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L'Annuncio
"Mazzarino, caccerò i responsabili"
Ars, in commissione il dibattito sulla morte del ragazzo. Russo contro i medici
«CHI ha sbagliato sarà cacciato. I primari che hanno rilasciato dichiarazioni alla stampa hanno detto cose errate e avventate, è stato creato un grave danno d'immagine al sistema sanitario siciliano». L'assessore Massimo Russo è un fiume in piena: durante la commissione Sanità dell'Ars, convocata ieri dal presidente Giuseppe Laccoto sul caso del ragazzo morto dissanguato dopo aver inutilmente peregrinato tra gli ospedali di Mazzarino e Caltanissetta, l'ex magistrato ha annunciato azioni disciplinari e perfino «licenziamenti» non appena avrà sul tavolo la relazione degli ispettori di piazza Ottavio Ziino inviati nei due ospedali del Nisseno. È questo l'ennesimo capitolo del libro degli scontri a dir poco duri che Russo ha avuto, prima e dopo il varo della riforma, con burocrati e camici bianchi di Ausl e ospedali di mezza Sicilia: da Villa Ermosa a Siracusa, passando per l'Azienda sanitaria di Palermo. La Casa del Sole, il Civico e Villa Sofia.
L'ultimo fronte aperto ieri pomeriggio all'Ars da Russo riguarda i medici e i primari dei reparti degli ospedali di Caltanissetta e Mazzarino, coinvolti nella morte per dissanguamento del giovane Filippo Li Gambi. Un caso di mala sanità, finito sulle prime pagine di tutti i giornali, con i medici che hanno puntato il dito sui tagli alla spesa e l'inefficienza del servizio d'emergenza. A partire dal primario di chirurgia dell'ospedale di Mazzarino, Antonino Tirrò, che ha detto che la sala operatoria «non era abilitata alle emergenze» e che «non c'era personale sufficiente» perché con la riforma si è bloccato il turn over. Accuse di inefficienza al sistema sanitario, e in particolare al 118, sono arrivate poi dal responsabile dell'ospedale di Caltanissetta, Elio Barnabà: «Ora cercano un colpevole a tutti i costi e per difendere la riforma del sistema devono trovarlo fra i medici - ha detto Barnabà - Ma a Caltanissetta potevamo fare ben poco per salvare quel povero ragazzo: se l'ambulanza fosse stata medicalizzata e se non ci fosse stata la tappa a Mazzarino, dove il paziente è rimasto 50 minuti, forse si sarebbe salvato». Parole, quelle dei due primari, che hanno fatto andare su tutte le furie Russo, che ieri davanti alla commissione Sanità dell'Ars (abbandonata polemicamente dal sindaco di Mazzarino, Vincenzo D'Asaro) ha annunciato provvedimenti disciplinari: «Le frasi di Barnabà e di Tirrà hanno creato un grave danno d'immagine al sistema sanitario siciliano, ma sono errate e poco veritiere, forse dette per difendere un primariato o il posto di lavoro a 150 metri da casa - ha detto ieri l'assessore a Palazzo dei Normanni - La verità è che ci sono delle responsabilità da parte dei medici intervenuti nei soccorsi al ragazzo morto e una volta accertate scatteranno i provvedimenti disciplinari, e se qualcuno avrà commesso errori sarà cacciato». Quello contro i due primari del Nisseno non è certo il primo scontro tra Russo e i camici bianchi e direttori sanitari dell'Isola: uno scontro che da un lato vede i sindacati comunque sostenere l'assessore e dall'altro alcuni medici puntare il dito contro la riforma e soprattutto la sua applicazione.
Proprio ieri mattina Russo ha chiamato il primario della Pediatria della Casa del Sole di Palermo, Giuseppe Li Voti, per chiedere conto e ragione delle dichiarazioni rilasciate da alcuni medici interni che accusavano l'assessore di voler smantellare l'ospedale: «Noi da qui non ce ne andremo, nonostante le riforme volute da Russo», avevano detto i medici della Casa del Sole. La riforma sanitaria ha causato scontri anche con i direttori generali: lo scorso mese l'ex magistrato ha preso carta e penna per chiedere di revocare promozioni e appalti esterni all'Ausl di Palermo, guidata da Salvatore Iacolino, e all'ospedale Umberto I di Siracusa, diretto fino a luglio da Alfredo Gurrieri, che aveva firmato un bando da 2 milioni di euro per il servizio esterno di assistenza ai malati terminali, nonostante il blocco alle esternalizzazioni varato dallo stesso Russo.
