Un’iniziativa della Società di Traumatologia della strada diretta dal prof. Andrea Costanzo
Salvare una vita umana sulla strada può essere una questione di attimi. Sul teatro dell’incidente, prima dell’arrivo dei soccorsi professionali, può trovarsi chiunque. Ecco perché è importante conoscere i comportamenti da adottare e quelli da evitare in presenza di un ferito.
È questo il fine dei “corsi di soccorso-attesa” organizzati dalla “Società italiana di traumatologia della strada” presieduta dal prof. Andrea Costanzo, già ordinario di ortopedia e traumatologia alla Sapienza di Roma. A Patti, la sua città d’origine, il noto specialista ha appena concluso una due-giorni di formazione rivolta alle forze dell’ordine. Il corso, realizzato con la partecipazione del Rotary Club International di Patti e con l'Alto patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dell'Automobile Club d'Italia, è stato frequentato da 40 allievi: 20 carabinieri e 20 vigili urbani.
È questo il fine dei “corsi di soccorso-attesa” organizzati dalla “Società italiana di traumatologia della strada” presieduta dal prof. Andrea Costanzo, già ordinario di ortopedia e traumatologia alla Sapienza di Roma. A Patti, la sua città d’origine, il noto specialista ha appena concluso una due-giorni di formazione rivolta alle forze dell’ordine. Il corso, realizzato con la partecipazione del Rotary Club International di Patti e con l'Alto patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dell'Automobile Club d'Italia, è stato frequentato da 40 allievi: 20 carabinieri e 20 vigili urbani.
queste attività formative non vogliono sostituire i
corsi di primo soccorso che sono rivolti ai medici del Centodiciotto e agli infermieri – spiega Costanzo – Si tratta infatti di una formazione destinata ai “laici”. La maggior parte degli incidenti mortali, circa il 70%, avviene in città, dove a intervenire per primi sono di
solito le forze dell’ordine. Ecco perché abbiamo pensato che è indispensabile che sappiano cosa non devono fare e il minimo da fare in attesa che arrivi l’ambulanza. Questa preparazione andrebbe rivolta anche agli allievi delle scuole».
I corsi della Società italiana di traumatologia si inseriscono nel piano globale dell'ONU per la Decade 20011 – 20020 in tema di sicurezza stradale. «L'intento delle Nazioni Unite è quello di sollecitare un piano mondiale di interventi a lungo termine per sensibilizzare i Governi nazionali ad adottare provvedimenti in grado di ridurre il numero dei morti sulle strade – spiega Costanzo – L’obiettivo è la riduzione del 50% dei decessi entro il 2020». I dati recenti a livello nazionale ed europeo sono confortanti. «Nella decade appena conclusa l’Italia ha fatto un buon passo avanti riducendo del 40% il numero dei decessi. Un risultato importante – aggiunge Costanzo – visto l’incremento del parco veicolare. Raggiunto grazie alla formazione e all’informazione, alle nuove tecnologie delle automobili e all’efficacia repressiva delle forze dell’ordine. Ma anche grazie ad un migliore uso dei sistemi di ritenuta. Ma la prossima battaglia deve essere per il casco integrale. Il casco jet non basta».
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