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La motivazione del giudice riguarda il passaggio dei dipendenti da Sise a Seus. La società: tutto in regola
PALERMO - Il licenziamento di alcuni autisti del 118 per il tribunale di Caltanissetta sarebbe illegittimo. La sentenza è dello scorso 11 ottobre, ma adesso le motivazioni del giudice andrebbero oltre, mettendo in discussione le modalità con cui i dipendenti della Sise, cioè la vecchia società che gestiva il servizio di emergenze e urgenze nell'Isola, sono passati alla Seus, la nuova società a partecipazione pubblica.
La nascita di questo nuovo soggetto era stata prevista dalla riforma della sanità. Chiusa la Sise, dunque, i 3.200 lavoratori della vecchia Sise sarebbero dovuti transitare nel nuovo soggetto attraverso un vero e proprio licenziamento. Ma nei loro confronti, la Regione era debitrice di milioni di euro per tutta una serie di straordinari arretrati non pagati.
L'assessore alla Salute, Massimo Russo, chiese allora ai dipendenti della Sise di rinunciare a quei crediti vantati in cambio della riassunzione nella Seus. La stragrande maggioranza firmò il contratto, ma alcuni operatori si rivolsero al tribunale. Il giudice oggi definisce quei licenziamenti illegittimi e anzi definisce il loro passaggio dalla Sise alla Seus in termini di trasferimento e non di licenziamento e conseguente riassunzione, con «tutti i diritti che ne derivano».
Ora bisogna attendere gli esiti degli altri ricorsi. Per capire se il caso del Tribunale di Caltanissetta rimarrà un caso isolato. Pronta la replica della Seus: «Ci sembra sia stata data una lettura distorta della sentenza, su un argomento peraltra complesso dal punto di vista del diritto. La Scus, ad oggi, non ha mai subito alcun provvedimento di condanna, anzi finora ha vinto due cause a Caltanissetta e due ad Enna per ricorsi presentati da ex lavoratori Sise che non hanno firmato la conciliazione ed hanno fatto causa all'azienda. Con questo provvedimento, in realtà il Tribunale di Caltanissetta ha rigettato la domanda con la quale i lavoratori chiedevano la costituzione di un rapporto di lavoro in Seus, in violazione degli accordi sindacali sottoscritti. In sostanza, mancando sentenza di condanna, nessun tribunale ha dichiarato l'illegittimità della procedura seguita e, semmai, è vero il contrario».
L'assessore alla Salute, Massimo Russo, chiese allora ai dipendenti della Sise di rinunciare a quei crediti vantati in cambio della riassunzione nella Seus. La stragrande maggioranza firmò il contratto, ma alcuni operatori si rivolsero al tribunale. Il giudice oggi definisce quei licenziamenti illegittimi e anzi definisce il loro passaggio dalla Sise alla Seus in termini di trasferimento e non di licenziamento e conseguente riassunzione, con «tutti i diritti che ne derivano».
Ora bisogna attendere gli esiti degli altri ricorsi. Per capire se il caso del Tribunale di Caltanissetta rimarrà un caso isolato. Pronta la replica della Seus: «Ci sembra sia stata data una lettura distorta della sentenza, su un argomento peraltra complesso dal punto di vista del diritto. La Scus, ad oggi, non ha mai subito alcun provvedimento di condanna, anzi finora ha vinto due cause a Caltanissetta e due ad Enna per ricorsi presentati da ex lavoratori Sise che non hanno firmato la conciliazione ed hanno fatto causa all'azienda. Con questo provvedimento, in realtà il Tribunale di Caltanissetta ha rigettato la domanda con la quale i lavoratori chiedevano la costituzione di un rapporto di lavoro in Seus, in violazione degli accordi sindacali sottoscritti. In sostanza, mancando sentenza di condanna, nessun tribunale ha dichiarato l'illegittimità della procedura seguita e, semmai, è vero il contrario».
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