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Gela, l'elisoccorso arriva tardi muore una bimba di 5 mesi
Aperta un'inchiesta: tre ore di attesa fatali per la piccola.
GELA (CALTANISSETTA) - I carabinieri hanno aperto un'inchiesta sulla morte di una bambina di Gela di cinque mesi e mezzo, giunta mercoledì in «coma post anossico» nel reparto di rianimazione del nosocomio Vittorio Emanuele e trasferita d'urgenza, in elicottero, all'ospedale pediatrico Giovanni Di Cristina di Palermo, dove è deceduta giovedì mattina.
Ma l'urgenza sarebbe stata vanificata da tre lunghe ore di attesa, nella speranza che arrivasse (come annunciato) un elicottero del «Sistema emergenza 118 Sicilia», mentre la piccina sostava in ambulanza presso l'eliporto dell'Eni, in contrada Ponte Olivo, a 10 km da Gela. Gli inquirenti vogliono fare chiarezza sul ritardo e sulle cause che lo hanno determinato.
Tra l'equipaggio del velivolo in servizio a Palermo e quello di stanza a Caltanissetta, che era appena rientrato da un intervento e stava facendo rifornimento proprio a Palermo, ci sarebbe stato un conflitto di competenza, con l'uno che riteneva spettasse all'altro intervenire. Alla fine sarebbe stato l'elicottero della base palermitana a recarsi a Gela.
I familiari della piccola paziente si sono recati in automobile a Palermo, giungendo prima dell'elicottero con la neonata a bordo. La bimba si chiamava Maria Grazia ed era figlia primogenita di due giovani professionisti di Gela, che hanno presentato un esposto ai carabinieri i quali hanno già sequestrato le cartelle cliniche.
Mercoledì mattina un rigurgito di latte, subito dopo la poppata, aveva impedito alla piccina di respirare fino a renderla cianotica. La nonna che l'accudiva ha tentato di rianimarla ma senza successo. Quindi ha chiamato il 118.
Nel frattempo la bambina ha avuto un arresto cardiaco. I sanitari, in ambulanza, sono riusciti a far ripartire il cuore, ma le condizioni di Maria Grazia sono apparse subito gravissime. Il giorno dopo è morta.
Ma l'urgenza sarebbe stata vanificata da tre lunghe ore di attesa, nella speranza che arrivasse (come annunciato) un elicottero del «Sistema emergenza 118 Sicilia», mentre la piccina sostava in ambulanza presso l'eliporto dell'Eni, in contrada Ponte Olivo, a 10 km da Gela. Gli inquirenti vogliono fare chiarezza sul ritardo e sulle cause che lo hanno determinato.
Tra l'equipaggio del velivolo in servizio a Palermo e quello di stanza a Caltanissetta, che era appena rientrato da un intervento e stava facendo rifornimento proprio a Palermo, ci sarebbe stato un conflitto di competenza, con l'uno che riteneva spettasse all'altro intervenire. Alla fine sarebbe stato l'elicottero della base palermitana a recarsi a Gela.
I familiari della piccola paziente si sono recati in automobile a Palermo, giungendo prima dell'elicottero con la neonata a bordo. La bimba si chiamava Maria Grazia ed era figlia primogenita di due giovani professionisti di Gela, che hanno presentato un esposto ai carabinieri i quali hanno già sequestrato le cartelle cliniche.
Mercoledì mattina un rigurgito di latte, subito dopo la poppata, aveva impedito alla piccina di respirare fino a renderla cianotica. La nonna che l'accudiva ha tentato di rianimarla ma senza successo. Quindi ha chiamato il 118.
Nel frattempo la bambina ha avuto un arresto cardiaco. I sanitari, in ambulanza, sono riusciti a far ripartire il cuore, ma le condizioni di Maria Grazia sono apparse subito gravissime. Il giorno dopo è morta.
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