Gio, 06/08/2009 - 09:20
Avezzano. I tagli alla sanità questa volta colpiscono il 118. I medici del servizio che operano nel territorio della di competenza della Asl Avezzano Sulmona già dai prossimi mesi dovranno rinunciare ad un terzo dello stipendio. I medici del 118 di Avezzano Sulmona sono tra quelli della Regione a lavorare di più. Sono in servizio per più di 168 ore al mese, fanno tremila interventi e 45mila prestazioni annue, eppure la Regione, nel piano per la riorganizzazione della sanità ha deciso di tagliare loro lo stipendio generando proteste e scioperi da parte di tutto il personae. A far irritare di più i 15 medici del 118 sono soprattutto le decisioni sbagliate che secondo loro l'amministrazione avrebbe preso assumendo due unità opeative in più per impiegarle in sedi dove non c'è necessità.
Questo avrebbe comportato inevitabilmente una mancanza di fondi per pagare tutti gli stipendi e di conseguenza avrebbe portato i vertici della sanità regionale a decidere per un taglio degli stipendi. «Il fondo per retribuire le due unità ridistribuito basterebbe a evitare il taglio di un terzo dello stipendio a tutti", hanno spiegato i medici del 118. "Non vogliamo pagare di tasca nostra errori amministrativi. E poi c'è da considerare anche dove siamo costretti a lavorare. La stanza riservata ai medici", continuano, "è un vero tugurio. Non c'è neanche il bagno e lì dentro si cambiano sette persone, uomini e donne indistintamente". Questa situazione precaria in cui sono costretti a lavorare i medici è stata più volte denunciata dai rappresentanti dei sindacati alla Asl. Molte sono state le richieste poi di incontri che però puntalmente sono state respinte dai vertici dell'azienda sanitaria. Sotto il mirino dei disservizi non c'è solo il pronto soccorso di Avezzano, ma anche quello di Pescina e di Tagliacozzo. Per queste due sedi vennero finanziati 2,5 milioni di euro, ma però impiegati. I disagi e una scarso servizio mettono a dura prova anche l'operato dei medici, costretti spesso a subire le lamentele dei pazienti che protestano per una situazione diventata ormai insostenibile. "In alcune occasioni quando arriviamo sul posto rischiamo il linciaggio perché spesso ci troviamo a decine di chilometri di distanza e il tempo di attesa per l'intervento diventa molto lungo", ha raccontato un medico che ogni giorno deve fare molteplici sforzi per portare avanti il suo lavoro tra mille difficoltà. Il mancato impiego dei cinque miliardi di vecchie lire stanziati dalla Regione nel 2000 per i 118 di Tagliacozzo e Pescina è al centro di un esposto presentato alla Procura della Repubblica per chiedere di ingare "dove siano finiti tali fondi. Qualcuno dovrà darci atto", hanno precisato i medici, "di tale anomala situazione e spiegarci dove sono stati dirottati i soldi".
Questo avrebbe comportato inevitabilmente una mancanza di fondi per pagare tutti gli stipendi e di conseguenza avrebbe portato i vertici della sanità regionale a decidere per un taglio degli stipendi. «Il fondo per retribuire le due unità ridistribuito basterebbe a evitare il taglio di un terzo dello stipendio a tutti", hanno spiegato i medici del 118. "Non vogliamo pagare di tasca nostra errori amministrativi. E poi c'è da considerare anche dove siamo costretti a lavorare. La stanza riservata ai medici", continuano, "è un vero tugurio. Non c'è neanche il bagno e lì dentro si cambiano sette persone, uomini e donne indistintamente". Questa situazione precaria in cui sono costretti a lavorare i medici è stata più volte denunciata dai rappresentanti dei sindacati alla Asl. Molte sono state le richieste poi di incontri che però puntalmente sono state respinte dai vertici dell'azienda sanitaria. Sotto il mirino dei disservizi non c'è solo il pronto soccorso di Avezzano, ma anche quello di Pescina e di Tagliacozzo. Per queste due sedi vennero finanziati 2,5 milioni di euro, ma però impiegati. I disagi e una scarso servizio mettono a dura prova anche l'operato dei medici, costretti spesso a subire le lamentele dei pazienti che protestano per una situazione diventata ormai insostenibile. "In alcune occasioni quando arriviamo sul posto rischiamo il linciaggio perché spesso ci troviamo a decine di chilometri di distanza e il tempo di attesa per l'intervento diventa molto lungo", ha raccontato un medico che ogni giorno deve fare molteplici sforzi per portare avanti il suo lavoro tra mille difficoltà. Il mancato impiego dei cinque miliardi di vecchie lire stanziati dalla Regione nel 2000 per i 118 di Tagliacozzo e Pescina è al centro di un esposto presentato alla Procura della Repubblica per chiedere di ingare "dove siano finiti tali fondi. Qualcuno dovrà darci atto", hanno precisato i medici, "di tale anomala situazione e spiegarci dove sono stati dirottati i soldi".
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