, tutte registrate, tra i medici e gli operatori del 118. Il trasferimento – secondo una prima comunicazione – sarebbe dovuto avvenire poco prima delle 18, ma l’elicottero del servizio sanitario è giunto in contrada Ponte Olivo solo intorno alle 20,30, per poi raggiungere Palermo poco prima delle 22. I medici del «Vittorio Emanuele » di Gela avevano ritenuto urgente il trasferimento, ma ci sono volute tre ore per effettuarlo: quasi il tempo di percorrenza tra Gela e Palermo in automobile. Così i genitori di Maria Grazia, Alessia Mulè e Fabrizio Lombardo, – secondo il racconto dello zio della piccola, Giuliano Mulè – sarebbero giunti in auto al «Giovanni Di Cristina» di Palermo prima ancora che l’elicottero si levasse in volo da Gela.
La piccola Maria Grazia era giunta al pronto soccorso del «Vittorio Emanuele » di Gela per un soffocamento da rigurgito, avvenuto mentre era in casa della nonna. Le condizioni della piccola Maria Grazia erano apparse subito gravi, tanto da indurre il dirigente del reparto di rianimazione ad allertare la centrale operativa del 118 per disporre il trasferimento in elisoccorso. La piccola è partita dal «Vittorio Emanuele » poco dopo le 17,30 in attesa del decollo fissato poco prima delle 18. Ma i tempi del soccorso si sono allungati fino alle 20,45, ora in cui l’elicottero si è levato in volo.
Ora i carabinieri sono chiamati a far luce sui ritardi accumulati nei soccorsi e sulle cause che li hanno determinati. Si sarebbe registrato un problema di competenze tra l’equipaggio del velivolo in servizio a Palermo e quello di Caltanissetta, che era appena rientrato da un intervento e stava facendo rifornimento proprio a Palermo. Alla fine sarebbe stato l’elicottero della base palermitana a recarsi a Gela. I carabinieri hanno già sequestrato le cartelle cliniche della piccola Maria Grazia e si apprestano a sequestrare anche i nastri della centrale operativa del 118. «I tempi del trasferimento con l’elicottero – ha detto Giuliano Mulè – sono stati sicuramente più lunghi del dovuto. Se il trasferimento fosse avvenuto in ambulanza, la piccola sarebbe giunta prima in ospedale e mia sorella l’avrebbe potuta accarezzare un’altra volta». Una carezza avvenuta, invece, solo quando il cuore di Maria Grazia si era già fermato.
GELA. «L’elicottero lumaca» impiega tre ore da Palermo a Gela. Troppo per una neonata le cui condizioni di salute erano appese a un filo. E così il cuore di Maria Grazia Lombardo, neonata di cinque mesi, ha cessato di battere prima ancora che l’elicottero arrivasse al «Giovanni Di Cristina» di Palermo. Il miracolo di Natale non c’è stato per la neonata arrivata al pronto soccorso del «Vittorio Emanuele» di Gela mercoledì scorso, poco prima delle 13, dopo il soffocamento per un rigurgito di latte. Ma la tragedia si sarebbe potuta evitare con un trasferimento più celere? È questa la domanda che si pongono i genitori della neonata, mentre i carabinieri hanno aperto un’indagine per ricostruire le fasi del trasferimento a Palermo a partire dalle telefonate intercorse tra la centrale operativa del Sise 118 di Caltanissetta e l’azienda ospedaliera «Vittorio Emanuele».
Sono state sei le telefonate, tutte registrate, tra i medici e gli operatori del 118. Il trasferimento – secondo una prima comunicazione – sarebbe dovuto avvenire poco prima delle 18, ma l’elicottero del servizio sanitario è giunto in contrada Ponte Olivo solo intorno alle 20,30, per poi raggiungere Palermo poco prima delle 22. I medici del «Vittorio Emanuele » di Gela avevano ritenuto urgente il trasferimento, ma ci sono volute tre ore per effettuarlo: quasi il tempo di percorrenza tra Gela e Palermo in automobile. Così i genitori di Maria Grazia, Alessia Mulè e Fabrizio Lombardo, – secondo il racconto dello zio della piccola, Giuliano Mulè – sarebbero giunti in auto al «Giovanni Di Cristina» di Palermo prima ancora che l’elicottero si levasse in volo da Gela.
La piccola Maria Grazia era giunta al pronto soccorso del «Vittorio Emanuele » di Gela per un soffocamento da rigurgito, avvenuto mentre era in casa della nonna. Le condizioni della piccola Maria Grazia erano apparse subito gravi, tanto da indurre il dirigente del reparto di rianimazione ad allertare la centrale operativa del 118 per disporre il trasferimento in elisoccorso. La piccola è partita dal «Vittorio Emanuele » poco dopo le 17,30 in attesa del decollo fissato poco prima delle 18. Ma i tempi del soccorso si sono allungati fino alle 20,45, ora in cui l’elicottero si è levato in volo.
Ora i carabinieri sono chiamati a far luce sui ritardi accumulati nei soccorsi e sulle cause che li hanno determinati. Si sarebbe registrato un problema di competenze tra l’equipaggio del velivolo in servizio a Palermo e quello di Caltanissetta, che era appena rientrato da un intervento e stava facendo rifornimento proprio a Palermo. Alla fine sarebbe stato l’elicottero della base palermitana a recarsi a Gela. I carabinieri hanno già sequestrato le cartelle cliniche della piccola Maria Grazia e si apprestano a sequestrare anche i nastri della centrale operativa del 118. «I tempi del trasferimento con l’elicottero – ha detto Giuliano Mulè – sono stati sicuramente più lunghi del dovuto. Se il trasferimento fosse avvenuto in ambulanza, la piccola sarebbe giunta prima in ospedale e mia sorella l’avrebbe potuta accarezzare un’altra volta». Una carezza avvenuta, invece, solo quando il cuore di Maria Grazia si era già fermato.
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