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LA PSICOSI. Mentre da Palermo arriva l’invito a vaccinare i bambini, al «Di Cristina» intervengono le forze dell’ordine.
Rissa e fuga dall’ospedale per paura del bimbo «untore»
Influenza A, in Sicilia è diffusa a macchia di leopardo.
PALERMO. Ormai siamo all’esasperazione. Anzi all’esagerazione. Basta un colpo di tosse, un banale mal di gola, qualche linea di febbre per fare scattare nella popolazione la psicosi da influenza A/H1N1. Se poi ci scappa anche qualche parola di troppo tra i medici di turno al primo pronto soccorso e il cittadino che chiede informazioni o assistenza sanitaria, allora figuriamoci cosa accade: il finimondo, con tanto di intervento delle forze dell’ordine per sedare le risse anche se fatte a colpi di urla ed imprecazioni. E’ quanto accaduto martedì anche all’ospedale pediatrico «Di Cristina» di Palermo dove i genitori di alcuni bambini ricoverati hanno protestato vivacemente contro i sanitari, chiedendo di spostare di stanza i propri figli perché in presenza di un bambino di sette anni, affetto presumibilmente da un virus, malgrado i medici avessero effettuato anche il tampone nasofaringeo per l’A/H1N1. Apriti cielo. I genitori, non ricevendo rassicurazioni dai medici, hanno deciso, di punto in bianco, di firmare le dimissioni e di riportare a casa i propri figli. Dall’ospedale hanno fatto sapere che, «come prevede il protocollo, per i casi sospetti il massimo è fare indossare ai medici e al paziente le mascherine, cosa peraltro regolarmente eseguita».
Per quanto riguarda le vaccinazioni, queste stanno andando avanti e i 365 centri distribuiti in Sicilia stanno operando con la somministrazione delle dosi ai soggetti particolarmente a rischio. «È importante vaccinare i bambini perché sono i più esposti a contrarre il virus dell’influenza A che potrebbe degenerare in polmonite virale». Lo ha ribadito ieri il vicepresidente dell’Ordine dei medici di Palermo, Giovanni Merlino. «Non è comprensibile – ha continuato – la reticenza dei pediatri che scoraggiano i genitori. È importante invece, senza creare situazioni di panico e psicosi, immunizzare i bambini e gli adolescenti, considerato che, non avendo vissuto il periodo dell’influenza aviaria, non hanno sviluppato quegli anticorpi che invece hanno le persone più adulte».
Merlino mette in guardia anche sulla possibile degenerazione dell’influenza A: «Il timore è che nel momento in cui il virus si diffonderà nel Sud- Est asiatico, dove non ci sono gli stessi strumenti di vaccinazione del resto del mondo, il virus possa "combinarsi" con quello dell’aviaria e mutare in un terzo virus ancora più pericoloso per l’uomo. Per questo è necessario immunizzare i ragazzi che sarebbero del tutto disarmati di fronte ad una simile eventualità ».
Per quanto riguarda, invece, i ricoveri, il punto della situazione è a «macchia di leopardo» in tutta la Sicilia. «Dall’inizio della diffusione dell’influenza A, ad aprile scorso, fino ad oggi ci sono stati solo 8 ricoveri per casi sospetti di persone affette dal virus AH1N1: solo 2, però, sono risultati positivi». A renderlo noto è Massimo Enzo Farinella, direttore responsabile del reparto Malattie infettive dell’ospedale Cervello, centro di riferimento regionale per l’influenza A. «Probabilmente questo perché – continua –, pur essendo passati da un grado di allarme da 3 a 6, ancora non è arrivato il picco della diffusione prevista per fine novembre ».
Negli ospedali di Messina, invece, sono ricoverate 9 persone affette dal virus: una al Piemonte, quattro al Policlinico e quattro al Papardo. «Nel nostro reparto – sottolinea Giovanni Sturniolo, direttore dell’unità operativa di Malattie infettive del Policlinico – è ricoverato solo un ragazzo, ma non è grave e sarà dimesso presto». In pediatria sono ricoverati due bambini «che non destano preoccupazioni – rileva Filippo De Luca, direttore del dipartimento materno infantile dell’ospedale –. Nei prossimi giorni eviteremo di fare l’esame con il tampone a tutti, ma solo ai casi più gravi per i quali si seguiranno i protocolli necessari».
Per quanto riguarda le vaccinazioni, queste stanno andando avanti e i 365 centri distribuiti in Sicilia stanno operando con la somministrazione delle dosi ai soggetti particolarmente a rischio. «È importante vaccinare i bambini perché sono i più esposti a contrarre il virus dell’influenza A che potrebbe degenerare in polmonite virale». Lo ha ribadito ieri il vicepresidente dell’Ordine dei medici di Palermo, Giovanni Merlino. «Non è comprensibile – ha continuato – la reticenza dei pediatri che scoraggiano i genitori. È importante invece, senza creare situazioni di panico e psicosi, immunizzare i bambini e gli adolescenti, considerato che, non avendo vissuto il periodo dell’influenza aviaria, non hanno sviluppato quegli anticorpi che invece hanno le persone più adulte».
Merlino mette in guardia anche sulla possibile degenerazione dell’influenza A: «Il timore è che nel momento in cui il virus si diffonderà nel Sud- Est asiatico, dove non ci sono gli stessi strumenti di vaccinazione del resto del mondo, il virus possa "combinarsi" con quello dell’aviaria e mutare in un terzo virus ancora più pericoloso per l’uomo. Per questo è necessario immunizzare i ragazzi che sarebbero del tutto disarmati di fronte ad una simile eventualità ».
Per quanto riguarda, invece, i ricoveri, il punto della situazione è a «macchia di leopardo» in tutta la Sicilia. «Dall’inizio della diffusione dell’influenza A, ad aprile scorso, fino ad oggi ci sono stati solo 8 ricoveri per casi sospetti di persone affette dal virus AH1N1: solo 2, però, sono risultati positivi». A renderlo noto è Massimo Enzo Farinella, direttore responsabile del reparto Malattie infettive dell’ospedale Cervello, centro di riferimento regionale per l’influenza A. «Probabilmente questo perché – continua –, pur essendo passati da un grado di allarme da 3 a 6, ancora non è arrivato il picco della diffusione prevista per fine novembre ».
Negli ospedali di Messina, invece, sono ricoverate 9 persone affette dal virus: una al Piemonte, quattro al Policlinico e quattro al Papardo. «Nel nostro reparto – sottolinea Giovanni Sturniolo, direttore dell’unità operativa di Malattie infettive del Policlinico – è ricoverato solo un ragazzo, ma non è grave e sarà dimesso presto». In pediatria sono ricoverati due bambini «che non destano preoccupazioni – rileva Filippo De Luca, direttore del dipartimento materno infantile dell’ospedale –. Nei prossimi giorni eviteremo di fare l’esame con il tampone a tutti, ma solo ai casi più gravi per i quali si seguiranno i protocolli necessari».
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