L’accusa è di falso in atto pubblico e in due casi di reato reiterato, ma i generalisti non hanno tratto vantaggi
Corriere Medico - 23.05.2008
Ed. del 22.05.2008 - n. 17 Anno XXIXn.d.
Trentadue indagati a Milano per sviste da pochi euroTrentadue medici indagati per falso tra Milano città e Pavia. Avrebbero prescritto ad assistiti defunti (in ventitré casi una sola volta) scatole di farmaci in genere di valore irrisorio (esempi: amoxicillina, nimesulide, in un caso la bombola di ossigeno). L’Asl li aveva convocati, il caso era chiarito, ma il dato girato in regione è stato poi trasmesso come atto dovuto alla procura della repubblica di Milano, che ha aperto un fascicolo. Il reato contestato è di falso in atto pubblico, articolo 479 del codice penale – in due casi si contesta la reiterazione – e prevede in teoria la reclusione fino a 10 anni. Ci sono i presupposti per sperare che tutto finisca in una bolla di sapone, ma i generalisti lombardi hanno appena finito di rimborsare le quote dei morti assistiti scoperti nel 2007 e c’è tensione. I reati contestati oggi risalirebbero al 2004- 05, prima che le Asl riallineassero le anagrafi con quelle comunali. «Spesso si tratta di sviste o di errori di trascrizione, in un contesto in cui i medici non erano al corrente di tutti i loro assistiti defunti», anticipa Vito Pappalepore leader della Fimmg milanese. Per Luigi Di Caprio (Sindacato Medicinsieme) il generalista può incorrere nel reato di falso più di frequente di quanto appaia. «La convenzione (articolo 50) dice che possiamo rilasciare le ricette senza vedere il paziente se, ad esempio nei cronici, riteniamo non sia necessaria la visita. In certi casi non siamo informati neppure dei decessi. Ma ammettiamo che qualche collega sia stato informato. Il fatto illecito qui si configurerebbe...». «La giurisprudenza – sottolinea Pappalepore – dice che quando facciamo una ricetta impegnando soldi del Ssn siamo pubblici ufficiali. Ma di fatto, supponendo di essere in presenza di pazienti soggetti a più terapie e giunti agli ultimi giorni, ricorrerebbero due situazioni. Primo caso: il malato muore e un suo familiare vuole fruire dell’ultima prescrizione magari di un antibiotico. Va dal curante, gli dice la verità e quello chiude un occhio commettendo una leggerezza per la quale, sottolineo, non gli viene in tasca niente. Secondo caso: il paziente ha bisogno di una bombola di ossigeno; è domenica, il familiare corre in farmacia, il farmacista non gli chiede soldi, ma solo la ricetta quando avrà tempo; il paziente muore la sera stessa, l’indomani il congiunto va a regolarizzare la situazione chiedendo la prescrizione, il curante la avalla, ma non retrodata la ricetta – commetterebbe falso, dimenticando che gli archivi non lo registrano – e sono guai». «Ci sono poi i casi di omonimie – prosegue Pappalepore – il medico ha più assistiti con lo stesso nome e cognome: se uno è morto e il computer non rileva l’anomalia, la frittata è fatta. La Fimmg ha iniziato un’azione legale perché anche le mancanze dell’Asl nell’aggiornare le anagrafi sono alla base della dolorosa operazione di recupero delle quote dei morti assistiti. Ora l’andazzo non è migliorato; l’Asl continua a cancellare i decessi in ritardo. Non solo; abbiamo pazienti trasferiti da mesi che ancora rientrano negli elenchi e per i quali un giorno ci verranno chiesti soldi». «I casi per i quali abbiamo attivato i nostri legali fin qui sono tutte sviste non riscontrate dai pazienti e dal farmacista in occasione di richieste di farmaci di scarso valore», spiega Roberto Carlo Rossi, leader dello Snami lombardo. «Ricordo che nelle premesse al codice penale si sottolinea che, per esserci reato, dev’essere provata la volontà di delinquere; se manca l’elemento soggettivo, l’ipotesi cade. E qui, fino a prova contraria, mancano sia l’obiettivo di lucrare sia quello di provare l’esistenza in vita di 32 pazienti defunti per trarne vantaggi. Allora, nel dubbio che la volontà di delinquere non vi fosse, prima di inviare la comunicazione giudiziaria a chiusura indagine non era meglio sentire questi medici?». Per Rossi il metodo seguito dalla Procura riafferma un clima che non aiuta la categoria a lavorare. «Continua – dice – lo stillicidio di indagati per iperprescrizione da parte della Corte dei conti (a Bergamo contesta somme ingenti). Siamo tra due fuochi. Da una parte dobbiamo assicurarci nel caso il paziente ci denunci per omessa prestazione, dall’altra dobbiamo assicurarci per la tutela legale se le prestazioni offerte costano troppo al Ssn: un controsenso che disturba noi e in ultima analisi i nostri malati». Nota finale. In termini di soldi pubblici, quanto costa perseguire un medico per 3 euro di prescrizione non conforme?
