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Senato approva legge su pensionamento medici dopo 40 anni servizio
Roma, 4 mar. (Adnkronos Salute) - Approvata in via definitiva al Senato la legge sul lavoro che prevede la possibilità per i medici pubblici di andare in pensione, su propria istanza, con 40 anni di contributi effettivi, ma senza oltrepassare i 70 anni di età. A riferirlo è il segretario nazionale della Cgil medici, Massimo Cozza, che precisa: «Poiché quasi tutti i medici sono assunti dopo i 30 anni, questa legge di fatto introduce il pensionamento a 70 anni. Un pugno allo stomaco per migliaia di camici bianchi precari, che vedranno allontanarsi la stabilizzazione del rapporto di lavoro, dal momento che la norma specifica che la permanenza in servizio non può dar luogo a un aumento del numero dei dirigenti».
«E' una porta chiusa in faccia a decine di migliaia di medici con incarichi professionali che - sottolinea Cozza - vedono maggiormente preclusa la possibilità di carriera. Appare infatti ovvio che sceglieranno i 70 anni i medici con incarichi apicali, penalizzando chi, anche a 55-65 anni continua a svolgere turni di guardia, notturni e festivi. Peraltro - aggiunge - viene soppressa la possibilità del biennio dopo i 65 anni».
Per il numero uno della Fp Cgil medici c'è anche un altro motivo di insoddisfazione. «Non risulta inoltre eliminata - spiega - la "rottamazione" arbitraria da parte dell'azienda nei confronti dei medici con 40 anni di contributi compresi i riscatti. Il paradosso dell'iniquità è in 10 anni di differenza tra chi può essere prepensionato obbligatoriamente dall'azienda anche a 60 anni di età e tra chi potrà scegliere di rimanere in servizio fino ai 70. Una vergogna - conclude Cozza - che la Fp Cgil medici ha da subito denunciato e che continuerà a contrastare in tutti i modi possibili».
«E' una porta chiusa in faccia a decine di migliaia di medici con incarichi professionali che - sottolinea Cozza - vedono maggiormente preclusa la possibilità di carriera. Appare infatti ovvio che sceglieranno i 70 anni i medici con incarichi apicali, penalizzando chi, anche a 55-65 anni continua a svolgere turni di guardia, notturni e festivi. Peraltro - aggiunge - viene soppressa la possibilità del biennio dopo i 65 anni».
Per il numero uno della Fp Cgil medici c'è anche un altro motivo di insoddisfazione. «Non risulta inoltre eliminata - spiega - la "rottamazione" arbitraria da parte dell'azienda nei confronti dei medici con 40 anni di contributi compresi i riscatti. Il paradosso dell'iniquità è in 10 anni di differenza tra chi può essere prepensionato obbligatoriamente dall'azienda anche a 60 anni di età e tra chi potrà scegliere di rimanere in servizio fino ai 70. Una vergogna - conclude Cozza - che la Fp Cgil medici ha da subito denunciato e che continuerà a contrastare in tutti i modi possibili».
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