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La svolta. Via la Sise dalla gestione del 118, al suo posto una società consortile.
Croce rossa, cambio di rotta ma è scontro con la Regione
Resta una voragine di debiti. Laccoto(Pd): «Gestione poco trasparente colpa della Cri».
Fine della Sise. L'Ars ha approvato la riforma del servizio d'emergenza del 118 in Sicilia: dal prossimo anno sarà una nuova società consortile a gestire il 118. Ma non tutto sembra andare per il verso giusto. La Croce rossa che avrebbe accumulato un credito di 80 milioni di euro nei confronti della Regione, minaccia di non fornire i ponti radio alla nuova società consortile. Una azione che il presidente della commissione sanità Giuseppe Laccoto e il deputato Beppe Picciolo non hanno gradito: «La Cri - hanno detto - si deve assumere in pieno la responsabilità per una gestione amministrativa della sua partecipata Sise non sempre trasparente. Stiamo cercando di riparare i guasti prodotti dalla Sise e ci pare quantomeno pretestuoso ogni tentativo di bloccare l'avvio di una nuova gestione».
Ciclone Sise, insomma. Con sperperi e anomalie che non sono ancora emersi in tutta la loro gravità. E lo si capisce dalla replica della commissario straordinario della Croce rossa Francesco Rocca che lo scorso settembre ha decapitato i vertici siciliani: «La gestione amministrativa disinvolta della Sise nel passato - si legge in una nota - è frutto anche di una totale disattenzione dell'amministrazione regionale di cui oggi Cri paga le colpe». Causa dello scontro la voragine di debiti accumulati dalla Regione nei confronti della Sise. Solo per gli straordinari la somma ammonterebbe a 37 milioni di euro. Straordinari accumulati nel tempo da una società che può contare su un numero di dipendenti ben superiore alle altre regioni. Eppure gli straordinari, dalle alle altre parti, son ridotti al minino. Misteri siciliani e nuovo scontro all'orizzonte tra la Croce rossa e la Regione. Con i dipendenti ex Sise sul piede di guerra (vogliono garanzie sul futuro occupazionale) e altri enti che rivendicano la gestione del 118.
Ciclone Sise, insomma. Con sperperi e anomalie che non sono ancora emersi in tutta la loro gravità. E lo si capisce dalla replica della commissario straordinario della Croce rossa Francesco Rocca che lo scorso settembre ha decapitato i vertici siciliani: «La gestione amministrativa disinvolta della Sise nel passato - si legge in una nota - è frutto anche di una totale disattenzione dell'amministrazione regionale di cui oggi Cri paga le colpe». Causa dello scontro la voragine di debiti accumulati dalla Regione nei confronti della Sise. Solo per gli straordinari la somma ammonterebbe a 37 milioni di euro. Straordinari accumulati nel tempo da una società che può contare su un numero di dipendenti ben superiore alle altre regioni. Eppure gli straordinari, dalle alle altre parti, son ridotti al minino. Misteri siciliani e nuovo scontro all'orizzonte tra la Croce rossa e la Regione. Con i dipendenti ex Sise sul piede di guerra (vogliono garanzie sul futuro occupazionale) e altri enti che rivendicano la gestione del 118.


















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