Il giudice del Tribunale di Bronte, Giorgio Marino, ha condannato il dott. M. T. a un anno e 2 mesi di reclusione con la pena sospesa. Secondo l’accusa, confermata dalla sentenza, la mattina del 24 gennaio del 2004, il medico, in servizio nel pronto soccorso dell’ospedale di Bronte, non avrebbe soccorso adeguatamente Rossana Lenzo (poco più che ventenne), successivamente morta all’ospedale Cannizzaro di Catania. Con la stessa sentenza il giudice ha anche condannato medico e responsabile civile dell’Asp3 di Catania al risarcimento dei danni in favore della parte civile, oltre al pagamento delle spese processuali. Secondo il capo di imputazione, il dott. T. ritardò la corretta diagnosi di emorragia cerebrale, rendendo vana e tardiva la corsa verso l’Ospedale Cannizzaro di Catania.
SEGUE NEI DETTAGLI
Per i genitori della ragazza, il medico del pronto soccorso dell’ospedale di Bronte avrebbe potuto salvare la figlia e, così, assistiti dall’avvocato Stella Rao e confortati dalle consulenze dei professori Gianluigi Gigli, docente di neurologia dell’Università di Udine e Fiorenzo Carta, specialista in neurochirurgia, decisero di sporgere querela. A difendere il medico fu l’avv. Carmelo Schilirò, che ricorda come in fase di indagini preliminari il pm chiese l’archiviazione e poi, durante il dibattimento, i periti del giudice esclusero ogni responsabilità colposa del medico. A distanza di circa 7 anni, dopo una lunga istruzione dibattimentale in cui sono stati sentiti ben 8 medici, tre periti e consulenti di parte, è arrivata la sentenza del Tribunale.
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