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SANITA. Russo: più spazio ai medici di famiglia
Dalle liste d'attesa alle cure domiciliari, arrivano le Pta
Sono nati tra l'altro con l'obiettivo di evitare l'eccessivo ricorso dei pazienti agli ospedali e per contenere la spesa sanitaria rendendo più efficiente il sistema. In sigla si chiameranno Pta, presidi territoriali di assistenza e sono il «cuore» della riforma della sanità siciliana approvata lo scorso anno dal Parlamento siciliano. Le linee guida del nuovo modello organizzativo sono state illustrate ieri in Commissione Sanità e adesso dovranno essere attuate dai direttori generali delle 17 aziende sanitarie dell'Isola.
Da quando i Pta entreranno in funzione, per il cittadino cambierà forse poco, perchè le strutture di riferimento come ospedali, pronto soccorso e poliambulatori, resteranno quasi sempre fisicamente al loro posto. Ma per il sistema sanitario regionale sarà una vera e propria rivoluzione: gli ospedali diventeranno l'ultima "soluzione" mentre l'utente sarà guidato dal medico di famiglia e dai nuovi presidi in maniera, ad esempio, che piccoli malanni potranno essere curati senza gravare troppo sulla spesa sanitaria.
La sperimentazione del nuovo modello dovrebbe durare circa un anno, «ma l'obiettivo è partire col piede giusto - spiega Roberto De Benedictis, deputato del Pd - e fare in modo che queste strutture siano dislocate omogeneamente sul territorio».
Il Pta si caratterizzerà come punto unico di accesso per le cure territoriali, con all'interno il centro unico prenotazioni per abbattere le liste d'attesa e come punto di accesso alle cure domiciliari.
«L'istituzione dei Pta, insieme alla rimodulazione della rete ospedali era - ha spiegato l'assessore alla Sanità, Massimo Russo - è la grande scommessa che abbiamo fatto con la riforma del sistema sanitario e consentirà di esaltare le grandi professionalità presenti sul territorio regionale a cominciare dalla figura dei medici di famiglia e dei pediatri di libera scelta».
Da quando i Pta entreranno in funzione, per il cittadino cambierà forse poco, perchè le strutture di riferimento come ospedali, pronto soccorso e poliambulatori, resteranno quasi sempre fisicamente al loro posto. Ma per il sistema sanitario regionale sarà una vera e propria rivoluzione: gli ospedali diventeranno l'ultima "soluzione" mentre l'utente sarà guidato dal medico di famiglia e dai nuovi presidi in maniera, ad esempio, che piccoli malanni potranno essere curati senza gravare troppo sulla spesa sanitaria.
La sperimentazione del nuovo modello dovrebbe durare circa un anno, «ma l'obiettivo è partire col piede giusto - spiega Roberto De Benedictis, deputato del Pd - e fare in modo che queste strutture siano dislocate omogeneamente sul territorio».
Il Pta si caratterizzerà come punto unico di accesso per le cure territoriali, con all'interno il centro unico prenotazioni per abbattere le liste d'attesa e come punto di accesso alle cure domiciliari.
«L'istituzione dei Pta, insieme alla rimodulazione della rete ospedali era - ha spiegato l'assessore alla Sanità, Massimo Russo - è la grande scommessa che abbiamo fatto con la riforma del sistema sanitario e consentirà di esaltare le grandi professionalità presenti sul territorio regionale a cominciare dalla figura dei medici di famiglia e dei pediatri di libera scelta».
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