Bronte. Allarme dopo il blitz: appelli alle istituzioni mentre si plaude al lavoro di carabinieri e magistrati
Si svolgerà questa mattina alle 9,30, nel carcere catanese di Bicocca, l'interrogatorio di garanzia dei 18 brontesi arrestati nell'ambito dell'operazione «Gatto selvaggio». Attraverso l'interrogatorio il giudice valuterà se sussistono le condizioni di applicabilità delle esigenze cautelari e, ove queste risultassero inesistenti o modificate, provvederà alla loro revoca. Gli accusati, ovviamente, possono avvalersi della facoltà di non rispondere.
Intanto, è inutile dirlo, ieri a Bronte gli arresti erano la notizai del giorno e in paese si cercava di conoscere tutti i dettagli dell'operazione antimafia dai giornali e di scoprire, attraverso le foto, se fra gli arrestati ci fossero conoscenti.
La cittadina etnea ovviamente è sgomenta, ma sente forte il dovere di ringraziare i carabinieri e la magistratura per un lavoro investigativo durato anni.
«Non possiamo che applaudire al lavoro dei carabinieri - ha affermato il presidente del Consiglio comunale, Salvatore Gullotta - che, oltre a restituire fiducia nelle istituzioni dello Stato, ci auguriamo scoraggi i giovani e li convinca che intraprendere determinate brutte strade è una scelta sbagliata».
Nei circoli, ovviamente, oggi questo era l'argomento del giorno: «Il nostro faro - dice Giuseppe Di Mulo, presidente del circolo operaio - deve essere la Costituzione, secondo la quale spetta ai giudici stabilire chi non è innocente. In ogni caso, bisogna incentivare la cultura della legalità, anche per rafforzare la fiducia nelle forze dell'ordine e nella magistratura».
«Condivido quanto ha affermato oggi il sindaco Pino Firrarello - ha affermato Aldo Russo, presidente del circolo di Cultura "Enrico Cimbali" - che ha sentito il dovere di ringraziare i carabinieri. Quanto accaduto ci inquieta e ci costringe a riflettere. Mi colpisce l'età di alcuni dei brontesi arrestati e, fra questi, ci sono figli di persone che conosciamo e apprezziamo. Pensavo - continua - di vivere in un paese tranquillo e, invece, non è così».
Tante persone intervistate ci hanno detto di essere preoccupati per i propri figli. In una cittadina dove ci si rende conto che circola tanta droga e la criminalità ha raggiunto questi livelli i rischi sono maggiori. Chi sente maggiormente il peso dell'oppressione della criminalità, ovviamente, sono le forze economiche produttive che, oltre a ringraziare le forze dell'ordine, lanciano alcune proposte: «Le recenti notizie che hanno portato la città di Bronte agli onori della cronaca per fatti poco lusinghieri - hanno affermato Ada Biuso e Antonello Saitta, responsabili rispettivamente di Confesercenti e Confcommercio - hanno indotto le nostre confederazioni a fare delle riflessioni sulle cause che determinano questo stato di malessere specialmente giovanile. Plaudiamo alle forze dell'ordine e alla magistratura, ma sentiamo forte il bisogno di lanciare un accorato allarme per evitare che la criminalità usi le debolezze e le incertezze dell'economia per rafforzare le proprie posizioni. Per questo - continuano - chiediamo alle istituzioni più risorse a favore delle attività e delle imprese giovanili per evitarne le devianze e avviare un circolo virtuoso e alle banche maggiore disponibilità a finanziare le imprese ed evitare un restringimento del credito. Solo assicurando una crescita economica - concludono - lo sviluppo diventa realtà, favorendo occupazione e migliore qualità della vita».
Intanto, è inutile dirlo, ieri a Bronte gli arresti erano la notizai del giorno e in paese si cercava di conoscere tutti i dettagli dell'operazione antimafia dai giornali e di scoprire, attraverso le foto, se fra gli arrestati ci fossero conoscenti.
La cittadina etnea ovviamente è sgomenta, ma sente forte il dovere di ringraziare i carabinieri e la magistratura per un lavoro investigativo durato anni.
«Non possiamo che applaudire al lavoro dei carabinieri - ha affermato il presidente del Consiglio comunale, Salvatore Gullotta - che, oltre a restituire fiducia nelle istituzioni dello Stato, ci auguriamo scoraggi i giovani e li convinca che intraprendere determinate brutte strade è una scelta sbagliata».
Nei circoli, ovviamente, oggi questo era l'argomento del giorno: «Il nostro faro - dice Giuseppe Di Mulo, presidente del circolo operaio - deve essere la Costituzione, secondo la quale spetta ai giudici stabilire chi non è innocente. In ogni caso, bisogna incentivare la cultura della legalità, anche per rafforzare la fiducia nelle forze dell'ordine e nella magistratura».
«Condivido quanto ha affermato oggi il sindaco Pino Firrarello - ha affermato Aldo Russo, presidente del circolo di Cultura "Enrico Cimbali" - che ha sentito il dovere di ringraziare i carabinieri. Quanto accaduto ci inquieta e ci costringe a riflettere. Mi colpisce l'età di alcuni dei brontesi arrestati e, fra questi, ci sono figli di persone che conosciamo e apprezziamo. Pensavo - continua - di vivere in un paese tranquillo e, invece, non è così».
Tante persone intervistate ci hanno detto di essere preoccupati per i propri figli. In una cittadina dove ci si rende conto che circola tanta droga e la criminalità ha raggiunto questi livelli i rischi sono maggiori. Chi sente maggiormente il peso dell'oppressione della criminalità, ovviamente, sono le forze economiche produttive che, oltre a ringraziare le forze dell'ordine, lanciano alcune proposte: «Le recenti notizie che hanno portato la città di Bronte agli onori della cronaca per fatti poco lusinghieri - hanno affermato Ada Biuso e Antonello Saitta, responsabili rispettivamente di Confesercenti e Confcommercio - hanno indotto le nostre confederazioni a fare delle riflessioni sulle cause che determinano questo stato di malessere specialmente giovanile. Plaudiamo alle forze dell'ordine e alla magistratura, ma sentiamo forte il bisogno di lanciare un accorato allarme per evitare che la criminalità usi le debolezze e le incertezze dell'economia per rafforzare le proprie posizioni. Per questo - continuano - chiediamo alle istituzioni più risorse a favore delle attività e delle imprese giovanili per evitarne le devianze e avviare un circolo virtuoso e alle banche maggiore disponibilità a finanziare le imprese ed evitare un restringimento del credito. Solo assicurando una crescita economica - concludono - lo sviluppo diventa realtà, favorendo occupazione e migliore qualità della vita».
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