La Repubblica
Ed. del 26.05.2011 - Palermo - pag. VII
Giusi Spica
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Contestato anche il bando dell`ospedale Papardo-Piemonte di Messina. “Criteri non trasparenti”
Forniture per gli ospedali sotto accusa l'Authority fa bloccare un'altra gara
Le prime maxi gare d’appalto centralizzate per le forniture ospedaliere finiscono nel mirino dell’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici. Sotto la lente d’ingrandimento dei sette membri dell’organo, nominati dai presidenti di Camera e Senato, non c’è solo il bando da 56 milioni di euro perle forniture chirurgiche emesso dall’ospedale Garibaldi di Catania.
Sotto accusa c’è anche la gara per le forniture di emodinamica e cardiochirurgia bandita dall’ ospedale Papardo-Piemonte di Messina. Un appalto da 86 milioni e 800 mila euro per rifornire tutta la Sicilia orientale. II manager, Armando Caruso, si difende: «Abbiamo già risposto punto per punto ai dubbi mossi dall’Authority». Ma al momento la procedura resta ferma alla fase di aggiudicazione provvisoria. Percorrere ai ripari contro la pioggia di ricorsi, l’assessorato regionale alla Salute ha autorizzato l’apertura di un tavolo tecnico con Assobiomedica, Associazione dei fornitori ospedalieri (Afors), e Fifo (fornitori di Confcommercio), che a breve pubblicheranno le linee guida.
La gara di Messina è stata bandita a luglio scorso. Prevede una Fornirura di 431 lotti, per un totale di quasi 87 milioni di euro. I vincitori approvvigioneranno per quattro anni le sette aziende ospedaliere che fanno parte del bacino della Sicilia orientale. Alla gara si presentano 42 ditte. Ma qualcuno propone un ricorso al Tar di Catania segnalando irregolarità nel capitolato tecnico. Come per la gara del Garibaldi, l’organo amministrativo nega la sospensiva. La procedura sembra filare liscia. Finché, il 9 febbraio arriva il primo alt da parte dell’Autorità.
L’esito dell’istruttoria, avviata in settembre inseguito a un esposto, è negativo. L’Authority ritiene che il bando sia «in contrasto con i principi di correttezza e trasparenza fissati dal codice dei contratti»: manca l’indicazione dei prezzi unitari a base d’asta, non è prevista la verifica dei prezzi offerti successiva all’affidamento, non c’è una puntuale definizione dei fabbisogni e dei quantitativi previsti in ciascun lotto di gara per l’intera durata dell’appalto e la cauzione provvisoria per singolo lotto non è congrua. Il 22 febbraio l’azienda pubblica la lista provvisoria dei vincitori. Ad aggiudicarsi la maggior parte dei lotti, 86 su 431, è Axa Medical, con sede a Milano e Palermo. Seguono la multinazionale Abbott, la siciliana Presifarm, G&V Hospital e la Cook. La Johnson & Johnson, che ha stravinto nella gara del Garibaldi, si aggiudica appena due lotti. Ma a marzo arriva la notifica dell’Authority.
Da quel momento il direttore generale ha trenta giorni di tempo per rispondere e comunicare gli eventuali provvedimenti. Lo fa ad aprile, con un dossier concordato coi direttori generali delle altre aziende di bacino e con l’assessorato. I contenuti, al momento, non sono noti. Mal’istruttoria è ancora pendente. Caruso ci tiene a precisare che «le criticità segnalate non sono le stesse del bando del Garibaldi». Quali sono le differenze? Anche al bando sulle forniture di emodinamica viene attribuita la mancanza di prezzi a base d’asta, ma non c’è il criterio della percentuale di sconto minimo sul proprio listino. «Il Papardo non ha definito i prezzi per lotto e prodotto - spiega l’avvocato Claudio Salibba, che ha seguito la vicenda – ma ha dato come riferimento aggregati di prezzo molto vaghi, basati sullo storico dell’anno precedente». Altra differenza: la gara del Papardo ha adottato il criterio del prezzo più basso. Senza, dunque, l’introduzione del criterio qualitativo, che nella gara del Garibaldi, attribuisce un peso di 60 centesimi, contro i 40 di quello economico. Il prezzo più basso - continua il legale - è stato stabilito senza base d’asta, ma la ditta doveva garantire
il prezzo più basso praticato anche nelle altre con trattazioni con altre aziende nazionali».
