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Scompaiono per legge in Italia circa tre milioni di bambini di età superiore ai sei anni
Roma, 4 febbraio 2010. Il Governo in accordo con le Regioni intende smantellare un altro pezzo di sanità pubblica che funziona. Con il benevolo assenso di alcuni sindacati medici ha predisposto gli atti per negare l’assistenza pediatrica gratuita ai bambini di età superiore ai 6 anni.
Per fare questo, invocando la presunta difficoltà di scelta del Pediatra da parte di bambini di età inferiore ai sei anni, invece che incrementare il numero dei Pediatri, come da tempo la C.I.Pe. (Confederazione Italiana Pediatri) chiede, ha dato indicazione alle Regioni affinché, a parità di altre condizioni, possano cancellare dagli elenchi dei Pediatri i bambini di età superiore ai sei anni, definendoli pomposamente “ragazzi” e assegnarli contestualmente ai Medici generici, sostituendoli con quelli di età inferiore.
Questa inspiegabile politica non porta neanche ad un risparmio economico sostanziale per le casse delle Regioni, in quanto retribuisce i Medici di Medicina Generale anziché i Pediatri. Se ciò avvenisse si andrebbe a negare il diritto dei cittadini di garantire per i propri figli la migliore assistenza possibile gratuita all’interno del SSN, dividendo in due l’infanzia: sino ai sei anni, a cui spetta sempre l’assistenza pediatrica, e da sette a quattordici anni a cui, in assenza di alcuna possibilità decisionale dei genitori, potrebbe essere negata, con l’obbligo di assistenza da parte dei Medici di Medicina Generale. Fatta salva la possibilità di avere l’assistenza del Pediatra in regime libero professionale, fattore che alimenta dubbi di costituzionalità e di possibile azione a tutela dei consumatori.
La C.I.Pe. intende comunque rassicurare i genitori italiani che in considerazione del difficile momento economico si adopererà per quello che è in suo potere per cercare di garantire l'assistenza sanitaria pediatrica gratuita a tutti i bambini di età superiore ai sei anni , soprattutto a quelle famiglie che verseranno in difficoltà economiche a causa dei problemi di disoccupazione che minacciano migliaia di famiglie italiane.
Per fare questo, invocando la presunta difficoltà di scelta del Pediatra da parte di bambini di età inferiore ai sei anni, invece che incrementare il numero dei Pediatri, come da tempo la C.I.Pe. (Confederazione Italiana Pediatri) chiede, ha dato indicazione alle Regioni affinché, a parità di altre condizioni, possano cancellare dagli elenchi dei Pediatri i bambini di età superiore ai sei anni, definendoli pomposamente “ragazzi” e assegnarli contestualmente ai Medici generici, sostituendoli con quelli di età inferiore.
Questa inspiegabile politica non porta neanche ad un risparmio economico sostanziale per le casse delle Regioni, in quanto retribuisce i Medici di Medicina Generale anziché i Pediatri. Se ciò avvenisse si andrebbe a negare il diritto dei cittadini di garantire per i propri figli la migliore assistenza possibile gratuita all’interno del SSN, dividendo in due l’infanzia: sino ai sei anni, a cui spetta sempre l’assistenza pediatrica, e da sette a quattordici anni a cui, in assenza di alcuna possibilità decisionale dei genitori, potrebbe essere negata, con l’obbligo di assistenza da parte dei Medici di Medicina Generale. Fatta salva la possibilità di avere l’assistenza del Pediatra in regime libero professionale, fattore che alimenta dubbi di costituzionalità e di possibile azione a tutela dei consumatori.
La C.I.Pe. intende comunque rassicurare i genitori italiani che in considerazione del difficile momento economico si adopererà per quello che è in suo potere per cercare di garantire l'assistenza sanitaria pediatrica gratuita a tutti i bambini di età superiore ai sei anni , soprattutto a quelle famiglie che verseranno in difficoltà economiche a causa dei problemi di disoccupazione che minacciano migliaia di famiglie italiane.
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