Il 112 internazionale manda
in tilt quello dei carabinieri
IL CASO. A chiamare sono principalmente gli stranieri abituati da tempo ad usare quel numero per lanciare un allarme. All'estero è il numero unico per le emergenze, da noi risponde l'Arma. E le chiamate errate sono concentrate nelle località turisticheBrescia. Una centrale unica che coordini tutte le emergenze, dall'urgenza sanitaria a quella legata alla sicurezza delle persone: in Europa, in quasi tutti i Paesi, è operativa da tempo, e frutta minor spese e un miglior utilizzo delle risorse umane. In Italia per anni si è andati avanti... dando i numeri: 112 per i carabinieri; 113 per la polizia; 115 per i vigili del fuoco; 117 per la guardia di finanza e, in tempi recenti, 118 per i soccorsi sanitari. In precedenza, in città si chiamava direttamente la Croce bianca e nei paesi l'associazione dei volontari vicino a casa. Poi ci sono il 114, il 1530, il 1522....
LA CENTRALE UNICA legata al «112» - il numero dei carabinieri - doveva entrare in funzione tre anni fa. Lo è da pochi giorni e non mancano problemi organizzativi.
E' partita dopo che la Commissione europea di giustizia per due volte ha sanzionato il nostro Paese per il ritardo e per la ritardata attivazione, unico fra gli Stati membri, del numero telefonico d'emergenza 112.
L'Italia era già stata condannata dalla Corte per questo inadempimento il 15 gennaio 2009. Il secondo ricorso in Corte è stato accompagnato dalla richiesta di una forte sanzione pecuniaria ed è costato all'Italia 39.680 euro al giorno per tutto il tempo di ritardo.
Tutti gli Stati sono tenuti a garantire che quando un utente chiama da un cellulare il numero unico di emergenza europeo, il 112, le informazioni sulla sua ubicazione siano trasmesse ai servizi di emergenza. In gioco c'è la vita umana.
LE CHIAMATE. I primi problemi sono sorti due settimane fa, quando i centralinisti di Brescia, di Salò (distretto 0365) e di Breno (0364) hanno ricevuto chiamate che nulla avevano a che fare con furti in casa, rapine, risse o aggressioni. Principalmente tedeschi, olandesi e inglesi chiedevano l'invio di un'ambulanza per un malore, dei pompieri per un incendio o chiedevano un soccorso.
I dati parlano chiaro: mediamente la centrale dei carabinieri di Brescia riceve un migliaio di richieste nell'arco delle 24; altre centinaia arrivano a Salò e in Vallecamonica. Il 118, da parte sua, riceve mediamente tra le 600 e le 700 telefonate al giorno.
SOLO DOMENICA i centralinisti dei carabinieri hanno ricevuto centinaia di chiamate da chi era convinto di aver composto il numero internazionale delle emergenze. Il servizio prevede che nel caso non ci si capisca, la chiamata venga dirottata a un centro con interprete. Nel frattempo si rischia di perdere minuti preziosi. Il centralinista dei carabinieri deve poi dirottare la richiesta al 118 o al 115. E se ci sono problemi nella trasmissione dei dati deve inviare un fax con il numero del richiedente. Un «tour de force» notevole per chi deve fronteggiare le emergenze, dovendo oltretutto combattere contro il tempo. Gli altri numeri, dal 115 al 118, restano operativi. anche se si dovrà arrivare a una centrale unica come all'estero.
AGLI STRANIERI che utilizzano i cellulari di ultima generazione viene spiegato che quel 112 è il numero dei carabinieri e di attendere che la chiamata verrà presto dirottata alla sala operativa di competenza. Ma non tutti lo capiscono.
LA CENTRALE UNICA legata al «112» - il numero dei carabinieri - doveva entrare in funzione tre anni fa. Lo è da pochi giorni e non mancano problemi organizzativi.
E' partita dopo che la Commissione europea di giustizia per due volte ha sanzionato il nostro Paese per il ritardo e per la ritardata attivazione, unico fra gli Stati membri, del numero telefonico d'emergenza 112.
L'Italia era già stata condannata dalla Corte per questo inadempimento il 15 gennaio 2009. Il secondo ricorso in Corte è stato accompagnato dalla richiesta di una forte sanzione pecuniaria ed è costato all'Italia 39.680 euro al giorno per tutto il tempo di ritardo.
Tutti gli Stati sono tenuti a garantire che quando un utente chiama da un cellulare il numero unico di emergenza europeo, il 112, le informazioni sulla sua ubicazione siano trasmesse ai servizi di emergenza. In gioco c'è la vita umana.
LE CHIAMATE. I primi problemi sono sorti due settimane fa, quando i centralinisti di Brescia, di Salò (distretto 0365) e di Breno (0364) hanno ricevuto chiamate che nulla avevano a che fare con furti in casa, rapine, risse o aggressioni. Principalmente tedeschi, olandesi e inglesi chiedevano l'invio di un'ambulanza per un malore, dei pompieri per un incendio o chiedevano un soccorso.
I dati parlano chiaro: mediamente la centrale dei carabinieri di Brescia riceve un migliaio di richieste nell'arco delle 24; altre centinaia arrivano a Salò e in Vallecamonica. Il 118, da parte sua, riceve mediamente tra le 600 e le 700 telefonate al giorno.
SOLO DOMENICA i centralinisti dei carabinieri hanno ricevuto centinaia di chiamate da chi era convinto di aver composto il numero internazionale delle emergenze. Il servizio prevede che nel caso non ci si capisca, la chiamata venga dirottata a un centro con interprete. Nel frattempo si rischia di perdere minuti preziosi. Il centralinista dei carabinieri deve poi dirottare la richiesta al 118 o al 115. E se ci sono problemi nella trasmissione dei dati deve inviare un fax con il numero del richiedente. Un «tour de force» notevole per chi deve fronteggiare le emergenze, dovendo oltretutto combattere contro il tempo. Gli altri numeri, dal 115 al 118, restano operativi. anche se si dovrà arrivare a una centrale unica come all'estero.
AGLI STRANIERI che utilizzano i cellulari di ultima generazione viene spiegato che quel 112 è il numero dei carabinieri e di attendere che la chiamata verrà presto dirottata alla sala operativa di competenza. Ma non tutti lo capiscono.
Franco Mondini
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