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IL RISCHIO PANDEMIA. Domani si riunisce l’unità di crisi del governo: sul tavolo apertura delle scuole, vaccinazione e accordo Regioni-medici di famiglia
Influenza, non escluse vacanze più lunghe a Natale
Si aggrava una paziente di 46 anni ricoverata a Messina, cresce il numero dei casi in Europa
Il ministro Gelmini assicura che l’anno scolastico si inizierà regolarmente, «ma - dice - non escludo nulla»
ROMA. Scuola, vaccinazione, parere del consiglio superiore di Sanità sull’utilizzo del vaccino per le donne incinte e i bambini e ragazzi dai 2 a 18 anni e definizione dell’accordo quadro tra Regioni e medici di famiglia. Sono questi alcuni dei nodi che saranno affrontati mercoledì prossimo nella riunione dell’Unità di crisi messa in piedi dal ministero della Salute per monitorare l’evoluzione del virus H1N1 e preparare strategie per frenarne la diffusione autunnale.
Senza contare che dall’incontro potrebbe venir fuori la lista dettagliata, ancora non ufficiale, del «personale dei servizi essenziali», ovvero la lista delle categorie (in totale circa 8,6 milioni di persone) che avranno priorità, visto il loro ruolo pubblico, nella prima fase di vaccinazione. La scuola dunque resta un tema caldo, considerato che il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, pur confermando che gli istituti riapriranno regolarmente, non ha escluso la possibilità di vacanze natalizie più lunghe in coincidenza con il picco dell’influenza. Di questo si occuperà un’apposita commissione di lavoro formata da tecnici dei dicasteri del Miur e della Salute.
Il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini ha voluto rasserenare le famiglie, alla vigilia dell’apertura dell’anno scolastico: «Nnon escludiamo nulla. Però io credo che oggi il Paese va tranquillizzato circa il fatto che la situazione è sotto controllo e anche se si verificheranno casi di influenza più diffusamente il governo ha pronto un piano di intervento. Quindi cerchiamo di vivere tranquillamente e ovviamente di assumere le precauzioni necessarie per evitare il più possibile la diffusione di questa influenza ». Parole rafforzate poi da un nota di Viale Trastevere che ha ribadito che per ora nessuna decisione è stata presa, men che mai sulle vacanze di Natale.
Da parte sua, il farmacologo Silvio Garattini, torna sulla proposta di chiudere una scuola quando ci sono tre o più casi di persone ammalate contemporaneamente: «Su 1000 studenti, tre può essere un numero basso ma su una scuola che conta 50 alunni, tre casi possono essere sufficienti alla chiusura». Una decisione, quindi, da «valutare caso per caso». La procedura per chiudere le scuole è stata delineata dalla Gelmini ribadendo che il governo sta lavorando ad un programma di contrasto: «Laddove in una scuola si fossero verificati casi di influenza ci sarà un controllo dell’autorità sanitaria, un coinvolgimento del dirigente scolastico e del Comune. Si provvederà solo in quel caso alla chiusura della scuola ».
Certo è che «non ci sarà un rinvio dell’inizio dell’anno scolastico perchè ad oggi si sono verificati solo casi circoscritti di influenza A e quindi non ci sono le motivazioni per un provvedimento così drastico». Qualche liceo sta però correndo ai ripari autonomamente con singole circolari, come il Newton di Roma che ha deciso di vietare baci ed effusioni tra gli studenti.
Nel frattempo il Governo aspetta il parere del Css sulla vaccinazione di donne incinte e di bambini e ragazzi dai 2 a 18 anni. Parere che dovrebbe arrivare per mercoledì e che al momento, spiega il presidente del Css Franco Cuccurullo, non sembra riscontrare «anomalie». Nel corso dell’Unità di crisi si affronterà inoltre il problema della covaccinazione (influenza A e «stagionale»), ovvero la possibilità di effettuare contemporaneamente una doppia seduta o la scelta di posticipare il vaccino dell’influenza tradizionale. Una scelta, questa, che verrà presa sulla base dell’autorizzazione dell’Agenzia europea del farmaco (Emea).
Inoltre resta da mettere a punto anche l’accordo quadro firmato la scorsa settimana tra Governo, Regioni e medici di famiglia. In tal senso si dovrebbe dar vita a delle linee guida per definire con più chiarezza il ruolo dei medici di famiglia nella gestione della campagna di vaccinazioni. Medici di famiglia che invitano la popolazione a non correre in ospedale per chiedere il teste alla comparsa di primi sintomi come tosse e febbre, ma di telefonare allo studio del medico di base per un primo consulto.
Intanto, cresce il numero dei casi di influenza A in Europa: sono 48.668 secondo le stime dei Centri europei per il controllo e la prevenzione delle malattie (Ecdc). In Italia, migliorano le condizioni del giovane ricoverato a Napoli che ha sconfitto il virus, mentre peggiorano le condizioni di una paziente quarantaseienne di Messina che si trova all’ospedale Papardo: la donna, ricoverata d’urgenza il 30 agosto scorso a causa di gravi problemi respiratori, ha inizialmente risposto bene alla terapia con antivirali e antibiotici; ma poi c’è stato un lieve peggioramento e la paziente è stata trsportata nel reparto di Rianimazione.
