il 118 in sicilia

il 118 in sicilia
In Sicilia il Servizio Urgenza Emergenza Sanitario "S.U.E.S. 118", attivato in maniera sperimentale e provvisoria l' 11 Agosto 1997, è dotato di quattro Centrali Operative interprovinciali presso le provincedi Palermo, Catania, Caltanissetta e Messina. Ogni C.O. è provvista di una rete telefonica sanitaria dedicata solo alla emergenza (118) e indipendente da quella ordinaria, con venti linee dhe afferiscono a cinque posti di operatori; dispone inoltre di una rete privata virtuale dedicata (RPV) che le collega fra loro, con tutti i pronto soccorso e con tutti i reparti dell'area critica degli ospedali dell'Isola (Rianimazioni, Unità coronariche, Neurochirurgie, etc.); ognuna di esse è fornita inoltre di un sistema di registrazione automatico di tutte le telefonate che vi afferiscono. Le Centrali Operative, ciascuna per il proprio bacino, sono raggiungibili dall'utenza componendo il numero telefonico unico e gratuito 1-1-8.

sabato 14 novembre 2009


ADNKronos Salute - 13.11.2009
Ed. del 13.11.2009
n.d.

L'infettivologo, pneumococco vero killer in pandemia 1918
Roma, 13 nov. (Adnkronos Salute) - A uccidere oltre 50 milioni di persone in tutto il mondo, 400 mila solo in Italia, durante la pandemia di Spagnola (1918-1919) fu in realtà una "superinfezione", cioè una malattia respiratoria causata da batteri in grado di attaccare i pazienti già debilitati pesantemente dal virus influenzale. E il batterio "indiziato" numero uno è lo Streptococcus pneumoniae (pneumococco). E'’ la conclusione di uno studio curato da Keith Klugman, della divisione di Malattie infettive alla Emory University (Usa), che ne ha parlato oggi a Roma in occasione del "Bridging to the Future - Pneumococcal Conjugate Vaccine Summit".
La teoria apre scenari nuovi anche per quanto riguarda l'influenza A. Klugman e il suo team assicurano di aver identificato quale fu la vera causa della letalità della più grave pandemia che la storia dell'umanità abbia mai registrato. «Nel 1918 non erano disponibili né vaccini né trattamenti farmacologici efficaci - ha spiega l'infettivologo - mentre oggi gran parte della popolazione è coperta da vaccini contro lo pneumococco, che causa polmoniti, meningiti e altri gravi disturbi. In un’era di antibiotici e di vaccini probabilmente quella stessa pandemia farebbe molti meno morti».
La ricerca, pubblicata sulla rivista "Emerging Infectious Diseases" e riportata sul sito dei Centers of Disease Control and Prevention (Cdc) americani, sostiene quindi che a causare gli alti tassi di mortalità dell’epoca non fu tanto l'influenza in sé, quanto una complicanza che sorse in conseguenza della malattia, appunto un’aggressiva infezione dovuta allo Streptococcus pneumoniae. E quando sarà terminata la nuova pandemia influenzale si potrà dire con sicurezza se i Paesi che vaccinano i bambini contro lo pneumococco, avranno meno morti causati dall'influenza A.
All'influenza venne dato il nome di "spagnola", non perché in Spagna si registrarono i primi focolai, ma poiché a parlarne inizialmente furono soltanto i giornali iberici. Era infatti l'unico Stato a non essere coinvolto nella Prima guerra mondiale e la stampa non era soggetta alla censura. In realtà la malattia fu portata in Europa dalle truppe statunitensi che, a partire dall'aprile 1917, confluirono in Francia per la Grande Guerra. La pandemia colpì un miliardo di persone uccidendone almeno 50 milioni.
Non è mai stato tuttavia possibile quantificare con esattezza né il numero delle vittime né quello dei contagiati, ma di certo si sa che ebbe un tasso di mortalità elevatissimo, che raggiunse in alcune comunità anche il 70%, mettendo in ginocchio l'intera Europa.
Klugman ha preso in esame i dati clinici disponibili sulla pandemia del 1918 e ha notato che il tempo medio di decesso dai primi sintomi era di 10-11 giorni, un periodo più compatibile con un’infezione batterica che virale. I sintomi erano tosse, dolori lombari, febbre; poi i polmoni cominciavano a riempirsi di sangue e la morte poteva sopraggiungere in pochissimi giorni.
Da qui la conclusione secondo cui la maggior parte dei morti si ebbe in realtà per complicanze batteriche, ovvero infezioni che si sovrapposero all'influenza nell'organismo indebolito dei pazienti. Klugman ha anche tentato di fare una prima analisi della situazione attuale, relativa alla pandemia da H1N1: «a confronto con la Spagnola, abbiamo rilevato una percentuale più bassa di infezioni batteriche nei pazienti morti negli Usa fino allo scorso agosto. Ma erano causate in maggior parte da ceppi di pneumococco non compresi negli attuali vaccini. Ciò significa che, se non esistesse l'immunizzazione, la situazione sarebbe stata ben più grave».

