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Roma, 24 mag. (Adnkronos Salute) - Tutti i medici, dipendenti e convenzionati, sono tenuti a redigere il certificato di malattia on line, secondo le nuove norme. E per tutti sono previste pesanti sanzioni in caso di inadempimenti ripetuti. Lo ricorda il Sindacato nazionale autonomo medici italiani (Snami) che sottolinea però come, fino a oggi, il dibattito sembra essersi limitato ai medici di famiglia. La legge è chiara ma, avverte lo Snami, va evitato che le incombenze di altre aree ricadano sulla medicina generale. E il sindacato invita le autorità sanitarie ad informare meglio tutti i camici bianchi sui loro obblighi. «Stranamente a oggi - dice il segretario organizzativo nazionale Snami, Pasquale Orlando - di questo importante argomento se ne sono occupate solo le associazioni di categoria dei medici convenzionati della medicina generale e la Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo) per le competenza etiche e deontologiche. Mentre le altre associazioni come la pediatria di libera scelta, la convenzionata specialistica e tutti i colleghi della dipendenza sembrano poco o per nulla interessati. Eppure le norme legislative sono chiare: ci sono anche loro».
«Non vorremmo - continua - che incombenze che competono a colleghi di altre aree, ricadessero poi sulla medicina generale, nonostante la legge sia chiara e che l'ultima circolare del 11 marzo 2010, della Presidenza del Consiglio dei ministri pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 15 maggio, inviti le amministrazioni pubbliche a informare i propri dipendenti». Per questo lo Snami chiede al ministero della Salute, alle Regioni e Province Autonome, alle aziende sanitarie e agli Ordini professionali di riferimento di diffondere un'informazione più puntuale. Lo Snami, in sintesi, sollecita i "datori di lavoro" dei medici dipendenti, convenzionati specialisti e dei distretti sanitari, di metterli al corrente del nuovo obbligo di trasmettere, per via telematica, gli eventuali certificati di malattia agli enti preposti. E invita Regioni, asl e ospedali a dotare le strutture sanitarie «di strumenti informatici con opportuni collegamenti telematici».
I medici di famiglia, precisa Gianfranco Breccia vice segretario nazionale dello Snami, «per contratto, hanno gli studi medici chiusi la notte, nei giorni prefestivi, il sabato, i festivi e le domeniche. Inoltre non hanno nessun obbligo contrattuale ad essere reperibili negli orari extra ambulatoriali, né sono tenuti per legge, a ricopiare diagnosi e prognosi indicate da altre strutture e/o medici dipendenti o convenzionati con il Ssn. Un mancato adeguamento agli obblighi di legge, da parte delle strutture menzionate, potrebbe avere negative ripercussioni sull'assistenza, non mettendo in grado il lavoratore di poter certificare un proprio diritto».
«Non vorremmo - continua - che incombenze che competono a colleghi di altre aree, ricadessero poi sulla medicina generale, nonostante la legge sia chiara e che l'ultima circolare del 11 marzo 2010, della Presidenza del Consiglio dei ministri pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 15 maggio, inviti le amministrazioni pubbliche a informare i propri dipendenti». Per questo lo Snami chiede al ministero della Salute, alle Regioni e Province Autonome, alle aziende sanitarie e agli Ordini professionali di riferimento di diffondere un'informazione più puntuale. Lo Snami, in sintesi, sollecita i "datori di lavoro" dei medici dipendenti, convenzionati specialisti e dei distretti sanitari, di metterli al corrente del nuovo obbligo di trasmettere, per via telematica, gli eventuali certificati di malattia agli enti preposti. E invita Regioni, asl e ospedali a dotare le strutture sanitarie «di strumenti informatici con opportuni collegamenti telematici».
I medici di famiglia, precisa Gianfranco Breccia vice segretario nazionale dello Snami, «per contratto, hanno gli studi medici chiusi la notte, nei giorni prefestivi, il sabato, i festivi e le domeniche. Inoltre non hanno nessun obbligo contrattuale ad essere reperibili negli orari extra ambulatoriali, né sono tenuti per legge, a ricopiare diagnosi e prognosi indicate da altre strutture e/o medici dipendenti o convenzionati con il Ssn. Un mancato adeguamento agli obblighi di legge, da parte delle strutture menzionate, potrebbe avere negative ripercussioni sull'assistenza, non mettendo in grado il lavoratore di poter certificare un proprio diritto».
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