
di Antonio Fraschilla
A rischio ci sono 3 miliardi di euro di investimenti nel settore energetico, 3.200 posti di lavoro del servizio 118 e, ancora, sono bloccati per mancanza di programmazione 50 milioni di euro per la comunicazione turistica e i bandi del piano di sviluppo rurale, che valgono 2,1 miliardi. A più di un mese dalle elezioni, che hanno visto salire alla presidenza di Palazzo d´Orleans Raffaele Lombardo, non sono ancora state assegnate le deleghe agli assessori e la macchina regionale è alla paralisi. Il risultato? Imprenditori, sindacati, agricoltori e cooperative assediano adesso il governatore chiedendo a gran voce il varo effettivo della giunta: «Questo ritardo ci preoccupa molto, occorre un atto di responsabilità da parte della politica, la Sicilia non può più attendere», attacca il presidente di Confindustria, Ivan Lo Bello. «Occorre saper governare e non solo vincere le elezioni», rincara Elio Sanfilippo, presidente siciliano della Lega delle cooperative. Gli industriali chiedono interventi immediati in materia di investimenti su termovalorizzatori e rigassificatori. Al momento sono praticamente fermi i cantieri dei quattro termovalorizzatori, tre del gruppo Falck e uno della Sicilpower, per un investimento complessivo di 1,2 miliardi di euro: tutti in attesa di un via libera "politico" da parte del nuovo governo regionale, che deve anche chiudere la trattativa in corso con la Corte di giustizia Europea, che ha condannato la Regione perché i bandi non avevano evidenza internazionale.Per quanto riguarda i rigassificatori di Porto Empedocle e Priolo, altri 1,2 miliardi di euro che mettono sul piatto Enel ed Erg, mancano i decreti attuativi del governo regionale e la convocazione di una conferenza dei servizi da parte dall´assessorato all´Industria. «Chiediamo che venga affrontato il tema della burocrazia regionale, che ferma lo sviluppo delle imprese», aggiunge Lo Bello.
L´assessorato Territorio e ambiente da diversi mesi non rilascia più autorizzazioni a nuovi impianti eolici, circa 1,5 miliardi di euro d´investimenti bloccati, in attesa di «un chiaro indirizzo politico», visto che non esiste un piano energetico regionale: «Una situazione paradossale causata da una pessima burocrazia e da una mancanza di guida politica - dice Giuseppe Catanzaro, responsabile Ambiente di Confindustria - L´assenza del governo rischia di mettere in difficoltà, per esempio, anche le aziende del settore turistico».Il 30 giugno scadono i termini per la rendicontazione dei 400 milioni del vecchio Por che hanno ricevuto le aziende per la realizzazione di strutture alberghiere. Le imprese hanno chiesto una deroga a questa termine, ma senza un chiaro intervento dell´assessore di riferimento i dirigenti regionali non «possono fare nulla», nemmeno la programmazione del piano di comunicazione, 50 milioni di euro accantonati da sei mesi. Senza il governo, in pericolo sono anche i collegamenti da Palermo verso le isole minori: il 10 giugno sarà pubblicato il bando che, al momento, non prevede più l´aliscafo diretto per le Eolie e Pantelleria.«Questa situazione di non governo non è più tollerabile - dice Italo Tripi, segretario regionale della Cgil - Anche la sanità siciliana è allo sbando, ad esempio non sappiamo ancora nulla sul futuro del servizio di emergenza 118». La convenzione tra Regione e Sise, la società della Croce rossa, scadrà il 30 giugno e sono già state avviate le procedure di licenziamento per i 3.200 autisti soccorritori: «Aspettiamo di essere convocati dal nuovo assessore alla Sanità», dicono dalla Sise. Assessore che attendono anche gli agricoltori: «È stato pubblicato un decreto firmato da Roberto Lagalla che sta mettendo in difficoltà tutte le 260 mila imprese agricole siciliane - dice Carmelo Gurrieri, presidente della Cia - Il decreto prevede che venga comunicata all´Ausl l´avvio dell´attività, ma ci sono ritardi burocratici e il risultato è che le imprese non sono in regola. Chiediamo il ritiro di questo decreto, ma anche che vengano pubblicati al più presto i bandi del Piano di sviluppo rurale 2007-2013, che vale 2,1 miliardi di euro: bandi che già registrano più di un anno di ritardo».Il presidente della Legacoop, Sanfilippo, non usa giri di parole: «Occorre subito un governo - dice - Registriamo ritardi notevoli nei pagamenti alle imprese da parte degli enti locali. Specie per quelli d´importo superiore a 10 mila euro, per i quali scatta il controllo fiscale. La Regione deve farsi garante nei confronti delle aziende che rischiano di fallire, stritolate dalla pubblica amministrazione siciliana».
(30 maggio 2008)
fonte:http://palermo.repubblica.it/dettaglio/Regione-Sicilia-senza-governo-la-paralisi-costa-5-miliardi/1465525?ref=rephp
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