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SANITA'. La Guardia di Finanza scopre Iva non pagata per anni.
118, Emergenza fisco
Cento milioni di debiti con l'Agenzia delle Entrate per la Sise, la società che gestisce il servizio. Ma ora dovrà pagare la Regione. Lo scontro con la Croce Rossa.
MESSINA. La nuova società pubblica che dovrà gestire il 118 siciliano è nata. Ma il Natale per l'assessore regionale alla Sanità sarà tutt'altro che sereno. L'eredità lasciata dalla vecchia gestione del servizio di emergenza è pesante soprattutto da un punto di vista economico. Francesco Rocca, il commissario straordinario della Croce rossa italiana che in cambio di oltre 100 milioni di euro all'anno, attraverso la controllata Sise spa, ha fornito - dal 2001 - al 118 le ambulanze e gli autisti soccorritori, non desiste: «La Regione deve darci gli 80 milioni che ci deve altrimenti non avrà gli impianti di telecomunlcazione». L'assessore alla Sanità Massimo Russo dal suo canto ribadisce: «E' un ricatto. Gli impianti sono necessari per un servizio di pubblica utilità. Non possono essere negati. Se paghiamo corriamo il rischio di essere commissariati dal Governo nazionale». Ma gli 80 milioni di euro potrebbero diventare 180.
DEBITI IN LIEVITAZIONE. La Sise spa ha sempre fatturato alla Regione, che in base alla convenzione si è impegnata a rimborsare a piè di lista tutte le spese sostenute dalla società della Croce rossa senza tenere conto dell'Iva, l'imposta sul valore aggiunto del 20%. Un'omissione che tradotta in euro significa 20 milioni di euro all'anno. La Guardia di Finanza al termine di un'ispezione condotta anni 2004 e 2005, ne ha richiesto 40. Guglielmo Stagno D'Alcontres l'ex presidente di Sise spa e commissario straordinario della Croce rossa siciliana si è opposto alle pretese dell'Agenzia delle entrate dinanzi alla Commissione tributaria di Palermo: ne è nato così un contenzioso. Ma la Guardia di Finanza si prepara a chiedere altri 60 milioni di euro, 20 per ognuno degli anni ricompresi tra il 2006 e il 2009. Moneta sonante che però, convenzione alla mano, dovrebbe pagare la Regione.
Dino Alagna, responsabile del settore Emergenza dell'assessorato alla sanità minimizza: «Non ci siamo soffermati con attenzione su questa problematica ma la questione non ci preoccupa molto. L'Iva infatti, è un'imposta che entra direttamente nelle casse regionali per cui se anche la commissione tributaria desse ragione alla Guardia di Finanza il pagamento dei 100 milioni si tradurrebbe in una partita di giro: i soldi escono dalla finestra e rientrano dalla porta. Sono altri i problemi che in questo momento ci assillano». Lo scontro con la Croce rossa minaccia, infatti, di fare slittare la partenza della nuova società, prevista per il primo gennaio: «Senza impianti di telecomunicazione il servizio non può partire», ammette Alagna. Negli uffici dell'assessorato si lavora a ricomporre la frattura e trovare una soluzione. I 3 mila e 300 dipendenti della Sise spa sono in apprensione. Massimo Russo ha sempre garantito: «Non perderanno il lavoro. Saranno assorbiti». L'assessore, però, alle prese con 50 milioni di straordinario che la Sise spa deve agli autisti e la Regione, a sua volta, in base ad un parere dell'Avvocatura distrettuale dello Stato alla Sise spa, ha condizionato l'impegno: «Il mantenimento dei livelli occupazionali dipende dalla rinuncia allo straordinario».
EPURAZIONI. Il clima tra Croce rossa nazionale e Regione Sicilia è tornato caldo mercoledì 23 dicembre. La Croce rossa ha infatti deciso di non rinnovare l'incarico di direttore generale a Marco Romano, docente di Economia all'Università di Catania che Francesco Rocca aveva nominato a settembre del 2009 insieme a tutti gli altri vertici di Sise e Cri: «Segno che la Croce rossa - precisò lo stesso Rocca - ha la volontà di imprimere una svolta alla gestione clientelare che ha caratterizzato la vita dell'associazione di assistenza in Sicilia negli ultimi anni».
