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La malasanità fa strage in ospedale. Due neonati morti nello stesso reparto.
Tragedia a Foggia, altri casi a Pisa e Bari. Il Pd: serve un garante.
SEI morti sospette in quindici giorni, una cinquantina di medici finiti sotto inchiesta per omicidio. Il 2010 comincia nel peggiore dei modi per la sanità italiana: da Paviaa Cosenza, le Procure italiane stanno indagando su una serie di casi di presunta malasanità che si sono verificati negli ospedali pubblici. «Troppi» secondo il Partito Democratico che ieri con Ignazio Marino, presidente della commissione parlamentare d'inchiesta sul Servizio sanitario nazionale, ha ribadito «la necessità della nascita di un'Agenzia nazionale con funzioni di Garante della salute. Serve un'istituto - ha detto il famoso chirurgo - che effettui controlli e verifiche della qualità delle prestazioni e delle cure offerte».
L'ultima indagine arriva da Foggia e riguarda due neonati: sono morti a dicembre, a distanza di giorni l'uno dall'altro, nello stesso reparto. Gli investigatori, che hanno iscritto nel registro degli indagati già trenta medici, stanno valutando con la collaborazione di alcuni consulenti le cause del decesso (si ipotizza una setticemia) e una possibile correlazione tra i due casi. I magistrati di Pisa stanno invece indagando sulla scomparsa di Giovanni D'Angelo, 29 anni, padre di un bambino di quattro mesi. L'uomo si è presentato lunedì scorso al pronto soccorso dell'ospedale Santa Chiara con un dolore al pettO. Era un "codice rosso" ma dopo una serie di analisi i sanitari lo hanno dimesso diagnosticando uno strappo muscolare e prescrivendo un antidolorifico. Tornato casa, intorno alle 23 ha avuto un nuovo malore. Ed è morto.
Sempre lunedì 4, una donna incinta di 26 anni è andata all'ospedale San Malleo di Pavia. Aspettava due bambine, era alla 33esima settimana di gravidanza. E' deceduta poco dopo. Per capire cosa sia accaduto, il marito ha presentato un esposto alla Procura che per il momento ha iscritto nel registro degli indagati, per il reato di omicidio colposo, il nome di tre medici e due infermieri.
Da Trento arriva invece una richiesta di risarcimento danni alle strutture sanitarie della Regione: una donna di 50 anni è morta di tumore nel 2008 dopo essersi sottoposta l'anno precedente ad un pap test presso l'ospedale San Camillo. Non ricevendo alcuna comunicazione la donna aveva ipotizzato un risultato negativo. Si sbagliava. Quando sei mesi dopo ha ritirato il referto ha scoperto di avere un carcinoma. Purtroppo, però, era troppo tardi per guarire. Ora i suoi familiari chiedono giustizia, «dicono di non averci mandato il referto perché non era stato pagato il francobollo».
E' del 22 dicembre, invece, un'altra incredibile storia accaduta anche questa in Puglia, a Bari. Un uomo di 80 anni è morto dopo essere caduto dall'ambulanza che lo stava trasportando, all'interno del Policlinico, dal Pronto soccorso al reparto di degenza. «E' stato lui ad aprire lo sportello» sostiene l'azienda ospedaliere ma il pm Ciro Angelillis non è convinto di questa versione. Non a caso martedì ha aperto un'indagine e si appresta già nelle prossime ore a iscrivere le «Casi come questi o come quello di fine dicembre a Cosenza, quando a una bambina di due anni e mezzo fu ingessato il braccio sbagliato - dicono i senatori del Pd, a partire dalla capogruppo Anna Finocchiaro - rendono improcrastinabile l'istituzione di una struttura al di sopra delle parti con funzioni di Garante della salute».
L'ultima indagine arriva da Foggia e riguarda due neonati: sono morti a dicembre, a distanza di giorni l'uno dall'altro, nello stesso reparto. Gli investigatori, che hanno iscritto nel registro degli indagati già trenta medici, stanno valutando con la collaborazione di alcuni consulenti le cause del decesso (si ipotizza una setticemia) e una possibile correlazione tra i due casi. I magistrati di Pisa stanno invece indagando sulla scomparsa di Giovanni D'Angelo, 29 anni, padre di un bambino di quattro mesi. L'uomo si è presentato lunedì scorso al pronto soccorso dell'ospedale Santa Chiara con un dolore al pettO. Era un "codice rosso" ma dopo una serie di analisi i sanitari lo hanno dimesso diagnosticando uno strappo muscolare e prescrivendo un antidolorifico. Tornato casa, intorno alle 23 ha avuto un nuovo malore. Ed è morto.
Sempre lunedì 4, una donna incinta di 26 anni è andata all'ospedale San Malleo di Pavia. Aspettava due bambine, era alla 33esima settimana di gravidanza. E' deceduta poco dopo. Per capire cosa sia accaduto, il marito ha presentato un esposto alla Procura che per il momento ha iscritto nel registro degli indagati, per il reato di omicidio colposo, il nome di tre medici e due infermieri.
Da Trento arriva invece una richiesta di risarcimento danni alle strutture sanitarie della Regione: una donna di 50 anni è morta di tumore nel 2008 dopo essersi sottoposta l'anno precedente ad un pap test presso l'ospedale San Camillo. Non ricevendo alcuna comunicazione la donna aveva ipotizzato un risultato negativo. Si sbagliava. Quando sei mesi dopo ha ritirato il referto ha scoperto di avere un carcinoma. Purtroppo, però, era troppo tardi per guarire. Ora i suoi familiari chiedono giustizia, «dicono di non averci mandato il referto perché non era stato pagato il francobollo».
E' del 22 dicembre, invece, un'altra incredibile storia accaduta anche questa in Puglia, a Bari. Un uomo di 80 anni è morto dopo essere caduto dall'ambulanza che lo stava trasportando, all'interno del Policlinico, dal Pronto soccorso al reparto di degenza. «E' stato lui ad aprire lo sportello» sostiene l'azienda ospedaliere ma il pm Ciro Angelillis non è convinto di questa versione. Non a caso martedì ha aperto un'indagine e si appresta già nelle prossime ore a iscrivere le «Casi come questi o come quello di fine dicembre a Cosenza, quando a una bambina di due anni e mezzo fu ingessato il braccio sbagliato - dicono i senatori del Pd, a partire dalla capogruppo Anna Finocchiaro - rendono improcrastinabile l'istituzione di una struttura al di sopra delle parti con funzioni di Garante della salute».
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