Sotto accusa c’è anche la gara per le forniture di emodinamica e cardiochirurgia bandita dall’ ospedale Papardo-Piemonte di Messina. Un appalto da 86 milioni e 800 mila euro per rifornire tutta la Sicilia orientale. II manager, Armando Caruso, si difende: «Abbiamo già risposto punto per punto ai dubbi mossi dall’Authority». Ma al momento la procedura resta ferma alla fase di aggiudicazione provvisoria. Percorrere ai ripari contro la pioggia di ricorsi, l’assessorato regionale alla Salute ha autorizzato l’apertura di un tavolo tecnico con Assobiomedica, Associazione dei fornitori ospedalieri (Afors), e Fifo (fornitori di Confcommercio), che a breve pubblicheranno le linee guida.
La gara di Messina è stata bandita a luglio scorso. Prevede una Fornirura di 431 lotti, per un totale di quasi 87 milioni di euro. I vincitori approvvigioneranno per quattro anni le sette aziende ospedaliere che fanno parte del bacino della Sicilia orientale. Alla gara si presentano 42 ditte. Ma qualcuno propone un ricorso al Tar di Catania segnalando irregolarità nel capitolato tecnico. Come per la gara del Garibaldi, l’organo amministrativo nega la sospensiva. La procedura sembra filare liscia. Finché, il 9 febbraio arriva il primo alt da parte dell’Autorità.
L’esito dell’istruttoria, avviata in settembre inseguito a un esposto, è negativo. L’Authority ritiene che il bando sia «in contrasto con i principi di correttezza e trasparenza fissati dal codice dei contratti»: manca l’indicazione dei prezzi unitari a base d’asta, non è prevista la verifica dei prezzi offerti successiva all’affidamento, non c’è una puntuale definizione dei fabbisogni e dei quantitativi previsti in ciascun lotto di gara per l’intera durata dell’appalto e la cauzione provvisoria per singolo lotto non è congrua. Il 22 febbraio l’azienda pubblica la lista provvisoria dei vincitori. Ad aggiudicarsi la maggior parte dei lotti, 86 su 431, è Axa Medical, con sede a Milano e Palermo. Seguono la multinazionale Abbott, la siciliana Presifarm, G&V Hospital e la Cook. La Johnson & Johnson, che ha stravinto nella gara del Garibaldi, si aggiudica appena due lotti. Ma a marzo arriva la notifica dell’Authority.
Da quel momento il direttore generale ha trenta giorni di tempo per rispondere e comunicare gli eventuali provvedimenti. Lo fa ad aprile, con un dossier concordato coi direttori generali delle altre aziende di bacino e con l’assessorato. I contenuti, al momento, non sono noti. Mal’istruttoria è ancora pendente. Caruso ci tiene a precisare che «le criticità segnalate non sono le stesse del bando del Garibaldi». Quali sono le differenze? Anche al bando sulle forniture di emodinamica viene attribuita la mancanza di prezzi a base d’asta, ma non c’è il criterio della percentuale di sconto minimo sul proprio listino. «Il Papardo non ha definito i prezzi per lotto e prodotto - spiega l’avvocato Claudio Salibba, che ha seguito la vicenda – ma ha dato come riferimento aggregati di prezzo molto vaghi, basati sullo storico dell’anno precedente». Altra differenza: la gara del Papardo ha adottato il criterio del prezzo più basso. Senza, dunque, l’introduzione del criterio qualitativo, che nella gara del Garibaldi, attribuisce un peso di 60 centesimi, contro i 40 di quello economico. Il prezzo più basso - continua il legale - è stato stabilito senza base d’asta, ma la ditta doveva garantire
il prezzo più basso praticato anche nelle altre con trattazioni con altre aziende nazionali».
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