La settimana scorsa nel massimo momento di scontro con l'assessore Russo, il commissario straordinario ha rivelato che come tutti gli altri vertici della Sise spa Romano era stato indicato dall'Assessore Russo e dal Governatore Raffaele Lombardo. La nuova società per azioni che prenderà il posto della Sise spa si chiama Sicilia emergenza urgenza sanitaria (Seus). E' la società consortile in cui ha la maggioranza la Regione con il 51% delle quote. Il restante 49% è stato sottoscritto dalle nove aziende provinciali territoriali (Asp). Lo statuto prevede che altri soggetti possano entrare nel capitale sociale. Francesco Rocca ha contestato l'operazione: «Invece di creare una nuova società la Regione poteva rilevare le quote della Sise spa».
DEBITI IN LIEVITAZIONE. La Sise spa ha sempre fatturato alla Regione, che in base alla convenzione si è impegnata a rimborsare a piè di lista tutte le spese sostenute dalla società della Croce rossa senza tenere conto dell'Iva, l'imposta sul valore aggiunto del 20%. Un'omissione che tradotta in euro significa 20 milioni di euro all'anno. La Guardia di Finanza al termine di un'ispezione condotta anni 2004 e 2005, ne ha richiesto 40. Guglielmo Stagno D'Alcontres l'ex presidente di Sise spa e commissario straordinario della Croce rossa siciliana si è opposto alle pretese dell'Agenzia delle entrate dinanzi alla Commissione tributaria di Palermo: ne è nato così un contenzioso. Ma la Guardia di Finanza si prepara a chiedere altri 60 milioni di euro, 20 per ognuno degli anni ricompresi tra il 2006 e il 2009. Moneta sonante che però, convenzione alla mano, dovrebbe pagare la Regione.
Dino Alagna, responsabile del settore Emergenza dell'assessorato alla sanità minimizza: «Non ci siamo soffermati con attenzione su questa problematica ma la questione non ci preoccupa molto. L'Iva infatti, è un'imposta che entra direttamente nelle casse regionali per cui se anche la commissione tributaria desse ragione alla Guardia di Finanza il pagamento dei 100 milioni si tradurrebbe in una partita di giro: i soldi escono dalla finestra e rientrano dalla porta. Sono altri i problemi che in questo momento ci assillano». Lo scontro con la Croce rossa minaccia, infatti, di fare slittare la partenza della nuova società, prevista per il primo gennaio: «Senza impianti di telecomunicazione il servizio non può partire», ammette Alagna. Negli uffici dell'assessorato si lavora a ricomporre la frattura e trovare una soluzione. I 3 mila e 300 dipendenti della Sise spa sono in apprensione. Massimo Russo ha sempre garantito: «Non perderanno il lavoro. Saranno assorbiti». L'assessore, però, alle prese con 50 milioni di straordinario che la Sise spa deve agli autisti e la Regione, a sua volta, in base ad un parere dell'Avvocatura distrettuale dello Stato alla Sise spa, ha condizionato l'impegno: «Il mantenimento dei livelli occupazionali dipende dalla rinuncia allo straordinario».
EPURAZIONI. Il clima tra Croce rossa nazionale e Regione Sicilia è tornato caldo mercoledì 23 dicembre. La Croce rossa ha infatti deciso di non rinnovare l'incarico di direttore generale a Marco Romano, docente di Economia all'Università di Catania che Francesco Rocca aveva nominato a settembre del 2009 insieme a tutti gli altri vertici di Sise e Cri: «Segno che la Croce rossa - precisò lo stesso Rocca - ha la volontà di imprimere una svolta alla gestione clientelare che ha caratterizzato la vita dell'associazione di assistenza in Sicilia negli ultimi anni».
La settimana scorsa nel massimo momento di scontro con l'assessore Russo, il commissario straordinario ha rivelato che come tutti gli altri vertici della Sise spa Romano era stato indicato dall'Assessore Russo e dal Governatore Raffaele Lombardo. La nuova società per azioni che prenderà il posto della Sise spa si chiama Sicilia emergenza urgenza sanitaria (Seus). E' la società consortile in cui ha la maggioranza la Regione con il 51% delle quote. Il restante 49% è stato sottoscritto dalle nove aziende provinciali territoriali (Asp). Lo statuto prevede che altri soggetti possano entrare nel capitale sociale. Francesco Rocca ha contestato l'operazione: «Invece di creare una nuova società la Regione poteva rilevare le quote della Sise spa».
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