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L'assessore regionale alla Salute ha siglato il nuovo accordo con le organizzazioni sindacali di categoria.
Medico di famiglia, rivoluzione in arrivo
Più compiti per i «camici bianchi». Si punta a rafforzare i servizi assistenziali per limitare il ricorso inappropriato all'ospedale.
Palermo. Se non è questo un cambiamento radicale, poco ci manca. Novità in vista per la medicina del territorio che interessa, in Sicilia, ben 4200 medici di medicina generale. L'accordo, in linea con il contratto nazionale di categoria, è stato siglato dall'assessore regionale per la Salute, Massimo Russo e dai rappresentanti sindacali dei «camici bianchi». Con il nuovo accordo, la Sicilia è tra le prime regioni italiane ad applicare il contratto: si punta al potenziamento di tutte le attività di assistenza primaria, al rafforzamento dell'associazionismo, alla maggiore presenza e reperibilità dei medici per un numero di ore al giorno superiore rispetto al passato. «È un passo decisivo verso il completo sviluppo della medicina territoriale che è un caposaldo della nostra riforma - ha detto Massimo Russo -. L'obiettivo è quello di ampliare l'offerta di servizi assistenziali da parte delle strutture territoriali per impedire il ricorso inappropriato all'ospedale». L'accordo regionale, che avrà validità fino al 2011, inoltre sana i contenziosi economici che risalivano in alcuni casi anche al 2005. «Chi ha seguito la difficile gestazione della legge di riforma - ha evidenziato Russo - sa quale importanza abbiamo voluto dare alla figura del medico di medicina generale che rappresenta il primo filtro tra il paziente e il sistema sanitario. Con questo accordo, che rappresenta una svolta storica, la vecchia figura del medico di famiglia acquisterà ulteriore dignità professionale nell'ambito di un progetto moderno, al passo con i nuovi tempi e con le nuove esigenze sanitarie».
Uno dei capisaldi dell'accordo prevede una gestione integrata dei pazienti cronici (in particolare pazienti con diabete mellito e scompenso cardiaco) nelle sedi dei poliambulatori distrettuali e dei costituendi Pta (presidi territoriali di assistenza) dove i medici di medicina generale lavoreranno insieme agli specialisti e agli infermieri del distretto. La filosofia che sta alla base del progetto è quella che un attento monitoraggio del paziente cronico evita inutili ricoveri ospedalieri e assicura una migliore qualità della vita al paziente. Il medico di medicina generale potrà partecipare alle attività dei Ppi (punti di primo intervento) che costituiranno degli ambulatori per la gestione di urgenze territoriali e che, assieme ad altre iniziative, quali la costituzione di ambulatori infermieristici in tutti i poliambulatori, eviteranno l'intasamento dei pronto soccorso ospedalieri. Come previsto dall'accordo quadro nazionale, i medici saranno chiamati a costituire delle forme aggregative, finalizzate a sviluppare interventi formativi ed a condividere percorsi assistenziali e protocolli per curare in modo più appropriato i pazienti. Giudizio positivo all'accordo è stato espresso anche da Carmelo Raffa, segretario regionale della Cisl pensionati.
«Le nuove disposizioni per i 4.200 medici di medicina generale firmate dall'assessore Russo vanno accolte con soddisfazione. È il primo tassello verso un cammino virtuoso, perché il medico di famiglia è il primo filtro tra il paziente e il sistema sanitario. È quello a cui ci si può rivolgere sia nella fase acuta che nella fase cronica».
Uno dei capisaldi dell'accordo prevede una gestione integrata dei pazienti cronici (in particolare pazienti con diabete mellito e scompenso cardiaco) nelle sedi dei poliambulatori distrettuali e dei costituendi Pta (presidi territoriali di assistenza) dove i medici di medicina generale lavoreranno insieme agli specialisti e agli infermieri del distretto. La filosofia che sta alla base del progetto è quella che un attento monitoraggio del paziente cronico evita inutili ricoveri ospedalieri e assicura una migliore qualità della vita al paziente. Il medico di medicina generale potrà partecipare alle attività dei Ppi (punti di primo intervento) che costituiranno degli ambulatori per la gestione di urgenze territoriali e che, assieme ad altre iniziative, quali la costituzione di ambulatori infermieristici in tutti i poliambulatori, eviteranno l'intasamento dei pronto soccorso ospedalieri. Come previsto dall'accordo quadro nazionale, i medici saranno chiamati a costituire delle forme aggregative, finalizzate a sviluppare interventi formativi ed a condividere percorsi assistenziali e protocolli per curare in modo più appropriato i pazienti. Giudizio positivo all'accordo è stato espresso anche da Carmelo Raffa, segretario regionale della Cisl pensionati.
«Le nuove disposizioni per i 4.200 medici di medicina generale firmate dall'assessore Russo vanno accolte con soddisfazione. È il primo tassello verso un cammino virtuoso, perché il medico di famiglia è il primo filtro tra il paziente e il sistema sanitario. È quello a cui ci si può rivolgere sia nella fase acuta che nella fase cronica».
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