Un’indagine Doxa conferma che il cittadino medio gli riconosce credibilità più di ogni altro professionista
Voti assolutamente negativi per sindacalisti e politici
Sarà che l'italiano-medio è stanco di sceneggiate radiotelevisive contro i medici (l'ultimo, vivacissimo scontro sulla presunta malasanità si è avuto a "Buona Domenica"); sarà che, in generale, l'assistito riscontra più problemi nelle strutture, nelle gestioni fantasiose della sanità o nella burocrazia e molto meno nei rapporti con i camici bianchi; fatto sta che un'indagine Doxa, condotta a ottobre 2007 su un campione di mille persone rappresentativo della popolazione, non colloca affatto il medico sul banco degli imputati. Anzi, gli riconferma fiducia e credibilità più che a ogni altro professionista. Tra notai, avvocati, commercialisti e giornalisti, il medico ha infatti ottenuto le votazioni più alte: per quanto attiene alla credibilità, per esempio, il 70,1 per cento degli intervistati gli dà un voto tra l'8 e il 10, mentre un altro 23 per cento gli assegna una votazione tra 6 e 7. E benché l'indagine sia stata commissionata alla Doxa dal Consiglio del Notariato per capire come la categoria dei notai viene percepita dal cittadino, a sorpresa primeggia il professionista in camice bianco al quale, oltre alla credibilità professionale, è riconosciuta anche una buona preparazione culturale, che giustificherebbe – sempre a parere degli intervistati – alcuni non meglio precisiati privilegi sociali: il 75,3 per cento del campione assegna il punteggio più altro (8-10). A ruota, in termini di credibilità professionale, privilegi e soprattutto guadagni, l'opinione pubblica colloca i notai, seguiti – è forse il dato più sorprendente – dai giornalisti. A questi ultimi, tuttavia, gli intervistati riconoscono una buona reputazione pur giudicandoli trascurati sul piano sociale dei privilegi e, soprattutto, malpagati. Il 31,7 per cento degli intervistati premia la credibilità degli operatori dell'informazione con una votazione alta (8-10), cui si aggiunge un 42 per cento che attribuisce un voto medio-alto (6-7). Va invece male, anzi malissimo, per avvocati e commercialisti (sia laureati sia ragionieri). I primi hanno una pessima reputazione per quanto attiene alla credibilità (solo il 32 per cento del campione assegna loro un voto alto) e i secondi stanno anche peggio: soltanto il 28 per cento li premia con un punteggio tra l'8 e il 10. Non solo; in classifica, limitatamente alla preparazione culturale, i commercialisti fanno il paio con i giornalisti. Ad entrambi è assegnata la maglia nera: ricevono un voto alto, rispettivamente, solo dal 45,3 e dal 50,1 per cento degli intervistati. Ma il sondaggio ha fatto anche un raffronto più ampio, allagrando l’analisi a istituzioni, scuole, forze dell'ordine, forze armate, sindacati e politici. Ebbene, anche in questo contesto i medici restano primi assoluti con una votazione media attorno all'8 e sono seguiti a ruota da polizia e carabinieri (voto oltre il 7 e mezzo) e notai. Recuperano, ma con una sufficienza risicata, commercialisti e avvocati, mentre giornalisti e giornali si limitano a sfiorare il sei di media. Fanalini di coda sindacati e politici con votazioni da esame di recupero: rispettivamente, 5,09 e 4,45.
16.02.2008 http://www.medpress.it/rass_stampa/rstampa.php?id=637
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