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Rimuovere i graffi dai cd in cinque minuti


Eccovi alcuni metodi casalinghi, mediante i quali dovreste essere in grado di rimuovere i graffi dalla superficie dei cd.Le superfici dei cd o dei dvd sono molto delicate. Infatti, basta una scorretta conservazione, ed ecco che la superficie di esso si striscia. Se avete sperimentato tutto quanto era nelle vostre conoscenze, ma non avete ancora risolto il problema, vi indichiamo altri metodi, mediante cui dovreste essere in grado di rimettere in sesto i vostri cd o dvd. Tuttavia, sia bene chiaro, quelle sotto riportate devono essere intese come "ultime spiagge", ossia soluzioni utilme al problema, cui ricorrere soltanto quando non c'è proprio più niente da fare. Di conseguenza, non ci assumiamo nessuna responsabilità nel caso in cui non riusciste a pervenire al risultato sperato. In sostanza, non vi assicuriamo che i vari metodi proposti possano effettivamente funzionare. Primo metodo – Il dentifricio Cosa vi serve: Un cd da pulire Dentifricio (possibilmente a pasta bianca e non colorata, senza granuli) Acqua di rubinetto Un batuffolo di cotone Un panno morbido Dieci minuti di tempo Sul mercato esistono dei costosissimi kit di riparazione, ma con questo metodo non servono. Prendiamo il supporto da pulire e mettiamoci sopra del dentifricio. Con un batuffolo di cotone leggermente inumidito (o con le mani, se preferite) spalmiamo per bene il dentifricio lungo tutta la superficie del cd, anche se ne è strisciata solo una piccola parte. Lasciamo agire il dentifricio per cinque minuti. Quindi prendiamo il cd e, sotto l’acqua corrente, togliamo con le mani ogni residuo di dentifricio. Quando abbiamo rimosso tutto il dentifricio, asciughiamo il supporto con un panno morbido e, voilà, la superficie ora è ben levigata! Ovviamente, devo ricordarvi che se la superficie presenta graffi profondi, questi potrebbero non venir via, neppure se lasciaste agire il dentifricio per giorni e giorni. Secondo metodo – La banana E' possibile rimuovere i graffi dai cd anche con questo frutto esotico, ma la procedura è un po’ più lunga. Cosa vi serve: Un cd da pulire Un pezzo di banana (con la sua buccia, da utilizzare in seguito) Un panno morbido Acqua di rubinetto Quindici minuti del vostro tempo Prendiamo il supporto da pulire e strofiniamoci sopra la polpa della banana con movimenti circolari. E' necessario strofinare tutta la superficie del cd. Lasciamo agire la polpa sul support per 5 minuti. Ripuliamo la superficie con la parte interna della buccia . Laviamo il supporto con acqua e asciughiamolo con un panno morbido.Anche per quanto riguarda questo metodo, è nostro dovere segnalare che i graffi molto profondi potrebbero non sparire, anche dopo giorni e giorni di duro lavoro.

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