La Corte dei conti ha escluso la responsabilità amministrativa dei componenti della giunta regionale e della commissione Sanità dell’Ars accusati del danno erariale di circa 37 milioni di euro derivante dall’incremento di uomini e mezzi da adibire al servizio 118 deciso in prossimità delle elezioni regionali del 2006. La Corte ha stabilito la non responsabilità di Salvatore Cuffaro, Innocenzo Leontini, Carmelo Lo Monte, Antonio D’Aquino, Francesco Scoma, Francesco Cascio, Benedetto Granata, Michele Cimino, Mario Parlavecchio, Giovanni Pistorio, Santi Formica, Antonino Dina, Giuseppe Basile, Davide Salvatore Costa, Giuseppe Arcidiacono, Giancarlo Confalone, Angelo Stefano Moschetto.
Secondo l’accusa, l’aumento di mezzi e personale non sarebbe stato giustificato da esigenze funzionali di potenziamento del servizio di emergenza gestito dalla Sise, una società interamente partecipata dalla Croce Rossa Italiana a cui la Regione aveva affidato mediante convenzione il servizio. In particolare, era stato accertato che in prossimità delle elezioni regionali del 2006 il numero delle ambulanze è stato quasi raddoppiato e il conseguente incremento di personale ha consentito l’assunzione di precari della Sise e corsisti Ciapi. L’Assemblea Regionale Siciliana aveva inizialmente negato la documentazione richiesta dai magistrati contabili, ritenendola una lesione delle proprie prerogative. Gli atti erano stati trasmessi solo dopo una sentenza pronunciata nel 2009 dalla Corte costituzionale, che ha ritenuto pienamente legittime le richieste istruttorie del Procuratore regionale Guido Carlino e del pubblico ministero Gianluca Albo, titolari dell’ inchiesta.
(Fonte ANSA)
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