ADNKronos Salute
Ed. del 30.08.2011
n.d.
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Roma, 30 ago. (Adnkronos Salute) - Un virus virtuale e il social network dei record per svelare il percorso di un'epidemia. Dalla Sars all'aviaria, fino all'influenza suina, le epidemie possono essere imprevedibili e devastanti. Ma ora, per saperne di più e riuscire a sconfiggerle, arriva una nuova applicazione sviluppata in un laboratorio di Tel Aviv (Israele) che - proprio grazie a Facebook - aiuterà gli scienziati a capire in che modo i virus si diffondono nella popolazione.
L'idea è di Gal Almogy e Nir Ben-Tal, del Dipartimento di Biochimica e Biologia Molecolare della Tel Aviv University: i due scienziati hanno sviluppato un'applicazione di Facebook battezzata “PiggyDemic”, che permette agli utenti di “infettare” i loro amici con un virus simulato, ma anche di autoinfettarsi. Studiando l'andamento del contagio virtuale, i ricercatori puntano a raccogliere informazioni su come un virus muta, si diffonde attraverso l'interazione umana, ma anche sul numero di persone infettate, spiegano dall'ateneo israeliano. Attualmente gli scienziati utilizzano algoritmi matematici per determinare quale virus si diffonderà e in che modo, ma questo metodo ha alcuni difetti. Si presuppone ad esempio che un patogeno si distribuisce in modo uniforme nella popolazione, ma questo non accade, dicono gli studiosi. Le interazioni sociali hanno un ruolo chiave, per questo devono entrare in gioco modelli ad hoc.
«L'Hiv è concentrato in Africa, alcuni tipi di influenza sono diffusi in Nord America e Asia», spiega Almogy. «Aggiungere fra i fattori in gioco l'interazione umana, e dunque tener conto della nostra rete sociale, è fondamentale per lo studio dell'andamento virale». Insomma, dal social network online alla realtà il passo è breve. Tanto che proprio Facebook, grazie alla sua diffusione planetaria, secondo Almogy è lo strumento ideale per una simile impresa. Le interazioni a suon di mouse e tastiera simulano i rapporti e i contatti umani, e sono cruciali nel caso dell'influenza, definita dall'esperto un “fenomeno sociale”. Ma come funziona l'app? Una volta scaricato da un utente di Facebook, PiggyDemic ne segue i movimenti per individuare le persone con cui interagisce più spesso. Gli utenti sono considerati “sensibili”, “immuni” o “infetti” ai vari virus simulati, e dunque con un click gli “amici” possono essere contagiati online. Seguendo le interazioni dei cyber-untori, i ricercatori grazie a un software di visualizzazione di rete possono studiare i legami e l'andamento del contagio. Sperando così di poter mettere a punto modelli più accurati, che permettano di prevedere meglio l'andamento di un'epidemia. Non solo, saranno testati anche strumenti come vaccinazioni, farmaci e quarantena.Oltre a uno strumento di ricerca, PiggyDemic è anche un gioco (in cui gli utenti tentano di infettare il maggior numero di amici), uno strumento didattico (che insegna a fare scelte per vivere in modo sano) e potenzialmente un metodo, ad alta risoluzione, per tracciare in tempo reale di epidemie di virus. «Le persone che hanno questo software possono segnalare se sono realmente malate», dice Almogy. «Se sappiamo chi sono i loro amici e conosciamo la sequenza del virus infettante, siamo in grado di capire di che si tratta e come il patogeno passa da una persona all'altra». L'applicazione ha già fornito un'informazione importante, dicono i “papà” di PiggyDemic: i picchi periodici influenzali tipici dell'inverno non sarebbero esclusivamente legati alle condizioni ambientali. I virus dell'app, infatti, non sono programmati per avere un andamento stagionale, ma - proprio come accade nella vita reale - hanno già mostrato picchi ricorrenti. Un fenomeno non ancora chiaro, su cui i ricercatori intendono indagare (per scaricare l'applicazione di un account Facebook, andare a http://apps.facebook.com/piggydemic).
L'idea è di Gal Almogy e Nir Ben-Tal, del Dipartimento di Biochimica e Biologia Molecolare della Tel Aviv University: i due scienziati hanno sviluppato un'applicazione di Facebook battezzata “PiggyDemic”, che permette agli utenti di “infettare” i loro amici con un virus simulato, ma anche di autoinfettarsi. Studiando l'andamento del contagio virtuale, i ricercatori puntano a raccogliere informazioni su come un virus muta, si diffonde attraverso l'interazione umana, ma anche sul numero di persone infettate, spiegano dall'ateneo israeliano. Attualmente gli scienziati utilizzano algoritmi matematici per determinare quale virus si diffonderà e in che modo, ma questo metodo ha alcuni difetti. Si presuppone ad esempio che un patogeno si distribuisce in modo uniforme nella popolazione, ma questo non accade, dicono gli studiosi. Le interazioni sociali hanno un ruolo chiave, per questo devono entrare in gioco modelli ad hoc.
«L'Hiv è concentrato in Africa, alcuni tipi di influenza sono diffusi in Nord America e Asia», spiega Almogy. «Aggiungere fra i fattori in gioco l'interazione umana, e dunque tener conto della nostra rete sociale, è fondamentale per lo studio dell'andamento virale». Insomma, dal social network online alla realtà il passo è breve. Tanto che proprio Facebook, grazie alla sua diffusione planetaria, secondo Almogy è lo strumento ideale per una simile impresa. Le interazioni a suon di mouse e tastiera simulano i rapporti e i contatti umani, e sono cruciali nel caso dell'influenza, definita dall'esperto un “fenomeno sociale”. Ma come funziona l'app? Una volta scaricato da un utente di Facebook, PiggyDemic ne segue i movimenti per individuare le persone con cui interagisce più spesso. Gli utenti sono considerati “sensibili”, “immuni” o “infetti” ai vari virus simulati, e dunque con un click gli “amici” possono essere contagiati online. Seguendo le interazioni dei cyber-untori, i ricercatori grazie a un software di visualizzazione di rete possono studiare i legami e l'andamento del contagio. Sperando così di poter mettere a punto modelli più accurati, che permettano di prevedere meglio l'andamento di un'epidemia. Non solo, saranno testati anche strumenti come vaccinazioni, farmaci e quarantena.Oltre a uno strumento di ricerca, PiggyDemic è anche un gioco (in cui gli utenti tentano di infettare il maggior numero di amici), uno strumento didattico (che insegna a fare scelte per vivere in modo sano) e potenzialmente un metodo, ad alta risoluzione, per tracciare in tempo reale di epidemie di virus. «Le persone che hanno questo software possono segnalare se sono realmente malate», dice Almogy. «Se sappiamo chi sono i loro amici e conosciamo la sequenza del virus infettante, siamo in grado di capire di che si tratta e come il patogeno passa da una persona all'altra». L'applicazione ha già fornito un'informazione importante, dicono i “papà” di PiggyDemic: i picchi periodici influenzali tipici dell'inverno non sarebbero esclusivamente legati alle condizioni ambientali. I virus dell'app, infatti, non sono programmati per avere un andamento stagionale, ma - proprio come accade nella vita reale - hanno già mostrato picchi ricorrenti. Un fenomeno non ancora chiaro, su cui i ricercatori intendono indagare (per scaricare l'applicazione di un account Facebook, andare a http://apps.facebook.com/piggydemic).
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