http://www.medpress.it/rass_stampa/rstampa.php?id=943
23.05.2008
n.d.
il 118 in sicilia
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Rimuovere i graffi dai cd in cinque minuti
Eccovi alcuni metodi casalinghi, mediante i quali dovreste essere in grado di rimuovere i graffi dalla superficie dei cd.Le superfici dei cd o dei dvd sono molto delicate. Infatti, basta una scorretta conservazione, ed ecco che la superficie di esso si striscia. Se avete sperimentato tutto quanto era nelle vostre conoscenze, ma non avete ancora risolto il problema, vi indichiamo altri metodi, mediante cui dovreste essere in grado di rimettere in sesto i vostri cd o dvd. Tuttavia, sia bene chiaro, quelle sotto riportate devono essere intese come "ultime spiagge", ossia soluzioni utilme al problema, cui ricorrere soltanto quando non c'è proprio più niente da fare. Di conseguenza, non ci assumiamo nessuna responsabilità nel caso in cui non riusciste a pervenire al risultato sperato. In sostanza, non vi assicuriamo che i vari metodi proposti possano effettivamente funzionare. Primo metodo – Il dentifricio Cosa vi serve: Un cd da pulire Dentifricio (possibilmente a pasta bianca e non colorata, senza granuli) Acqua di rubinetto Un batuffolo di cotone Un panno morbido Dieci minuti di tempo Sul mercato esistono dei costosissimi kit di riparazione, ma con questo metodo non servono. Prendiamo il supporto da pulire e mettiamoci sopra del dentifricio. Con un batuffolo di cotone leggermente inumidito (o con le mani, se preferite) spalmiamo per bene il dentifricio lungo tutta la superficie del cd, anche se ne è strisciata solo una piccola parte. Lasciamo agire il dentifricio per cinque minuti. Quindi prendiamo il cd e, sotto l’acqua corrente, togliamo con le mani ogni residuo di dentifricio. Quando abbiamo rimosso tutto il dentifricio, asciughiamo il supporto con un panno morbido e, voilà, la superficie ora è ben levigata! Ovviamente, devo ricordarvi che se la superficie presenta graffi profondi, questi potrebbero non venir via, neppure se lasciaste agire il dentifricio per giorni e giorni. Secondo metodo – La banana E' possibile rimuovere i graffi dai cd anche con questo frutto esotico, ma la procedura è un po’ più lunga. Cosa vi serve: Un cd da pulire Un pezzo di banana (con la sua buccia, da utilizzare in seguito) Un panno morbido Acqua di rubinetto Quindici minuti del vostro tempo Prendiamo il supporto da pulire e strofiniamoci sopra la polpa della banana con movimenti circolari. E' necessario strofinare tutta la superficie del cd. Lasciamo agire la polpa sul support per 5 minuti. Ripuliamo la superficie con la parte interna della buccia . Laviamo il supporto con acqua e asciughiamolo con un panno morbido.Anche per quanto riguarda questo metodo, è nostro dovere segnalare che i graffi molto profondi potrebbero non sparire, anche dopo giorni e giorni di duro lavoro.
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