ROMA. Scuola, vaccinazione, parere del consiglio superiore di Sanità sull’utilizzo del vaccino per le donne incinte e i bambini e ragazzi dai 2 a 18 anni e definizione dell’accordo quadro tra Regioni e medici di famiglia. Sono questi alcuni dei nodi che saranno affrontati mercoledì prossimo nella riunione dell’Unità di crisi messa in piedi dal ministero della Salute per monitorare l’evoluzione del virus H1N1 e preparare strategie per frenarne la diffusione autunnale.
Senza contare che dall’incontro potrebbe venir fuori la lista dettagliata, ancora non ufficiale, del «personale dei servizi essenziali», ovvero la lista delle categorie (in totale circa 8,6 milioni di persone) che avranno priorità, visto il loro ruolo pubblico, nella prima fase di vaccinazione. La scuola dunque resta un tema caldo, considerato che il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, pur confermando che gli istituti riapriranno regolarmente, non ha escluso la possibilità di vacanze natalizie più lunghe in coincidenza con il picco dell’influenza. Di questo si occuperà un’apposita commissione di lavoro formata da tecnici dei dicasteri del Miur e della Salute.
Il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini ha voluto rasserenare le famiglie, alla vigilia dell’apertura dell’anno scolastico: «Nnon escludiamo nulla. Però io credo che oggi il Paese va tranquillizzato circa il fatto che la situazione è sotto controllo e anche se si verificheranno casi di influenza più diffusamente il governo ha pronto un piano di intervento. Quindi cerchiamo di vivere tranquillamente e ovviamente di assumere le precauzioni necessarie per evitare il più possibile la diffusione di questa influenza ». Parole rafforzate poi da un nota di Viale Trastevere che ha ribadito che per ora nessuna decisione è stata presa, men che mai sulle vacanze di Natale.
Da parte sua, il farmacologo Silvio Garattini, torna sulla proposta di chiudere una scuola quando ci sono tre o più casi di persone ammalate contemporaneamente: «Su 1000 studenti, tre può essere un numero basso ma su una scuola che conta 50 alunni, tre casi possono essere sufficienti alla chiusura». Una decisione, quindi, da «valutare caso per caso». La procedura per chiudere le scuole è stata delineata dalla Gelmini ribadendo che il governo sta lavorando ad un programma di contrasto: «Laddove in una scuola si fossero verificati casi di influenza ci sarà un controllo dell’autorità sanitaria, un coinvolgimento del dirigente scolastico e del Comune. Si provvederà solo in quel caso alla chiusura della scuola ».
Certo è che «non ci sarà un rinvio dell’inizio dell’anno scolastico perchè ad oggi si sono verificati solo casi circoscritti di influenza A e quindi non ci sono le motivazioni per un provvedimento così drastico». Qualche liceo sta però correndo ai ripari autonomamente con singole circolari, come il Newton di Roma che ha deciso di vietare baci ed effusioni tra gli studenti.
Nel frattempo il Governo aspetta il parere del Css sulla vaccinazione di donne incinte e di bambini e ragazzi dai 2 a 18 anni. Parere che dovrebbe arrivare per mercoledì e che al momento, spiega il presidente del Css Franco Cuccurullo, non sembra riscontrare «anomalie». Nel corso dell’Unità di crisi si affronterà inoltre il problema della covaccinazione (influenza A e «stagionale»), ovvero la possibilità di effettuare contemporaneamente una doppia seduta o la scelta di posticipare il vaccino dell’influenza tradizionale. Una scelta, questa, che verrà presa sulla base dell’autorizzazione dell’Agenzia europea del farmaco (Emea).
Inoltre resta da mettere a punto anche l’accordo quadro firmato la scorsa settimana tra Governo, Regioni e medici di famiglia. In tal senso si dovrebbe dar vita a delle linee guida per definire con più chiarezza il ruolo dei medici di famiglia nella gestione della campagna di vaccinazioni. Medici di famiglia che invitano la popolazione a non correre in ospedale per chiedere il teste alla comparsa di primi sintomi come tosse e febbre, ma di telefonare allo studio del medico di base per un primo consulto.
Intanto, cresce il numero dei casi di influenza A in Europa: sono 48.668 secondo le stime dei Centri europei per il controllo e la prevenzione delle malattie (Ecdc). In Italia, migliorano le condizioni del giovane ricoverato a Napoli che ha sconfitto il virus, mentre peggiorano le condizioni di una paziente quarantaseienne di Messina che si trova all’ospedale Papardo: la donna, ricoverata d’urgenza il 30 agosto scorso a causa di gravi problemi respiratori, ha inizialmente risposto bene alla terapia con antivirali e antibiotici; ma poi c’è stato un lieve peggioramento e la paziente è stata trsportata nel reparto di Rianimazione.
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