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Per fronteggiare l'improvvisa emergenza il sindaco Zambuto tira fuori una soluzione
Ad Agrigento i malati come a L'Aquila. L'ospedale finirà nella tenda da campo
«Meglio subito un ospedale da campo»: di fronte alla improvvisa emergenza della chiusura del «nuovo» ospedale, il sindaco Zambuto prospetta una soluzione provvisoria.
AGRIGENTO - Del terremoto c'è solo lo spettro. Ma basta ed avanza per giustificare allarme e preoccupazione «per l'incolumità pubblica», cosi come dichiarato dal procuratore capo Renato Di Natale e dall'aggiunto Ignazio Giovanni Fonzo. Ma pur senza aver avuto traumi e conosciuto le oscillazioni sussultorie od ondulatorie. Pur senza aver contato ancora vittime, visto crepe nei muri e raccolto i feriti, Agrigento sarà equiparata all'Aquila. Le unisce la sventura e la malaforte.
«Avremo un ospedale da tenda - grida al telefono Marco Zambuto, mentre la scorta di Silvio Berlusconi lo invita a salire sul codazzo di auto blu che li porterà in Abbruzzo. Il sindaco ha incontrato il premier ieri a Roma per il debutto dei «lealisti» che si contrappongono (dentro il Pdl) a quelli che vogliono il Partito del Sud. «Alla fine della riunione ho illustrato al presidente del Consiglio dei ministri - racconta Marco Zambuto - e gli ho prospettato il grande disagio che si prospetta perla città di Agrigento e per il grande bacino di utenza che gravita attorno all'ospedale. Ed il presidente preoccupato mi ha portato con sé a L'Aquila dove stava andando per incontrare il capo della Protezione civile».
Due lunghe ore di viaggio, animate dal desiderio di portare a casa un risultato concreto. «So che si sta preparando un ricorso al provvedimento della magistratura, ma non c'è il tempo, credo per bloccarne l'esecutività - dice Zambuto -. Ed allora meglio cominciare a pensare a soluzioni concrete per garantire come meglio è possibile il diritto alla salute degli agrigentino. Meglio subito un ospedale da campo».
Il termine ultimo scadrà il prossimo 24 agosto. Già ieri mattina il piano per l'evacuazione da completare entro la mezzanotte del 23 ha fatto i primi passi. Verrà perfezionato oggi pomeriggio, quando in prefettura tutti gli enti preposti (forze dell'ordine, Protezione civile, Asl, Provincia, Comune e Regione) si raduneranno attorno al prefetto Umberto Postiglione.
Sarà sicuramente un momento di dolore: nessuno avrebbe mai immaginato di dover vivere i momenti del «Titanic» e della inevitabile fuga e dell'abbandono. «Ho detto a chiare lettere al presidente Berlusconi che Agrigento deve continuare ad avere un presidio sanitario. Non possiamo farne a meno. Sarebbe una beffa per la gente della mia città costretta a vivere e subire emergenza su emergenza senza cogliere l'intervento risolutivo dello Stato. Con me c'era anche il ministro Guardasigilli Angelino Alfano».
Al chiuso di Palazzo Grazioli prima e di una tendopoli a L'Aquila, poi, sono stabilite due cose. Innanzitutto che l'ospedale da campo sorgerà accanto alla grande struttura, di contrada Consolida da abbandonare entro un mese. Infine di verificare se anche ad Agrigento, com'è avvenuto nella capitale abbruzzese per gli uffici giudiziari, sarà possibile realizzare a vista d'occhio strutture precarie ma in muratura.
«Io credo - dice il sindaco Marco Zambuto - che occorra, intanto, mantenere in vita il pronto soccorso, i laboratori di analisi e reparti di emergenza come ad esempio la Cardiologia. Non è immaginabile, infatti, perdere tempo prezioso per il trasferimento ad altro ospedale di persone infartuate. Sarebbe un'omissione di soccorso, ma anche il segnale del tradimento di un territorio mortificato e continuamente profanato da clientele, corruzione ed illegalità».
