La Sicilia
Ed. del 27.08.2011 - pag. 11
Antonio Fiasconaro
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Hanno i giorni contati i dirigenti delle Asp con i conti in «rosso»: hanno sforato il budget del Piano di rientro e perderanno la poltrona
Lombardo: «Decideremo entro la prossima settimana»
PALERMO - Hanno i giorni contati. Ormai non ci possono essere altri dubbi, malgrado corra voce che sarebbero pronti ad impugnare i decreti di «decadimento». Per i quattro direttori generali in «rosso» non c’è più la cosiddetta «prova d’appello». I conti non tornano e l"assessorato alla Salute ha deciso di «decapitarli».
Salvatore Giuffrida, direttore generale dell’ Asp di Messina, Giuseppe Calaciura, manager dell’Asp di Catania, ed i colleghi Salvatore Oliveri dell’Asp di Agrigento e Franco Maniscalco, a capo dell’Asp di Siracusa, dovranno al più presto preparare i «bagagli» e lasciare le poltrone che finora hanno occupato. A tutti e quattro viene contestato di avere sforato il budget fissato dalla Regione Siciliana con il cosiddetto «Piano di rientro» al momento del loro insediamento. Il loro destino è segnato. Una volta firmati i decreti di «decadenza» che l’assessore invierà al presidente della Regione, si procederà all’insediamento di quattro commissari e successivamente alla nomina di altrettanti nuovi direttori generali.
«Decideremo nel giro di una settimana, dopo avere fatto le nostre valutazioni rispetto alle relazioni sulle controdeduzioni consegnate dai manager», ha spiegato ieri il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, che giovedì ha incontrato i dirigenti delle Asp assieme all’assessore alla Salute, Massimo Russo. «La Sanità oggi funziona meglio e ora se qualche manager non pareggia i conti sarà sanzionato come previsto dalla legge - ha sottolineato Il governatore -. Abbiamo incontrato i manager, abbiamo esaminato le carte. E gente valida, che e partita affrontando deficit di centinaia di milioni, ma se anche li porta a meno cinque, dovrà comunque risponderne». Lombardo allarga le braccia: «Nessuno mette in discussione la loro abnegazione, ma i conti vanno fatti quadrare».
Dunque è probabile il licenziamento per chi non ha centrato l’obiettivo?
«II problema è proprio questo - sottolinea Lombardo -. Valuteremo la questione insieme all’assessore Russo e ai suoi dirigenti perché durante il vertice di giovedì è stato tutto verbalizzato, dopo di che si arriverà a una conclusione la settimana prossima».
Lombardo ha inoltre spiegato che il governo valuterà se le giustificazioni dei manager per il mancato rispetto dei budget «siano sufficienti o si applicherà la legge come una scure».
«Abbiamo acquisito un bel po’ di carte - ha proseguito il governatore -. Si tratta comunque di quattro dirigenti di altissimo livello che hanno dovuto affrontare diversi problemi legati ai debiti delle aziende e ai tanti decreti ingiuntivi, come quello del Comune di Catania».
Tra le cause che hanno appesantito i bilanci delle quattro Asp, i dirigenti hanno segnalato l’eccessivo ricorso alla mobilità dei pazienti. «Ci sono pazienti che si rivolgono ad ospedali che non sono controllati dall’Asp - ha spiegato Lombardo -: questo determina dei costi per le aziende, ed è un problema che bisognerà affrontare».
I conti peggiori sono quelli dell’Asp di Messina, dove il deficit sarebbe di circa 18 milioni rispetto al budget stabilito, e dell’azienda di Catania, con 16 milioni di buco «3 dei quali - ha spiegato ancora il presidente della Regione, Lombardo - sono dovuti a un decreto ingiuntivo presentato dal Comune di Catania». Ad Agrigento lo sforamento sarebbe di 4 milioni e di 900mila euro a Siracusa. E gli altri 13 direttori generali? Dagli uffici dell’assessorato riferiscono che i conti non sono così «drammatici» come quelli dei «quattro». Anzi, tutti gli altri manager hanno superato l’esame delle verifiche. Tuttavia, c’è da guardare ai conti. Vengono valutati positivamente. I primi tre anni di mandato dell’assessore Russo si sono chiusi a -97 milioni di euro, anche per effetto dello sforamento delle quattro aziende in «rosso». Le entrate ammontano a quasi 300 milioni di euro ma c’è sempre un «tesoretto» di 200 milioni che è andato a sanare il buco di bilancio regionale.