Nel giugno scorso, invece, l'ex magistrato aveva accusato il direttore sanitario dell'Ausl di Caltanissetta, Mancuso, per «le pessime condizioni della struttura sanitaria di Villarmosa», e in particolare del pronto soccorso che Russo aveva visitato di persona. Dall'Ausl si erano difesi dicendo che mancavano le risorse economiche: «Qui non c'entrano le presunte ristrettezze economiche, basterebbero poche migliaia di euro per rendere decorosa questa struttura», ha replicato Russo all'ennesimo episodio che lo ha visto contrapposto ai camici bianchi siciliani.
L'ultimo fronte aperto ieri pomeriggio all'Ars da Russo riguarda i medici e i primari dei reparti degli ospedali di Caltanissetta e Mazzarino, coinvolti nella morte per dissanguamento del giovane Filippo Li Gambi. Un caso di mala sanità, finito sulle prime pagine di tutti i giornali, con i medici che hanno puntato il dito sui tagli alla spesa e l'inefficienza del servizio d'emergenza. A partire dal primario di chirurgia dell'ospedale di Mazzarino, Antonino Tirrò, che ha detto che la sala operatoria «non era abilitata alle emergenze» e che «non c'era personale sufficiente» perché con la riforma si è bloccato il turn over. Accuse di inefficienza al sistema sanitario, e in particolare al 118, sono arrivate poi dal responsabile dell'ospedale di Caltanissetta, Elio Barnabà: «Ora cercano un colpevole a tutti i costi e per difendere la riforma del sistema devono trovarlo fra i medici - ha detto Barnabà - Ma a Caltanissetta potevamo fare ben poco per salvare quel povero ragazzo: se l'ambulanza fosse stata medicalizzata e se non ci fosse stata la tappa a Mazzarino, dove il paziente è rimasto 50 minuti, forse si sarebbe salvato». Parole, quelle dei due primari, che hanno fatto andare su tutte le furie Russo, che ieri davanti alla commissione Sanità dell'Ars (abbandonata polemicamente dal sindaco di Mazzarino, Vincenzo D'Asaro) ha annunciato provvedimenti disciplinari: «Le frasi di Barnabà e di Tirrà hanno creato un grave danno d'immagine al sistema sanitario siciliano, ma sono errate e poco veritiere, forse dette per difendere un primariato o il posto di lavoro a 150 metri da casa - ha detto ieri l'assessore a Palazzo dei Normanni - La verità è che ci sono delle responsabilità da parte dei medici intervenuti nei soccorsi al ragazzo morto e una volta accertate scatteranno i provvedimenti disciplinari, e se qualcuno avrà commesso errori sarà cacciato». Quello contro i due primari del Nisseno non è certo il primo scontro tra Russo e i camici bianchi e direttori sanitari dell'Isola: uno scontro che da un lato vede i sindacati comunque sostenere l'assessore e dall'altro alcuni medici puntare il dito contro la riforma e soprattutto la sua applicazione.
Proprio ieri mattina Russo ha chiamato il primario della Pediatria della Casa del Sole di Palermo, Giuseppe Li Voti, per chiedere conto e ragione delle dichiarazioni rilasciate da alcuni medici interni che accusavano l'assessore di voler smantellare l'ospedale: «Noi da qui non ce ne andremo, nonostante le riforme volute da Russo», avevano detto i medici della Casa del Sole. La riforma sanitaria ha causato scontri anche con i direttori generali: lo scorso mese l'ex magistrato ha preso carta e penna per chiedere di revocare promozioni e appalti esterni all'Ausl di Palermo, guidata da Salvatore Iacolino, e all'ospedale Umberto I di Siracusa, diretto fino a luglio da Alfredo Gurrieri, che aveva firmato un bando da 2 milioni di euro per il servizio esterno di assistenza ai malati terminali, nonostante il blocco alle esternalizzazioni varato dallo stesso Russo.
Nel giugno scorso, invece, l'ex magistrato aveva accusato il direttore sanitario dell'Ausl di Caltanissetta, Mancuso, per «le pessime condizioni della struttura sanitaria di Villarmosa», e in particolare del pronto soccorso che Russo aveva visitato di persona. Dall'Ausl si erano difesi dicendo che mancavano le risorse economiche: «Qui non c'entrano le presunte ristrettezze economiche, basterebbero poche migliaia di euro per rendere decorosa questa struttura», ha replicato Russo all'ennesimo episodio che lo ha visto contrapposto ai camici bianchi siciliani.
02.09.2009 | Antonio Fraschilla |
http://www.medpress.it/rass_stampa/rstampa.php?id=2552 |
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