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Federalismo. L'impatto della spesa sanitaria in quattro regioni: in Liguria le maggiori rinunce.
Sicilia premiata dai costi standard
IN ATTESA DEL DECRETO. I tecnici misurano guadagni e perdite per le uscite di asl e ospedali: un siciliano disporrebbe di 36 euro in più, un ligure di 103 in meno.
Vincerebbe la Sicilia, perderebbe la Liguria. Con (teorici) 103 euro a testa in meno per i cittadini liguri e una perdita complessiva per la regione di 166 milioni. E viceversa con 36 euro pro capite in più (teorici) per ogni siciliano e un guadagno secco per l'isola di 185 milioni. Prove tecniche, molto tecniche, di costi standard e di benchmark per le spese di asi e ospedali verso il federalismo fiscale. In attesa che il decreto prenda forma definitiva, la Copaff (commissione per l'attuazione del federalismo fiscale) ha messo insieme le «prime basi informative» sui costi standard sanitari sulla base di dati dei ministeri dell'Economia e della Salute. Un esercizio tecnico, ancora parziale, che servirà da riferimento successivamente per tentare calcoli ben più raffmati. Soprattutto quando (e se) il dlgs diventerà defmitivo dopo tutti i prossimi passaggiistituzionali e parlamentari.
Con un'ulteriore appendice legata a vicende più vicine: il riparto dei fondi sanitari per il 2011, su cui la prossima settimana i governatori si confronteranno in nna partita che lega insieme anche federalismo fiscale ed effetti della manovra estiva per il 2011 che ha portato con sé tagli da 4 miliardi per le regioni.
Da notare che il finanziamento e la distribuzione di fondi per l'anno prossimo saranno decisivi in vista della prima attuazione dei costi standard nel 2013: dunque, è sulla base del finanziamento che sarà deciso per il 2011 che si calcoleranno poi i disavanzi e le regioni benchmark eventualmente con i conti in regola. Chi perde nel 2011, insomma, ne farà le spese ancora di più nel 2013 con i costi standard che saranno applicati quell'anno.
L'anno di riferimento delle elaborazioni per il fmanziamento è il 2009. Con una novità: l'applicazione più decisa per i trasferimenti alle regioni della cosiddetta "quota pesata" per cittadino come già in qualche misura indicato dalla bozza di decreto sui costi standard. Altro elemento . delle elaborazioni Copaff e ministeriali è il calcolo della quota capitaria media delle regioni che nel 2009 risultano con i conti in equilibrio: Lombardia, Toscana, Umbria e Marche.
Confrontando la media delle regioni benchmark "virtuose" (1.732,2 euro pro capite) col pro capite pesato per tutte le règioni, emergono i "dare e avere" per costruire i primi ipotetici costi standard. Di qui i risultati, del tutto parziali sia chiaro. A guadagnare teoricamente qualcosa sarebbero otto regioni: dal top della Sicilia (36,7 euro pro capite), regione peraltro a statuto speciale, ai 10,8 euro a testa del Lazio tra le regioni "ordinarie". Tutte le altre perderebbero: più di tutte la Liguria (103,1 euro per cittadino), meno la Puglia (2,6 euro a testa). Da notare che praticamente tutto il sud ci rimette, Sicilia esclusa (ma ancora con l'avvertenza che è a statuto speciale). E che a a perderei in questo esercizio sarebbero, eccetto la Lombardia, anche le altre
tre regioni benchmark (Toscana, Umbria e Marche).
Prove tecniche di costi standatd, naturalmente. Per tante ragioni. Perché tra gli indicatori futuri (ma non ancoraformalizzati) perdefmire i fabbisogni sanitari ci saranno anche «particolari situazioni territoriali» come l'indice di deprivazione o altri che emergeranno soprattutto in sede politica. Senza dire che anche nel governo si spinge per l'inserimento di una regione benchmark del sud (ma con i conti in regola, se li avrà). E con un'ultima avvertenza per l'uso: i conti (e il benchmark) si faranno nel 2013 in base ai risultati del 2011. Che devono ancora arrivare. Anche per questo sarà guerra tra i governatori per la distribuzione delle risorse sanitarie relative al prossimo anno.
Con un'ulteriore appendice legata a vicende più vicine: il riparto dei fondi sanitari per il 2011, su cui la prossima settimana i governatori si confronteranno in nna partita che lega insieme anche federalismo fiscale ed effetti della manovra estiva per il 2011 che ha portato con sé tagli da 4 miliardi per le regioni.
Da notare che il finanziamento e la distribuzione di fondi per l'anno prossimo saranno decisivi in vista della prima attuazione dei costi standard nel 2013: dunque, è sulla base del finanziamento che sarà deciso per il 2011 che si calcoleranno poi i disavanzi e le regioni benchmark eventualmente con i conti in regola. Chi perde nel 2011, insomma, ne farà le spese ancora di più nel 2013 con i costi standard che saranno applicati quell'anno.
L'anno di riferimento delle elaborazioni per il fmanziamento è il 2009. Con una novità: l'applicazione più decisa per i trasferimenti alle regioni della cosiddetta "quota pesata" per cittadino come già in qualche misura indicato dalla bozza di decreto sui costi standard. Altro elemento . delle elaborazioni Copaff e ministeriali è il calcolo della quota capitaria media delle regioni che nel 2009 risultano con i conti in equilibrio: Lombardia, Toscana, Umbria e Marche.
Confrontando la media delle regioni benchmark "virtuose" (1.732,2 euro pro capite) col pro capite pesato per tutte le règioni, emergono i "dare e avere" per costruire i primi ipotetici costi standard. Di qui i risultati, del tutto parziali sia chiaro. A guadagnare teoricamente qualcosa sarebbero otto regioni: dal top della Sicilia (36,7 euro pro capite), regione peraltro a statuto speciale, ai 10,8 euro a testa del Lazio tra le regioni "ordinarie". Tutte le altre perderebbero: più di tutte la Liguria (103,1 euro per cittadino), meno la Puglia (2,6 euro a testa). Da notare che praticamente tutto il sud ci rimette, Sicilia esclusa (ma ancora con l'avvertenza che è a statuto speciale). E che a a perderei in questo esercizio sarebbero, eccetto la Lombardia, anche le altre
tre regioni benchmark (Toscana, Umbria e Marche).
Prove tecniche di costi standatd, naturalmente. Per tante ragioni. Perché tra gli indicatori futuri (ma non ancoraformalizzati) perdefmire i fabbisogni sanitari ci saranno anche «particolari situazioni territoriali» come l'indice di deprivazione o altri che emergeranno soprattutto in sede politica. Senza dire che anche nel governo si spinge per l'inserimento di una regione benchmark del sud (ma con i conti in regola, se li avrà). E con un'ultima avvertenza per l'uso: i conti (e il benchmark) si faranno nel 2013 in base ai risultati del 2011. Che devono ancora arrivare. Anche per questo sarà guerra tra i governatori per la distribuzione delle risorse sanitarie relative al prossimo anno.
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