Finora vi era solo il sospetto che le radioazioni non ionizzanti fossero dannose. Adesso esistono evidenze per due patologie tumorali.
ROMA - Un gruppo di 31 esperti dell'International Agency for Research on Cancer, agenzia che fa capo all’OMS, ha segnalato il possibile rischio che il cellulare sia cancerogeno. In particolare sono stati rilevati i rischi prodotti dai campi elettromagnetici e al momento esistono evidenze solo per il glioma, un particolare tipo di tumore cerebrale maligno, e per il neuroma acustico, un tumore benigno. Sono state fornite alcune raccomandazioni per ridurre l'esposizione ai campi elettromagnetici a radiofrequenza, per esempio utilizzando gli auricolari o preferendo gli sms alle telefonate. Ma il problema era già stato da tempo oggetto di studio anche in Italia - fanno notare i pediatri della FIMP -, posto l'elevato numero di cellulari su tutto il territorio nazionale, e sull’uso, spesso eccessivo, che se ne fa anche fra i bambini. Le uniche segnalazioni riguardavano tuttavia i rischi legati alle emissioni delle antenne dei ripetitori.
In un comunicato stampa della FIMP, il principale sindacato dei medici pediatri italiani, viene sottolineato come l’atteggiamento dimostrato in passato su questa questione è sempre stato di prudenza. «Finora il mondo della pediatria, - si legge nella nota - in assenza di prove scientifiche dimostrate, aveva consigliato un uso prudente di questi dispositivi, almeno tra i bambini, soprattutto evidenziando gli aspetti sociali dovuti all’uso improprio (a scuola, in luoghi pubblici, la dipendenza da SMS e chat)».
«Da un punto di vista tecnico, i cellulari, così come i forni a microonde ed altri dispositivi elettrici di uso comune, emettono radiazioni non ionizzanti, onde troppo deboli per danneggiare direttamente il DNA e causare il cancro».
Quindi il mondo scientifico ha sempre sottolineato che in atto non esiste un meccanismo biologico noto in grado di spiegare come le radiazioni non ionizzanti siano capaci di provocare il cancro o altri problemi fisici.
«Ora, - ha dichiarato Giuseppe Mele, presidente della FIMP - anche se il gruppo di esperti non ha fornito specifiche raccomandazioni ai consumatori, noi, come pediatri, di fronte alla sempre maggiore diffusione di campi elettromagnetici e il maggiore tempo di esposizione, secondo un principio di precauzione, proponiamo alcuni suggerimenti da dare ai genitori, in attesa che l’OMS possa dare indicazioni più accurate sulla sicurezza di queste apparecchiature». Le raccomandazioni e i consigli che vengono elencati dai medici pediatri della FIMP sono i seguenti:
1. Non usare coperte elettriche o altri dispositivi elettrici nel luogo dove si dorme (ad esempio la luce notturna sul comodino);
2. Controllare dove si trova l'interruttore centrale ed il salvavita e non dormire vicino ad esso;
3. Non passare troppo tempo vicino ad apparecchiature elettroniche accese (ad esempio la sveglia sul comodino);
4. Non lasciare che i bambini guardino la cottura del cibo all'interno del forno a microonde;
5. Tenere il router wi-fi il più lontano possibile dai vostri familiari, mettendolo in un cassetto o in un armadio;
6. Tornare al telefono fisso e liberatevi del cordless in casa;
7. Non dare i cellulari ai bambini;
8. Usare un auricolare a filo e non un dispositivo bluetooth.
«Anche se non sono raccomandazioni scientifiche - conclude Mele -, sono “consigli” che lascio al buonsenso delle famiglie». «Ricordiamo che in Francia - conclude la nota della FIMP - è da tempo in atto una campagna di sensibilizzazione sul possibile rischio legato alle radiazioni non ionizzanti, alla diffusione dei cellulari tra i bambini, e alla necessità di ridurre quanto possibile la quantità di radiazioni assunte, in attesa di una sicura dimostrazione della loro innocuità».
In un comunicato stampa della FIMP, il principale sindacato dei medici pediatri italiani, viene sottolineato come l’atteggiamento dimostrato in passato su questa questione è sempre stato di prudenza. «Finora il mondo della pediatria, - si legge nella nota - in assenza di prove scientifiche dimostrate, aveva consigliato un uso prudente di questi dispositivi, almeno tra i bambini, soprattutto evidenziando gli aspetti sociali dovuti all’uso improprio (a scuola, in luoghi pubblici, la dipendenza da SMS e chat)».
«Da un punto di vista tecnico, i cellulari, così come i forni a microonde ed altri dispositivi elettrici di uso comune, emettono radiazioni non ionizzanti, onde troppo deboli per danneggiare direttamente il DNA e causare il cancro».
Quindi il mondo scientifico ha sempre sottolineato che in atto non esiste un meccanismo biologico noto in grado di spiegare come le radiazioni non ionizzanti siano capaci di provocare il cancro o altri problemi fisici.
«Ora, - ha dichiarato Giuseppe Mele, presidente della FIMP - anche se il gruppo di esperti non ha fornito specifiche raccomandazioni ai consumatori, noi, come pediatri, di fronte alla sempre maggiore diffusione di campi elettromagnetici e il maggiore tempo di esposizione, secondo un principio di precauzione, proponiamo alcuni suggerimenti da dare ai genitori, in attesa che l’OMS possa dare indicazioni più accurate sulla sicurezza di queste apparecchiature». Le raccomandazioni e i consigli che vengono elencati dai medici pediatri della FIMP sono i seguenti:
1. Non usare coperte elettriche o altri dispositivi elettrici nel luogo dove si dorme (ad esempio la luce notturna sul comodino);
2. Controllare dove si trova l'interruttore centrale ed il salvavita e non dormire vicino ad esso;
3. Non passare troppo tempo vicino ad apparecchiature elettroniche accese (ad esempio la sveglia sul comodino);
4. Non lasciare che i bambini guardino la cottura del cibo all'interno del forno a microonde;
5. Tenere il router wi-fi il più lontano possibile dai vostri familiari, mettendolo in un cassetto o in un armadio;
6. Tornare al telefono fisso e liberatevi del cordless in casa;
7. Non dare i cellulari ai bambini;
8. Usare un auricolare a filo e non un dispositivo bluetooth.
«Anche se non sono raccomandazioni scientifiche - conclude Mele -, sono “consigli” che lascio al buonsenso delle famiglie». «Ricordiamo che in Francia - conclude la nota della FIMP - è da tempo in atto una campagna di sensibilizzazione sul possibile rischio legato alle radiazioni non ionizzanti, alla diffusione dei cellulari tra i bambini, e alla necessità di ridurre quanto possibile la quantità di radiazioni assunte, in attesa di una sicura dimostrazione della loro innocuità».
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