Monco alla nascita il Comitato Regionale Permanente per il 118
Senza medici dell'emergenza sanitaria territoriale il neonato comitato regionale permenente per il servizio di urgenza-emergenza.
PALERMO. Il decreto assessoriale dello scorso 30 settembre ha istituito in Sicilia il Comitato regionale per l'emergenza-urgenza come stabilito dalla legge regionale n. 5/09. Il fine della sua istituzione è sostenere le necessità di "assicurare omogeneità di intervento, continuità assistenziale ed efficienza operativa al servizio di emergenza-urgenza nella regione Sicilia".
Secondo il decreto il comitato è presieduto dall'Assessore regionale per la sanità, o da un suo delegato, ed è composto dai responsabili delle quattro centrali operative del SUES 118 dell'Isola, dai direttori sanitari delle aziende sedi di centrali operative, nonché dai referenti provinciali per il servizio 118 individuati dai direttori generali delle aziende sanitarie provinciali che non siano sede di centrali operative. Mancano in questo contesto i medici del 118 oltre agli altri operatori non sanitari comunque coinvolti a vario titolo nel servizio di emergenza. Eppure la presenza era stata in qualche modo prevista nella stessa legge n. 5 laddove veniva previsto che le associazioni di categorie maggiormente rappresentative potevano concorrere, nell’ambito delle loro competenze e con gli strumenti di cui alla "vigente normativa", alla "realizzazione delle finalità del servizio sanitario regionale".
Tuttavia, la nomina da parte dei direttori generali di medici legati in vario modo al servizio 118 pare abbia tralasciato coloro che agiscono direttamente sul territorio (nelle ambulanze), preferendo di contro sanitari che operano solo in un contesto esclusisvamente ospedaliero o comunque di reparto.
«In realtà - spiega Picciolo, responsabile regionale di settore dello SMI - fin dal suo insediamento l'assessore alla sanità, Massimo Russo, ha avuto ben chiara l'idea del ruolo realizzato dagli operatori del 118 sul territorio, tant'è che nel suo staff tecnico-organizzativo è presente un medico dell'emergenza sanitaria territoriale, proprio per garantire una rappresentanza ad un settore che in Sicilia conta oltre 400 medici impiegati sulle ambulanze del 118».
«Nella provincia di Messina - prosegue - sono oggi presenti 21 ambulanze medicalizzate e in contrasto con quanto si percepisce a Palermo, ad esempio l'azienda sanitaria provinciale di Messina ha indicato quale suo referente all'interno del comitato regionale per il 118 il primario del pronto soccorso dell'ospedale "San Vincenzo" di Taormina».
«Ciò potrebbe costituire - continua Picciolo - una distorsione degli intendimenti assessoriali in quanto vengono di fatto esclusi quei professionisti che operano direttamente sul territorio rappresentando per quanto riguarda l'emergenza sanitaria la cerniera che unisce il territorio all'ospedale».
«E purtroppo dobbiamo evidenziare - insiste Picciolo - che uno dei primi atti operati in seno al comitato va apertamente in controtendenza poiché è stato stabilito lo spostamento della postazione di Taormina, oggi allocata presso l'Ospedale S. Vincenzo a metà strada tra Taormina e Giardini, verso una sede territorialmente meno idonea come il centro cittadino di Taormina presso l'ex ospedle di contrada Cuseni».
«E' un atto - conclude Picciolo - che sembrerebbe dettato da esigenze "localistiche" in netta contrapposizione con gli attuali e futuri modelli organizzativi regionali che si rivolgono ad aree distrettuali e non più a singole municipalità. Non escludiamo infatti di procedere con una petizione da far firmare a tutti i medici del 118 per chiedere con forza una rappresentanza sostanziale in seno al comitato regionale».
Quale dunque il futuro organizztivo dell'emergenza sanitaria territoriale?
«Decongestionare i pronti soccorso, attraverso la costutuzione dei PTA, organizzati per la continuità delle cure primarie nel cui contesto trovano spazio diverse figure professionali ai vari livelli di specialità, o attraverso gli esistenti PTE. Un modello già da tempo allo studi preso l'ASP di MEssina prevede per l'appunto la costituzione di aree distrettuali di emergenza che hanno come riferimento territoriale non un pronto soccorso ma un PTE».
