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MAZZARINO. Con il piano sanitario l’ospedale «Santo Stefano» è diventato Pta
Il reparto di Chirurgia è chiuso muore operaio dopo un incidente
La Regione manda gli ispettori per chiarire cosa è successo
MAZZARINO. Dopo lo scontro avvenuto alle 23 di giovedì alla guida della sua moto, una Honda 600, con l’auto di un parente è stato trasportato all’ospedale di Mazzarino dove però il reparto di chirurgia è chiuso per carenza di medici chirurghi: Filippo Li Gambi, 23 anni, muratore, è morto dissanguato alle 2,30 della notte, subito dopo il trasferimento in ambulanza al «S. Elia» di Caltanissetta. La Procura della Repubblica presso il tribunale di Gela ha già aperto un fascicolo contro ignoti per omicidio colposo.
Le indagini sono coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica, Serafina Cannatà, e dovranno chiarire la dinamica dell’incidente e se i soccorsi prestati negli ospedali «Santo Stefano» di Mazzarino e «Sant’Elia» di Caltanissetta siano stati corretti. I familiari si sono infatti posti la domanda: «Se all’ospedale di Mazzarino fosse stata aperta la Chirurgia con annessa sala operatoria, Filippo si sarebbe potuto salvare?».
Alla base di questo interrogativo il decreto dell’assessorato regionale alla Sanità che ha rimodulato la presenza ospedaliera in provincia di Caltanissetta e che ha previsto, per Mazzarino, la cessazione del servizio di cura delle acuzie nel nosocomio e la sua contestuale riconversione in Pta (punto territoriale di assistenza). Lo scorso 18 luglio, l’ex direttore generale Corrado Failla aveva anticipato la chiusura dell’ospedale di Mazzarino senza attivare contestualmente quanto previsto nel decreto, ma lasciando le popolazioni di Riesi, Mazzarino, Sommatino, Butera e Barrafranca con un solo Pte (punto territoriale di emergenza).
L’assessore regionale Massimo Russo, con proprio provvedimento, aveva sospeso il dott. Failla dall’incarico nominando un commissario, il dott. Ettore Costa, con il compito di provvedere alla riattivazione del presidio ospedaliero Santo Stefano con i reparti di cui era dotato e cioè Medicina, Chirurgia, Ostetricia e Ginecologia. I reparti riaprirono tutti tranne la Chirurgia, dove da quattro mesi operano solamente due chirurghi che quindi, per legge, non possono effettuare interventi ordinari e d’urgenza. L’assessore Russo ha disposto una ispezione per accertare la dinamica dei fatti: «Gli ispettori – si legge in una nota – dovranno verificare se nel ricovero del giovane al pronto soccorso sono state eseguite tutte le corrette procedure e se il successivo trasferimento all’ospedale S. Elia di Caltanissetta è avvenuto con la tempestività che si rende necessaria nei casi, come quello in questione, di un politraumatizzato».
Secondo l’assessorato, «è da escludere che la tragedia possa essere in alcun modo connessa a una ridotta funzionalità dell’ospedale. In casi analoghi, infatti, i pazienti devono essere subito trasferiti in un ospedale dotato di strumentazioni tecnologiche e di professionalità chirurgiche adeguate a garantire ogni livello di terapia intensiva e rianimazione». Il «S. Stefano» nei fatti non ha mai cessato le sue funzioni. L’assessore Russo ha già dato assicurazione al sindaco di Mazzarino, Vincenzo D’Asaro, che l’offerta sanitaria del suo comprensorio verrà modulata nei modi necessari a garantire la sicurezza dei cittadini.
Le indagini sono coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica, Serafina Cannatà, e dovranno chiarire la dinamica dell’incidente e se i soccorsi prestati negli ospedali «Santo Stefano» di Mazzarino e «Sant’Elia» di Caltanissetta siano stati corretti. I familiari si sono infatti posti la domanda: «Se all’ospedale di Mazzarino fosse stata aperta la Chirurgia con annessa sala operatoria, Filippo si sarebbe potuto salvare?».
Alla base di questo interrogativo il decreto dell’assessorato regionale alla Sanità che ha rimodulato la presenza ospedaliera in provincia di Caltanissetta e che ha previsto, per Mazzarino, la cessazione del servizio di cura delle acuzie nel nosocomio e la sua contestuale riconversione in Pta (punto territoriale di assistenza). Lo scorso 18 luglio, l’ex direttore generale Corrado Failla aveva anticipato la chiusura dell’ospedale di Mazzarino senza attivare contestualmente quanto previsto nel decreto, ma lasciando le popolazioni di Riesi, Mazzarino, Sommatino, Butera e Barrafranca con un solo Pte (punto territoriale di emergenza).
L’assessore regionale Massimo Russo, con proprio provvedimento, aveva sospeso il dott. Failla dall’incarico nominando un commissario, il dott. Ettore Costa, con il compito di provvedere alla riattivazione del presidio ospedaliero Santo Stefano con i reparti di cui era dotato e cioè Medicina, Chirurgia, Ostetricia e Ginecologia. I reparti riaprirono tutti tranne la Chirurgia, dove da quattro mesi operano solamente due chirurghi che quindi, per legge, non possono effettuare interventi ordinari e d’urgenza. L’assessore Russo ha disposto una ispezione per accertare la dinamica dei fatti: «Gli ispettori – si legge in una nota – dovranno verificare se nel ricovero del giovane al pronto soccorso sono state eseguite tutte le corrette procedure e se il successivo trasferimento all’ospedale S. Elia di Caltanissetta è avvenuto con la tempestività che si rende necessaria nei casi, come quello in questione, di un politraumatizzato».
Secondo l’assessorato, «è da escludere che la tragedia possa essere in alcun modo connessa a una ridotta funzionalità dell’ospedale. In casi analoghi, infatti, i pazienti devono essere subito trasferiti in un ospedale dotato di strumentazioni tecnologiche e di professionalità chirurgiche adeguate a garantire ogni livello di terapia intensiva e rianimazione». Il «S. Stefano» nei fatti non ha mai cessato le sue funzioni. L’assessore Russo ha già dato assicurazione al sindaco di Mazzarino, Vincenzo D’Asaro, che l’offerta sanitaria del suo comprensorio verrà modulata nei modi necessari a garantire la sicurezza dei cittadini.
23.08.2009 | Valerio Martorana http://www.medpress.it/rass_stampa/rstampa.php?id=2533 |
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