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Sanità. La Regione cancella la Sise ma rispuntano altri 2 enti misteriosi: la Sissa e il consorzio Emerform.
Il grande bluff del 118 siciliano restano sprechi e società inutili.
Sise, oppure Seus, oppure ancora Sissa. Cinque lettere che si spostano da una parte all’altra, liti furibonde tra Croce Rossa e Regione Sicilia, minacce di interruzione del servizio sanitario d’emergenza e alla fine - nonostante i proclami - la vecchia Sise è ancora lì. Sì, è stata messa in liquidazione per le mille irregolarità, clientele, spreco di soldi pubblici.
NON SCOMPAIONO (non ancora) però altre due società satelliti della Sise: la Sissa srl, che si occupa, come c’è scritto sul sito web ufficiale della società, «della gestione di servizi pubblici e privati in ambito socio-sanitario-assistenziale, nella zona territoriale della Regione Siciliana, ed organizza anche attività di formazione e riqualificazione del personale» e un consorzio di nome Emerform che invece si occupa, fra le altre cose, della formazione del personale Sise. Due società con un consiglio di amministrazione che sono spuntate negli anni d’oro della Sise e che sarebbero ancora in attività. Con dei compiti particolari, come ad esempio missioni all’estero. La Sissa infatti svolgerebbe anche una sorta di «attività organizzativo - gestionale nell'ambito dell'espletamento di compiti e servizi di natura umanitaria sia all'interno della Comunità Europea che in campo internazionale».
Un ramo siciliano della Croce Rossa, insomma, specializzato nelle emergenze all’estero. E un altro, quello del Consorzio Emerform, dedito alla formazione del personale e costituito dalla Croce Rossa, dall’ospedale Cannizzaro e dall’Università di Catania. Misteri siciliani di società ed enti collegati alla Croce Rossa e alla Regione che sono ancora operative.
Nel frattempo tutti i dipendenti della Sise si apprestano a diventare dipendenti Sues. Da una società all’altra, ma restano tutti, compresi quelli assunti per chiamata diretta nonostante sia stata certificata l’irregolarità di questo tipo di assunzioni.
D’altronde lo stesso commissario straordinario della Cri Francesco Rocca era stato chiaro: impossibile intervenire adesso per aggiustare il vecchio sistema clientelare. Rocca che probabilmente conosceva bene la Sise: in un documento datato 28 dicembre 2005 avente per oggetto la nomina del nuovo cda l’attuale commissario risulta far parte del collegio dei sindaci della Sise siciliana.
Adesso il futuro del 118 sembra passare per lo scontro tra Croce Rossa e Regione. Sarà infatti direttamente la regione siciliana, attraverso la Sues, a gestire il servizio. Ma Rocca vanta un credito di 80 milioni di euro nei confronti della Regione tra straordinari non pagati e pendenze varie. Soldi che Russo non ha alcuna intenzione di sborsare. A decidere sarà un giudice. La Sues intanto diventerà operativa nelle province di Palermo e Trapani il 5 luglio ed entro il 12 luglio nelle province di Messina, Ragusa e Caltanissetta.
Nel frattempo va avanti il lavoro amministrativo per la definizione di tutte le procedure: la quasi totalità degli autisti soccorritori ha già firmato la transazione con la Sise (solo 40 su poco più di 3.000 si sono rifiutati di firmare). Sono invece 34 le ambulanze già in servizio con il nuovo stemma e i colori della Seus. Tutto si muove, insomma, ma società ed enti misteriosi continuano ad esistere. Perlomeno in Sicilia.
NON SCOMPAIONO (non ancora) però altre due società satelliti della Sise: la Sissa srl, che si occupa, come c’è scritto sul sito web ufficiale della società, «della gestione di servizi pubblici e privati in ambito socio-sanitario-assistenziale, nella zona territoriale della Regione Siciliana, ed organizza anche attività di formazione e riqualificazione del personale» e un consorzio di nome Emerform che invece si occupa, fra le altre cose, della formazione del personale Sise. Due società con un consiglio di amministrazione che sono spuntate negli anni d’oro della Sise e che sarebbero ancora in attività. Con dei compiti particolari, come ad esempio missioni all’estero. La Sissa infatti svolgerebbe anche una sorta di «attività organizzativo - gestionale nell'ambito dell'espletamento di compiti e servizi di natura umanitaria sia all'interno della Comunità Europea che in campo internazionale».
Un ramo siciliano della Croce Rossa, insomma, specializzato nelle emergenze all’estero. E un altro, quello del Consorzio Emerform, dedito alla formazione del personale e costituito dalla Croce Rossa, dall’ospedale Cannizzaro e dall’Università di Catania. Misteri siciliani di società ed enti collegati alla Croce Rossa e alla Regione che sono ancora operative.
Nel frattempo tutti i dipendenti della Sise si apprestano a diventare dipendenti Sues. Da una società all’altra, ma restano tutti, compresi quelli assunti per chiamata diretta nonostante sia stata certificata l’irregolarità di questo tipo di assunzioni.
D’altronde lo stesso commissario straordinario della Cri Francesco Rocca era stato chiaro: impossibile intervenire adesso per aggiustare il vecchio sistema clientelare. Rocca che probabilmente conosceva bene la Sise: in un documento datato 28 dicembre 2005 avente per oggetto la nomina del nuovo cda l’attuale commissario risulta far parte del collegio dei sindaci della Sise siciliana.
Adesso il futuro del 118 sembra passare per lo scontro tra Croce Rossa e Regione. Sarà infatti direttamente la regione siciliana, attraverso la Sues, a gestire il servizio. Ma Rocca vanta un credito di 80 milioni di euro nei confronti della Regione tra straordinari non pagati e pendenze varie. Soldi che Russo non ha alcuna intenzione di sborsare. A decidere sarà un giudice. La Sues intanto diventerà operativa nelle province di Palermo e Trapani il 5 luglio ed entro il 12 luglio nelle province di Messina, Ragusa e Caltanissetta.
Nel frattempo va avanti il lavoro amministrativo per la definizione di tutte le procedure: la quasi totalità degli autisti soccorritori ha già firmato la transazione con la Sise (solo 40 su poco più di 3.000 si sono rifiutati di firmare). Sono invece 34 le ambulanze già in servizio con il nuovo stemma e i colori della Seus. Tutto si muove, insomma, ma società ed enti misteriosi continuano ad esistere. Perlomeno in Sicilia.
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