Salvatore Giuffrida, direttore generale dell’ Asp di Messina, Giuseppe Calaciura, manager dell’Asp di Catania, ed i colleghi Salvatore Oliveri dell’Asp di Agrigento e Franco Maniscalco, a capo dell’Asp di Siracusa, dovranno al più presto preparare i «bagagli» e lasciare le poltrone che finora hanno occupato. A tutti e quattro viene contestato di avere sforato il budget fissato dalla Regione Siciliana con il cosiddetto «Piano di rientro» al momento del loro insediamento. Il loro destino è segnato. Una volta firmati i decreti di «decadenza» che l’assessore invierà al presidente della Regione, si procederà all’insediamento di quattro commissari e successivamente alla nomina di altrettanti nuovi direttori generali.
«Decideremo nel giro di una settimana, dopo avere fatto le nostre valutazioni rispetto alle relazioni sulle controdeduzioni consegnate dai manager», ha spiegato ieri il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, che giovedì ha incontrato i dirigenti delle Asp assieme all’assessore alla Salute, Massimo Russo. «La Sanità oggi funziona meglio e ora se qualche manager non pareggia i conti sarà sanzionato come previsto dalla legge - ha sottolineato Il governatore -. Abbiamo incontrato i manager, abbiamo esaminato le carte. E gente valida, che e partita affrontando deficit di centinaia di milioni, ma se anche li porta a meno cinque, dovrà comunque risponderne». Lombardo allarga le braccia: «Nessuno mette in discussione la loro abnegazione, ma i conti vanno fatti quadrare».
Dunque è probabile il licenziamento per chi non ha centrato l’obiettivo?
«II problema è proprio questo - sottolinea Lombardo -. Valuteremo la questione insieme all’assessore Russo e ai suoi dirigenti perché durante il vertice di giovedì è stato tutto verbalizzato, dopo di che si arriverà a una conclusione la settimana prossima».
Lombardo ha inoltre spiegato che il governo valuterà se le giustificazioni dei manager per il mancato rispetto dei budget «siano sufficienti o si applicherà la legge come una scure».
«Abbiamo acquisito un bel po’ di carte - ha proseguito il governatore -. Si tratta comunque di quattro dirigenti di altissimo livello che hanno dovuto affrontare diversi problemi legati ai debiti delle aziende e ai tanti decreti ingiuntivi, come quello del Comune di Catania».
Tra le cause che hanno appesantito i bilanci delle quattro Asp, i dirigenti hanno segnalato l’eccessivo ricorso alla mobilità dei pazienti. «Ci sono pazienti che si rivolgono ad ospedali che non sono controllati dall’Asp - ha spiegato Lombardo -: questo determina dei costi per le aziende, ed è un problema che bisognerà affrontare».
I conti peggiori sono quelli dell’Asp di Messina, dove il deficit sarebbe di circa 18 milioni rispetto al budget stabilito, e dell’azienda di Catania, con 16 milioni di buco «3 dei quali - ha spiegato ancora il presidente della Regione, Lombardo - sono dovuti a un decreto ingiuntivo presentato dal Comune di Catania». Ad Agrigento lo sforamento sarebbe di 4 milioni e di 900mila euro a Siracusa. E gli altri 13 direttori generali? Dagli uffici dell’assessorato riferiscono che i conti non sono così «drammatici» come quelli dei «quattro». Anzi, tutti gli altri manager hanno superato l’esame delle verifiche. Tuttavia, c’è da guardare ai conti. Vengono valutati positivamente. I primi tre anni di mandato dell’assessore Russo si sono chiusi a -97 milioni di euro, anche per effetto dello sforamento delle quattro aziende in «rosso». Le entrate ammontano a quasi 300 milioni di euro ma c’è sempre un «tesoretto» di 200 milioni che è andato a sanare il buco di bilancio regionale.
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