Il sindaco Zambuto ha parlato della proposta dell'ospedale tenda con Guido Bertolaso. «Ed ho incassato la disponibilità ampia a far fronte a questa necessità - dice Zambuto. Bertolaso, ovviamente prima vorrà fare un sopralluogo. Verrà martedì prossimo ad Agrigento insieme allo staff del dipartimento di via Ulpiano. L'impegno del governo c'è. Ed avrà per la stessa attenzione che sta riservando alle popolazioni colpite dal terremoto». Centro e Sud uniti, come non mai. E poi dicono che la sventura non sia una risorsa.
«Avremo un ospedale da tenda - grida al telefono Marco Zambuto, mentre la scorta di Silvio Berlusconi lo invita a salire sul codazzo di auto blu che li porterà in Abbruzzo. Il sindaco ha incontrato il premier ieri a Roma per il debutto dei «lealisti» che si contrappongono (dentro il Pdl) a quelli che vogliono il Partito del Sud. «Alla fine della riunione ho illustrato al presidente del Consiglio dei ministri - racconta Marco Zambuto - e gli ho prospettato il grande disagio che si prospetta perla città di Agrigento e per il grande bacino di utenza che gravita attorno all'ospedale. Ed il presidente preoccupato mi ha portato con sé a L'Aquila dove stava andando per incontrare il capo della Protezione civile».
Due lunghe ore di viaggio, animate dal desiderio di portare a casa un risultato concreto. «So che si sta preparando un ricorso al provvedimento della magistratura, ma non c'è il tempo, credo per bloccarne l'esecutività - dice Zambuto -. Ed allora meglio cominciare a pensare a soluzioni concrete per garantire come meglio è possibile il diritto alla salute degli agrigentino. Meglio subito un ospedale da campo».
Il termine ultimo scadrà il prossimo 24 agosto. Già ieri mattina il piano per l'evacuazione da completare entro la mezzanotte del 23 ha fatto i primi passi. Verrà perfezionato oggi pomeriggio, quando in prefettura tutti gli enti preposti (forze dell'ordine, Protezione civile, Asl, Provincia, Comune e Regione) si raduneranno attorno al prefetto Umberto Postiglione.
Sarà sicuramente un momento di dolore: nessuno avrebbe mai immaginato di dover vivere i momenti del «Titanic» e della inevitabile fuga e dell'abbandono. «Ho detto a chiare lettere al presidente Berlusconi che Agrigento deve continuare ad avere un presidio sanitario. Non possiamo farne a meno. Sarebbe una beffa per la gente della mia città costretta a vivere e subire emergenza su emergenza senza cogliere l'intervento risolutivo dello Stato. Con me c'era anche il ministro Guardasigilli Angelino Alfano».
Al chiuso di Palazzo Grazioli prima e di una tendopoli a L'Aquila, poi, sono stabilite due cose. Innanzitutto che l'ospedale da campo sorgerà accanto alla grande struttura, di contrada Consolida da abbandonare entro un mese. Infine di verificare se anche ad Agrigento, com'è avvenuto nella capitale abbruzzese per gli uffici giudiziari, sarà possibile realizzare a vista d'occhio strutture precarie ma in muratura.
«Io credo - dice il sindaco Marco Zambuto - che occorra, intanto, mantenere in vita il pronto soccorso, i laboratori di analisi e reparti di emergenza come ad esempio la Cardiologia. Non è immaginabile, infatti, perdere tempo prezioso per il trasferimento ad altro ospedale di persone infartuate. Sarebbe un'omissione di soccorso, ma anche il segnale del tradimento di un territorio mortificato e continuamente profanato da clientele, corruzione ed illegalità».
Il sindaco Zambuto ha parlato della proposta dell'ospedale tenda con Guido Bertolaso. «Ed ho incassato la disponibilità ampia a far fronte a questa necessità - dice Zambuto. Bertolaso, ovviamente prima vorrà fare un sopralluogo. Verrà martedì prossimo ad Agrigento insieme allo staff del dipartimento di via Ulpiano. L'impegno del governo c'è. Ed avrà per la stessa attenzione che sta riservando alle popolazioni colpite dal terremoto». Centro e Sud uniti, come non mai. E poi dicono che la sventura non sia una risorsa.
31.07.2009 http://www.medpress.it/rass_stampa/rstampa.php?id=2479 | Alfonso Bugea |
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