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Sanità, ecco i manager della "svolta"
Nei posti chiave burocrati e camici bianchi fedeli al governatore. E un dirigente dell'Mpa.
Una poltrona anche a tutte le correnti forziste, ai finiani e all'area di centrosinistra.
Lombardo: "Delle nomine mi assumo la responsabilità". Confermati due commissari.
ECCOLI, i nuovi padroni della sanità siciliana. Tutti in piedi al secondo piano di Palazzo d'Orleans, presentati uno per uno dal governatore Raffaele Lombardo, all'ultima fatica prima delle ferie. Eccoli, quelli che l'assessore Massimo Russo definisce «gli uomini della svolta», i manager chiamati ad attuare una riforma che, sempre nelle parole dell'ex pm, «da ieri non è più un pezzo di carta». È riuscito, Russo, a imporre il criterio del cambiamento: nessuna conferma degli uscenti. È riuscito a far passare la sua linea e guai a chi parla di liti in giunta: «Vedete tracce di sangue, su questo tavolo?». Al punto da alzare la voce contro chi «allude a contrasti e lottizzazioni».
«Ha scelto la politica, com'è giusto che sia. Perché in caso contrario decide qualcun altro», taglia corto l'assessore. Lombardo, affacciato su piazza Indipendenza, è più disteso: «Mi assumo le responsabilità delle nomine, saranno i manager a dimostrare di essere all'altezza. Saranno sottoposti a verifiche trimestrali. E chi non sarà efficiente sarà rimosso». Sorride, Lombardo: «In un anno e mezzo nella sanità abbiamo raggiunto obiettivi che era impossibile anche immaginare».
Ma sorride anche perché sa di aver piazzato burocrati fedeli nei posti chiave di questo settore che muove otto miliardi e mezzo di euro l'anno. La parte del leone il governatore l'ha fatta soprattutto nelle aziende territoriali: a capo dell'azienda provinciale di Catania la giunta ha messo Giuseppe Pippo Calaciura, anestesista e direttore sanitario prima del Garibaldi e poi dell'Ausl di Enna. Calaciura non è soltanto «vicino» all'Mpa: è un dirigente del movimento, precisamente segretario politico a Biancavilla. È da tempo legato a Lombardo anche Salvatore Giuffrida, l'ultimo direttore sanitario del Garibaldi nominato manager dell'Asp di Messina. E al timone dell'azienda agrigentina è andato Salvatore Olivieri, consulente di Antonio Scavone, potente manager uscente dell'Asl catanese, a sua volta fedelissimo del leader autonomista. A Ragusa, poi, la scelta è caduta su Ettore Gilotta, che fu direttore amministrativo dell'università ai tempi in cui rettore era Ferdinando Latteri, oggi deputato dell'Mpa. In ottimi rapporti con Lombardo pure Angelo Pellicanò, medico e già arbitro internazionale di calcio, direttore sanitario del Cannizzaro nominato alla guida del Garibaldi.
L'unico nodo, in realtà, il governatore e Russo l'hanno dovuto districare a Palermo: alla candidatura dell'ingegnere Mario La Rocca per l'azienda provinciale, proposta dal presidente dell'Ars Francesco Cascio e appoggiata da Alfano e Schifani, l'assessore aveva opposto quella del suo consulente Francesco Poli, anche per evitare una continuità «politica» con la gestione Iacolino, neo deputato europeo del Pdl. Il braccio di ferro si è risolto con la scelta di Salvatore Cirignotta, un magistrato proposto da Russo e definito da tutti i "contendenti" uomo al di sopra delle parti, al quale alla fine ha dato via libera anche l'assessore Nino Beninati, vicino ad Alfano. La Rocca è finito al Policlinico e Poli al Cannizzaro di Catania, inseguito dalla perplessità dei cosiddetti «lealisti» del Pdl, Castiglione in testa, che rimproverano al navigato burocrate il deficit di 5 milioni di euro (più altri dieci di crediti inesigibili) lasciato al Garibaldi nel 2005.
Rinnovamento reale o presunto? Diffida Cuffaro, il predecessore di Lombardo che sottolinea come sei dei neo-nominati avevano già ricevuto incarichi durante la sua gestione: Pecoraro, Poli, Baldari, Maniscalco, Olivieri, Tozzo, che peraltro forse rinuncerà al posto al Policlinico di Catania. E punta il dito sull'età elevata dei nuovi manager, due dei quali (Poli e Olivieri) hanno più dei 65 anni posti come tetto in una delibera di giunta del 2004. Ma la «svolta» sbandierata da Russo è partita. Con la soddisfazione degli alleati di Lombardo: da Micciché e Misuraca che sorridono per Dario Allegra al Policlinico, ai finiani come Briguglioche hanno incassato la designazione di Armando Caruso al Papardo di Messina. E nell'elenco non mancano manager di area centrosinistra. Come Paolo Cantaro, prescelto per l'azienda di Caltanissetta. Professionista stimato anche in ambienti del Pdl e dell'Mpa, ma vicino al Pd. Anzi, un precursore: nel 2006 Cantaro firmò con Enzo Bianco un appello per la costituzione del primo circolo del partito democratico. C'è anche lui nella «squadra affiatata» con cui Lombardo e Russo vogliono cambiare la sanità siciliana.
