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Roma, 13 mag. (Adnkronos Salute) - Non solo chirurghi, ortopedici, ginecologi e specialisti in genere, ormai le denunce contro i camici bianchi iniziano a "colpire" anche i medici di famiglia. Anche se in minima misura. «Se prima il numero delle cause giudiziarie contro i medici di famiglia era pari a zero ora si aggira intorno all'1%». Parola di Giacomo Milillo, segretario nazionale della Fimmg (Federazione italiana medici di famiglia), intervenuto oggi a Roma al convegno "La conciliazione, un'alleanza rinnovata tra medico e cittadino", organizzato dalla Fondazione Previasme onlus e promosso da Assomedico.
«La nostra categoria - spiega Milillo - è tra le meno esposte al contenzioso legale con i pazienti. Questo perché noi abbiamo un rapporto di fiducia che ci consente anche di riferire un errore, se c'è stato, e di essere compresi. Tuttavia - aggiunge il segretario nazionale Fimmg - anche noi risentiamo del clima generale che ha visto crescere negli ultimi anni una tensione a colpi di vertenze tra medici e pazienti». Per Milillo, i motivi più frequenti che spingono i pazienti a fare causa al medico di famiglia sono «esami di controllo non prescritti, diagnosi errate e prescrizioni sbagliata di farmaci».
«La nostra categoria - spiega Milillo - è tra le meno esposte al contenzioso legale con i pazienti. Questo perché noi abbiamo un rapporto di fiducia che ci consente anche di riferire un errore, se c'è stato, e di essere compresi. Tuttavia - aggiunge il segretario nazionale Fimmg - anche noi risentiamo del clima generale che ha visto crescere negli ultimi anni una tensione a colpi di vertenze tra medici e pazienti». Per Milillo, i motivi più frequenti che spingono i pazienti a fare causa al medico di famiglia sono «esami di controllo non prescritti, diagnosi errate e prescrizioni sbagliata di farmaci».
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