il 118 in sicilia

il 118 in sicilia
In Sicilia il Servizio Urgenza Emergenza Sanitario "S.U.E.S. 118", attivato in maniera sperimentale e provvisoria l' 11 Agosto 1997, è dotato di quattro Centrali Operative interprovinciali presso le provincedi Palermo, Catania, Caltanissetta e Messina. Ogni C.O. è provvista di una rete telefonica sanitaria dedicata solo alla emergenza (118) e indipendente da quella ordinaria, con venti linee dhe afferiscono a cinque posti di operatori; dispone inoltre di una rete privata virtuale dedicata (RPV) che le collega fra loro, con tutti i pronto soccorso e con tutti i reparti dell'area critica degli ospedali dell'Isola (Rianimazioni, Unità coronariche, Neurochirurgie, etc.); ognuna di esse è fornita inoltre di un sistema di registrazione automatico di tutte le telefonate che vi afferiscono. Le Centrali Operative, ciascuna per il proprio bacino, sono raggiungibili dall'utenza componendo il numero telefonico unico e gratuito 1-1-8.

venerdì 4 settembre 2009


Le News di MEDPress.it... 
Corriere della Sera - 03.09.2009
Ed. del 03.09.2009 - pag. 15
A.Bz.
«Il buon ospedale? Lo fa il medico capace»
Mario Condorelli, direttore scientifico di Multimedica
Qualche volta la colpa è anche della scarsa conoscenza di quello che «offre il mercato». Così i malati del Sud finiscono per prendere la via del Nord, alla ricerca di cure migliori. Secondo gli ultimi dati disponibili, sono almeno un milione all'anno gli emigranti della salute che si spostano da regioni come Campania, Calabria e Sicilia (quelle che «perdono» più pazienti) verso Lazio, Emilia Romagna, Lombardia (fra quelle che ne ricevono di più).
A emigrare, poi, non sono soltanto i pazienti: anche medici e ricercatori preferiscono ambienti di lavoro più stimolanti e laboratori di ricerca più attrezzati e più organizzati, e abbandonano le zone di origine.
«È vero, le disfunzioni nella sanità meridionale esistono, ma le persone si lasciano condizionare dall'idea che tutto va male e, prima ancora di informarsi su quello che esiste vicino a casa loro, fanno la valigia e si mettono in viaggio», dice Mario Condorelli, caposcuola della medicina interna all'Università di Napoli, a lungo presidente del Consiglio superiore di sanità e senatore della Repubblica, ora direttore scientifico alla Multimedica di Milano. «Ma anche al Sud - continua Condorelli - ci sono esempi di buona sanità, non solo nel pubblico, ma anche nel privato».
Secondo Condorelli, però, le eccellenze che si trovano al Sud sono legate soprattutto agli uomini: dove i «maestri» hanno stimolato gli allievi ad acquisire esperienze nei migliori centri all'estero, hanno attivato progetti di ricerca, hanno promosso l'innovazione e hanno stimolato la formazione del personale sanitario, medico, ma anche infermieristico («Indispensabile - sottolinea il clinico napoletano - per una buona assistenza») i risultati si vedono.
Certo i problemi rimangono e sono storico-culturali, oltre che amministrativi: «Fino a pochi decenni fa - ricorda Condorelli - tre quarti delle università italiane si trovavano da Roma in su e questo significa che per lungo tempo è mancato al Sud lo stimolo alla formazione e alla ricerca e, quindi, anche all'innovazione nell'assistenza ai malati. Soltanto negli ultimi anni è cominciata la crescita della sanità meridionale. Poi c'è il problema dei "buchi di gestione", di cui hanno dato notizia i giornali in questi giorni. La questione, però, non è politica. Altrimenti non si capisce perché regioni del Nord, governate sia dalla destra che dalla sinistra, funzionano. Il problema evidentemente è di malcostume amministrativo che, al Sud, ha creato un circolo vizioso».
Ma è possibile uscire da questo circolo vizioso che ha penalizzato la sanità e costringe ancora oggi i malati a emigrare? «E' indispensabile combattere il localismo - risponde Condorelli - e creare sistemi che diano spazio al merito. Non soltanto nelle università, ma anche negli ospedali dove i manager, che nominano i primari, devono poter scegliere i migliori».
Meritocrazia innanzitutto, ma anche stimolo alla ricerca e organizzazione. «La ricerca e l'aggiornamento continuo - dice Condorelli - sono indispensabili per una buona sanità sia nel pubblico sia nel privato. E poi l'organizzazione. Prendiamo la medicina interna: prima l'internista era il medico che "sapeva" tutto. Adesso, con l'estrema specializzazione della medicina, è il medico che "ascolta" tutti ed è colui che riesce a fare la "sintesi" di tutto quello che scoprono gli specialisti, nel bene del malato. Ma perché questo avvenga, è indispensabile, appunto, l'organizzazione».