Lombardo: "Delle nomine mi assumo la responsabilità". Confermati due commissari.
ECCOLI, i nuovi padroni della sanità siciliana. Tutti in piedi al secondo piano di Palazzo d'Orleans, presentati uno per uno dal governatore Raffaele Lombardo, all'ultima fatica prima delle ferie. Eccoli, quelli che l'assessore Massimo Russo definisce «gli uomini della svolta», i manager chiamati ad attuare una riforma che, sempre nelle parole dell'ex pm, «da ieri non è più un pezzo di carta». È riuscito, Russo, a imporre il criterio del cambiamento: nessuna conferma degli uscenti. È riuscito a far passare la sua linea e guai a chi parla di liti in giunta: «Vedete tracce di sangue, su questo tavolo?». Al punto da alzare la voce contro chi «allude a contrasti e lottizzazioni».
«Ha scelto la politica, com'è giusto che sia. Perché in caso contrario decide qualcun altro», taglia corto l'assessore. Lombardo, affacciato su piazza Indipendenza, è più disteso: «Mi assumo le responsabilità delle nomine, saranno i manager a dimostrare di essere all'altezza. Saranno sottoposti a verifiche trimestrali. E chi non sarà efficiente sarà rimosso». Sorride, Lombardo: «In un anno e mezzo nella sanità abbiamo raggiunto obiettivi che era impossibile anche immaginare».
Ma sorride anche perché sa di aver piazzato burocrati fedeli nei posti chiave di questo settore che muove otto miliardi e mezzo di euro l'anno. La parte del leone il governatore l'ha fatta soprattutto nelle aziende territoriali: a capo dell'azienda provinciale di Catania la giunta ha messo Giuseppe Pippo Calaciura, anestesista e direttore sanitario prima del Garibaldi e poi dell'Ausl di Enna. Calaciura non è soltanto «vicino» all'Mpa: è un dirigente del movimento, precisamente segretario politico a Biancavilla. È da tempo legato a Lombardo anche Salvatore Giuffrida, l'ultimo direttore sanitario del Garibaldi nominato manager dell'Asp di Messina. E al timone dell'azienda agrigentina è andato Salvatore Olivieri, consulente di Antonio Scavone, potente manager uscente dell'Asl catanese, a sua volta fedelissimo del leader autonomista. A Ragusa, poi, la scelta è caduta su Ettore Gilotta, che fu direttore amministrativo dell'università ai tempi in cui rettore era Ferdinando Latteri, oggi deputato dell'Mpa. In ottimi rapporti con Lombardo pure Angelo Pellicanò, medico e già arbitro internazionale di calcio, direttore sanitario del Cannizzaro nominato alla guida del Garibaldi.
L'unico nodo, in realtà, il governatore e Russo l'hanno dovuto districare a Palermo: alla candidatura dell'ingegnere Mario La Rocca per l'azienda provinciale, proposta dal presidente dell'Ars Francesco Cascio e appoggiata da Alfano e Schifani, l'assessore aveva opposto quella del suo consulente Francesco Poli, anche per evitare una continuità «politica» con la gestione Iacolino, neo deputato europeo del Pdl. Il braccio di ferro si è risolto con la scelta di Salvatore Cirignotta, un magistrato proposto da Russo e definito da tutti i "contendenti" uomo al di sopra delle parti, al quale alla fine ha dato via libera anche l'assessore Nino Beninati, vicino ad Alfano. La Rocca è finito al Policlinico e Poli al Cannizzaro di Catania, inseguito dalla perplessità dei cosiddetti «lealisti» del Pdl, Castiglione in testa, che rimproverano al navigato burocrate il deficit di 5 milioni di euro (più altri dieci di crediti inesigibili) lasciato al Garibaldi nel 2005.
Rinnovamento reale o presunto? Diffida Cuffaro, il predecessore di Lombardo che sottolinea come sei dei neo-nominati avevano già ricevuto incarichi durante la sua gestione: Pecoraro, Poli, Baldari, Maniscalco, Olivieri, Tozzo, che peraltro forse rinuncerà al posto al Policlinico di Catania. E punta il dito sull'età elevata dei nuovi manager, due dei quali (Poli e Olivieri) hanno più dei 65 anni posti come tetto in una delibera di giunta del 2004. Ma la «svolta» sbandierata da Russo è partita. Con la soddisfazione degli alleati di Lombardo: da Micciché e Misuraca che sorridono per Dario Allegra al Policlinico, ai finiani come Briguglioche hanno incassato la designazione di Armando Caruso al Papardo di Messina. E nell'elenco non mancano manager di area centrosinistra. Come Paolo Cantaro, prescelto per l'azienda di Caltanissetta. Professionista stimato anche in ambienti del Pdl e dell'Mpa, ma vicino al Pd. Anzi, un precursore: nel 2006 Cantaro firmò con Enzo Bianco un appello per la costituzione del primo circolo del partito democratico. C'è anche lui nella «squadra affiatata» con cui Lombardo e Russo vogliono cambiare la sanità siciliana.
20.08.2009 | Emanuele Lauria |
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