«E' chiaro - conclude Picciolo - che i PTE non possono restare così come sono; vanno meglio organizzati e come previsto nell'atto di indirizzo dell'assessore collegati a dei poliambulatori».
Secondo il decreto il comitato è presieduto dall'Assessore regionale per la sanità, o da un suo delegato, ed è composto dai responsabili delle quattro centrali operative del SUES 118 dell'Isola, dai direttori sanitari delle aziende sedi di centrali operative, nonché dai referenti provinciali per il servizio 118 individuati dai direttori generali delle aziende sanitarie provinciali che non siano sede di centrali operative. Mancano in questo contesto i medici del 118 oltre agli altri operatori non sanitari comunque coinvolti a vario titolo nel servizio di emergenza. Eppure la presenza era stata in qualche modo prevista nella stessa legge n. 5 laddove veniva previsto che le associazioni di categorie maggiormente rappresentative potevano concorrere, nell’ambito delle loro competenze e con gli strumenti di cui alla "vigente normativa", alla "realizzazione delle finalità del servizio sanitario regionale".
Tuttavia, la nomina da parte dei direttori generali di medici legati in vario modo al servizio 118 pare abbia tralasciato coloro che agiscono direttamente sul territorio (nelle ambulanze), preferendo di contro sanitari che operano solo in un contesto esclusisvamente ospedaliero o comunque di reparto.
«In realtà - spiega Picciolo, responsabile regionale di settore dello SMI - fin dal suo insediamento l'assessore alla sanità, Massimo Russo, ha avuto ben chiara l'idea del ruolo realizzato dagli operatori del 118 sul territorio, tant'è che nel suo staff tecnico-organizzativo è presente un medico dell'emergenza sanitaria territoriale, proprio per garantire una rappresentanza ad un settore che in Sicilia conta oltre 400 medici impiegati sulle ambulanze del 118».
«Nella provincia di Messina - prosegue - sono oggi presenti 21 ambulanze medicalizzate e in contrasto con quanto si percepisce a Palermo, ad esempio l'azienda sanitaria provinciale di Messina ha indicato quale suo referente all'interno del comitato regionale per il 118 il primario del pronto soccorso dell'ospedale "San Vincenzo" di Taormina».
«Ciò potrebbe costituire - continua Picciolo - una distorsione degli intendimenti assessoriali in quanto vengono di fatto esclusi quei professionisti che operano direttamente sul territorio rappresentando per quanto riguarda l'emergenza sanitaria la cerniera che unisce il territorio all'ospedale».
«E purtroppo dobbiamo evidenziare - insiste Picciolo - che uno dei primi atti operati in seno al comitato va apertamente in controtendenza poiché è stato stabilito lo spostamento della postazione di Taormina, oggi allocata presso l'Ospedale S. Vincenzo a metà strada tra Taormina e Giardini, verso una sede territorialmente meno idonea come il centro cittadino di Taormina presso l'ex ospedle di contrada Cuseni».
«E' un atto - conclude Picciolo - che sembrerebbe dettato da esigenze "localistiche" in netta contrapposizione con gli attuali e futuri modelli organizzativi regionali che si rivolgono ad aree distrettuali e non più a singole municipalità. Non escludiamo infatti di procedere con una petizione da far firmare a tutti i medici del 118 per chiedere con forza una rappresentanza sostanziale in seno al comitato regionale».
Quale dunque il futuro organizztivo dell'emergenza sanitaria territoriale?
«Decongestionare i pronti soccorso, attraverso la costutuzione dei PTA, organizzati per la continuità delle cure primarie nel cui contesto trovano spazio diverse figure professionali ai vari livelli di specialità, o attraverso gli esistenti PTE. Un modello già da tempo allo studi preso l'ASP di MEssina prevede per l'appunto la costituzione di aree distrettuali di emergenza che hanno come riferimento territoriale non un pronto soccorso ma un PTE».
«E' chiaro - conclude Picciolo - che i PTE non possono restare così come sono; vanno meglio organizzati e come previsto nell'atto di indirizzo dell'assessore collegati a dei poliambulatori».
29.10.2009, MEDPress.it http://www.medpress.it/news/articolo.php?id=468 |
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