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Rimuovere i graffi dai cd in cinque minuti


Eccovi alcuni metodi casalinghi, mediante i quali dovreste essere in grado di rimuovere i graffi dalla superficie dei cd.Le superfici dei cd o dei dvd sono molto delicate. Infatti, basta una scorretta conservazione, ed ecco che la superficie di esso si striscia. Se avete sperimentato tutto quanto era nelle vostre conoscenze, ma non avete ancora risolto il problema, vi indichiamo altri metodi, mediante cui dovreste essere in grado di rimettere in sesto i vostri cd o dvd. Tuttavia, sia bene chiaro, quelle sotto riportate devono essere intese come "ultime spiagge", ossia soluzioni utilme al problema, cui ricorrere soltanto quando non c'è proprio più niente da fare. Di conseguenza, non ci assumiamo nessuna responsabilità nel caso in cui non riusciste a pervenire al risultato sperato. In sostanza, non vi assicuriamo che i vari metodi proposti possano effettivamente funzionare. Primo metodo – Il dentifricio Cosa vi serve: Un cd da pulire Dentifricio (possibilmente a pasta bianca e non colorata, senza granuli) Acqua di rubinetto Un batuffolo di cotone Un panno morbido Dieci minuti di tempo Sul mercato esistono dei costosissimi kit di riparazione, ma con questo metodo non servono. Prendiamo il supporto da pulire e mettiamoci sopra del dentifricio. Con un batuffolo di cotone leggermente inumidito (o con le mani, se preferite) spalmiamo per bene il dentifricio lungo tutta la superficie del cd, anche se ne è strisciata solo una piccola parte. Lasciamo agire il dentifricio per cinque minuti. Quindi prendiamo il cd e, sotto l’acqua corrente, togliamo con le mani ogni residuo di dentifricio. Quando abbiamo rimosso tutto il dentifricio, asciughiamo il supporto con un panno morbido e, voilà, la superficie ora è ben levigata! Ovviamente, devo ricordarvi che se la superficie presenta graffi profondi, questi potrebbero non venir via, neppure se lasciaste agire il dentifricio per giorni e giorni. Secondo metodo – La banana E' possibile rimuovere i graffi dai cd anche con questo frutto esotico, ma la procedura è un po’ più lunga. Cosa vi serve: Un cd da pulire Un pezzo di banana (con la sua buccia, da utilizzare in seguito) Un panno morbido Acqua di rubinetto Quindici minuti del vostro tempo Prendiamo il supporto da pulire e strofiniamoci sopra la polpa della banana con movimenti circolari. E' necessario strofinare tutta la superficie del cd. Lasciamo agire la polpa sul support per 5 minuti. Ripuliamo la superficie con la parte interna della buccia . Laviamo il supporto con acqua e asciughiamolo con un panno morbido.Anche per quanto riguarda questo metodo, è nostro dovere segnalare che i graffi molto profondi potrebbero non sparire, anche dopo giorni e giorni di duro lavoro.

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