19/08/2011
Le associazioni di volontariato, a cominciare dalla Croce rossa, contro l’Asl: «Ritirate quel bando». Si rinnovano le convenzioni per la gestione del servizio di trasporto con le ambulanze, un contratto che vale 21,4 milioni di euro per tre anni: e le associazioni gridano allo scandalo. Si riduce mediamente di quattromila euro al mese il contributo (infatti il servizio è reso gratuitamente e l’Asl corrisponde solo rimborsi) alle associazioni per ogni postazione attivata. Si passa dunque da dieci-dodicimila euro al mese per ambulanza (con relativo autista e infermiere) a 8500 euro. Difficile capire perchè un servizio strategico come il trasporto in ambulanza, nell’epoca in cu sono chiusi ospedali a ripetizione, sia catalogato come volontariato. Ma tant’è. Il bando dell’Asl che scade l’8 settembre non prevede una partecipazione riservata (come accade in tutt’Italia) a chi da almeno tre anni abbia lavorato senza note di demerito, fanno sapere le associazioni. E quindi porte aperte a tutti, basta che si sia iscritti da almeno sei mesi all’albo regionale. Si consente anche alle associazioni che non dispongono di ambulanze di partecipare, dato che avranno sei mesi per attrezzarsi. Associazioni come la Croce rossa potranno rispondere al bando anche rimettendoci, dato che si tratta di un ente statale. Le altre associazioni che storicamente prestano il servizio saranno tagliate fuori. Contestata anche la parte del bando che impone all’associazione di disporre di una doppia ambulanza e che si vincolino per cinque anni i volontari. Spiega Roberto Schiavone, presidente dell’Humanitas: «Così arrivano quelli di Napoli che magari anche con pochi soldi entrano sul territorio. E chi li controlla?». E dalla croce rossa, presieduta da Guido Turco, non nascondono il disappunto: «Qui si parla di 118 e non di una fornitura qualsiasi. Si va verso un servizio fornito da una miriade di ambulanze che non interagiscono tra di loro. La Croce rossa è ente pubblico, ha dipendenti, venti postazioni, e attrezzature un grado di rispondere alle richieste del pubblico». Aggiunge il vice presidente della croce rossa Giovanni Addis: «Noi da trenta anni operiamo sul territorio con progetti pilota. Siamo ente pubblico e diamo supporti operativi e tecnici all’Asl. Oggi rischiamo di rimanere fuori. Il bando impedisce che rientri chi aveva assicurato il servizio. Pare che la professionalità sia l’ultimo dei requisiti richiesti». Il servizio prevede una distribuzione sul territorio delle ambulanze. Se sono di tipo A, quindi super attrezzate, per il servizio l’Asl corrisponde ai volontari 20 mila euro al mese. Se sono di tipo B costano all’Asl 8500 euro sia se operino a Torrione (il Saut di Salerno fa 200 interventi al giorno), sia se sono dislocate a Casaletto Spartano (area che senz’altro necessita di un’ambulanza ma con frequenze di utilizzo estremamente più limitate). Su una cosa Humanitas e Croce rossa concordano: a queste cifre non si paga nemmeno la benzina. «Il decreto 49 dice che infermieri e medici devono essere pubblici, come è possibile che l’Asl dia questo servizio in appalto?», si chiede il segretario regionale del sindacato medici italiani Antonio Mignone. Infine c’è il buco nero dei medici rianimatori. Devono essere utilizzati sulle ambulanze di tipo A. Ce ne sono pochissimi in Campania. Così i rianimatori si trovano nell’imbarazzante situazione di fare i volontari con rimborso spese per l’azienda della quale sono dipendenti.
Inserito da:Michele Cinque - direttore@positanonews.it
http://www.positanonews.it/articoli/62789/salerno_la_croce_rossa_contro_lasl_no_ai_bandi_del_118.html
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