Medici del 118 contesi
Al centro della questione 12 medici che trasferendosi lascerebbero sguarnite alcune postazioni del 118
CATANIA - Potrebbe sembrare una vicenda surreale ma è quanto accade tra le ASP di Messina e Catania. I fatti: lo scorso 27, 28 e 29 settembre, a conclusione delle zone carenti di emergenza sanitaria individuate dalla ASP di Messina sono stati conferiti per trasferimento un certo numero di posti a medici che fino ad allora prestavano servizio in postazioni e presidi dell'ASP di Catania (esattamente 12). Orbene, il trasferimento doveva avvenire, secondo l'ASP di Messina, con decorrenza 1° ottobre. Ciò avrebbe comportanto disagi in alcune postazioni catanesi e di fatto l'ASP 3 di Catania ha dichiarato che avrebbe accettato le dimissioni dei medici trasferiti solo dopo 30 giorni dalla loro comunicazione. Per amore di verità va però precisato che l'ASP di Catania non ha ancora bandito le zone carenti di emergenza e quando lo farà (non si sa quando) il problema potrebbe presentarsi all'inverso. Va però anche precisato che in effetti l'intervallo che l'ASP 5 di Messina voleva far intercorrere tra la convocazione e la messa in servizio a molti è sembrato eccessivamente breve.
Lo SMI ha comunque richiesto in data 4 ottobre un incontro urgente al direttore generale dell'azienda catanese per "violazione degli obblighi relativi alla conduzione del servizio SUES 118". In particolare si contesta la mancata mobilità intraziendale e pubblicazione delle zonce carenti relative agli anni 2006 e 2009, il mancato adempimento formativo (le ASL devono organizzare corsi ECM in materia di emergenza), nonchè l'impiego di personale convenzionato nei pronto soccorso non in supporto al personale medico dirigente, ma in sostituzione.
Questa vicenda ha dunque messo in evidenza differenti comportamenti aziendali: «Si sono evidenziate le diverse realtà gestionali del SUES-118 - dichiara Enco Picciolo, segretario regionale per lo SMI-118 -. Mentre l’ASP di Messina adempie a quanto previsto dalle varie disposizioni, pubblicando regolarmente le zone carenti in emergenza ogni qual volta l’Assessorato ne abbia fatto richiesta, l’ASP di Catania ne ha disatteso per ben due volte (2006 e 2009) la pubblicazione».
Secondo il segretario dello SMI dunque si è realizzata una «palese violazione degli obblighi contrattuali, da noi regolarmente denunciata, ricordandosi che esiste un accordo di categoria solo al momento del trasferimento dei sanitari».
«E’ evidente - conclude Picciolo - che come sindacato difenderemo i medici, per come già enunciato nella richiesta di convocazione urgente inviata all’ASP di Catania e nell’immediato ci siamo già attivati al fine del riconoscimento dell’anzianità di servizio nell’azienda accettante a valere dalla data del conferimento dell’incarico e non dall’inizio dell’attività».
Lo SMI ha comunque richiesto in data 4 ottobre un incontro urgente al direttore generale dell'azienda catanese per "violazione degli obblighi relativi alla conduzione del servizio SUES 118". In particolare si contesta la mancata mobilità intraziendale e pubblicazione delle zonce carenti relative agli anni 2006 e 2009, il mancato adempimento formativo (le ASL devono organizzare corsi ECM in materia di emergenza), nonchè l'impiego di personale convenzionato nei pronto soccorso non in supporto al personale medico dirigente, ma in sostituzione.
Questa vicenda ha dunque messo in evidenza differenti comportamenti aziendali: «Si sono evidenziate le diverse realtà gestionali del SUES-118 - dichiara Enco Picciolo, segretario regionale per lo SMI-118 -. Mentre l’ASP di Messina adempie a quanto previsto dalle varie disposizioni, pubblicando regolarmente le zone carenti in emergenza ogni qual volta l’Assessorato ne abbia fatto richiesta, l’ASP di Catania ne ha disatteso per ben due volte (2006 e 2009) la pubblicazione».
Secondo il segretario dello SMI dunque si è realizzata una «palese violazione degli obblighi contrattuali, da noi regolarmente denunciata, ricordandosi che esiste un accordo di categoria solo al momento del trasferimento dei sanitari».
«E’ evidente - conclude Picciolo - che come sindacato difenderemo i medici, per come già enunciato nella richiesta di convocazione urgente inviata all’ASP di Catania e nell’immediato ci siamo già attivati al fine del riconoscimento dell’anzianità di servizio nell’azienda accettante a valere dalla data del conferimento dell’incarico e non dall’inizio dell’attività».
07.10.2010, MEDPress.it | |
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