La Sicilia
Ed. del 12.09.2011 - Ragusa - pag. 36
M.F.
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La rete ospedaliera
Salvaguardato il trasporto rapido nei nosocomi iblei
RAGUSA - Il sistema dell’emergenza-urgenza è un sistema sanitario integrato, che serve a garantire un intervento quanto più tempestivo possibile, oltre che qualificato, in tutti quei casi in cui è necessario salvaguardare nel più breve tempo possibile le funzioni vitali compromesse, oltre che il trasporto rapido e protetto all’ospedale più vicino, ma anche più attrezzato e qualificato, a seconda delle cure che si ritengono necessarie.
Componenti del sistema sono: gli ospedali dell’Asp di Ragusa, i Pte di Chiaramonte, Pozzallo e Scoglitti,le postazioni del Sues 118 (gestite direttamente dalla Co di Catania). A questi vanno aggiunti i presidi di Guardia medica che, pur non facendo parte in senso stretto dell’area dell’emergenza-urgenza, costituiscono una fitta rete, in grado di attivare la fase territoriale dei soccorsi e di fornire un livello minimo di operatività (anche perché le postazioni del 118 stazionano sempre presso la sede della Guardia medica stessa).
Un sistema complesso, dunque, che ha bisogno di parlare un linguaggio comune, e che possa persino utilizzare risorse comuni e attrezzature sanitarie interscambiabili (un politraumatizzato, per esempio, può ricevere grande beneficio dall’utilizzo di tavole spinali interscambiabili. senza necessità quindi dello “sbarella mento” dalla tavola spinale del 118 al successivo riposizionamento su quella del Pronto Soccorso). Negli ultimi 10 anni gli accessi in Pronto soccorso sono aumentati, così come le prestazioni, mentre si è assistito ad una diminuzione dei posti letto per acuti. Il sovraffollamento dei Pronto soccorso ha richiesto la trasformazione, tuttora in corso, per garantire dimissioni in un regime di sicurezza, ed evitare ospedalizzazioni non appropriate. Anche perché il pericolo principale è dato dal fatto che i reparti di emergenza perdano la loro funzione principale: assistere rapidamente e in modo adeguato, anche attraverso il ricovero immediato, le situazioni di autentica urgenza.
Ma la riorganizzazione dei servizi di Pronto soccorso non può essere disgiunta dalla realizzazione di strutture territoriali che possano fungere da filtro per limitare l’utilizzo dell’ospedale ed il ricorso improprio ai servizi ospedalieri. Per quanto riguarda i codici a bassa priorità, l’impegno dell’Asp è di creare sul territorio servizi alternativi al Pronto Soccorso ospedaliero, in grado di far fronte alle situazioni che non sono di autentica urgenza ma che richiedono “soltanto” un sollecito intervento medico-chirurgico. Proprio a questo scopo è stata prevista la realizzazione di punti di Primo soccorso negli ambulatori dei medici di medicina generale che operano in associazione nel nuovo modello organizzativo dei Pta e l’attivazione di punti di emergenza territoriale (Pte) già in funzione sul territorio provinciale.
Le postazioni di Primo soccorso dovranno essere operative 24 ore su 24 e 7 giorni su 7. Quando sarà a regime la rete territoriale dei punti di Primo soccorso rappresenterà la risposta più efficace all’affollamento del pronto soccorso ospedaliero.
Componenti del sistema sono: gli ospedali dell’Asp di Ragusa, i Pte di Chiaramonte, Pozzallo e Scoglitti,le postazioni del Sues 118 (gestite direttamente dalla Co di Catania). A questi vanno aggiunti i presidi di Guardia medica che, pur non facendo parte in senso stretto dell’area dell’emergenza-urgenza, costituiscono una fitta rete, in grado di attivare la fase territoriale dei soccorsi e di fornire un livello minimo di operatività (anche perché le postazioni del 118 stazionano sempre presso la sede della Guardia medica stessa).
Un sistema complesso, dunque, che ha bisogno di parlare un linguaggio comune, e che possa persino utilizzare risorse comuni e attrezzature sanitarie interscambiabili (un politraumatizzato, per esempio, può ricevere grande beneficio dall’utilizzo di tavole spinali interscambiabili. senza necessità quindi dello “sbarella mento” dalla tavola spinale del 118 al successivo riposizionamento su quella del Pronto Soccorso). Negli ultimi 10 anni gli accessi in Pronto soccorso sono aumentati, così come le prestazioni, mentre si è assistito ad una diminuzione dei posti letto per acuti. Il sovraffollamento dei Pronto soccorso ha richiesto la trasformazione, tuttora in corso, per garantire dimissioni in un regime di sicurezza, ed evitare ospedalizzazioni non appropriate. Anche perché il pericolo principale è dato dal fatto che i reparti di emergenza perdano la loro funzione principale: assistere rapidamente e in modo adeguato, anche attraverso il ricovero immediato, le situazioni di autentica urgenza.
Ma la riorganizzazione dei servizi di Pronto soccorso non può essere disgiunta dalla realizzazione di strutture territoriali che possano fungere da filtro per limitare l’utilizzo dell’ospedale ed il ricorso improprio ai servizi ospedalieri. Per quanto riguarda i codici a bassa priorità, l’impegno dell’Asp è di creare sul territorio servizi alternativi al Pronto Soccorso ospedaliero, in grado di far fronte alle situazioni che non sono di autentica urgenza ma che richiedono “soltanto” un sollecito intervento medico-chirurgico. Proprio a questo scopo è stata prevista la realizzazione di punti di Primo soccorso negli ambulatori dei medici di medicina generale che operano in associazione nel nuovo modello organizzativo dei Pta e l’attivazione di punti di emergenza territoriale (Pte) già in funzione sul territorio provinciale.
Le postazioni di Primo soccorso dovranno essere operative 24 ore su 24 e 7 giorni su 7. Quando sarà a regime la rete territoriale dei punti di Primo soccorso rappresenterà la risposta più efficace all’affollamento del pronto soccorso ospedaliero.
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