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IL CUSTODE SARÀ BERTOLASO. La soluzione, concordata con il ministro Alfano, rispecchia quanto già attuato in Abruzzo
Agrigento, l'ospedale non chiuderà. Sarà affidato alla Protezione civile
L'assessore Russo: «Garantito il diritto alla salute, salvaguardando l'incolumità dei ricoverati»
L'Azienda ospedaliera ha rinunciato al ricorso al Tribunale del Riesame, che sarebbe stato comunque respinto. Ora verrà proposta la rimodulazione del provvedimento di sequestro.
AGRIGENTO - La bomba a orologeria sembra disinnescata, e difficilmente scoppierà. Almeno fino al prossimo 24 agosto. Per l'ospedale di Agrigento è stata, infatti, trovata una soluzione che può evitarne la chiusura. L'uomo della svolta si chiama Guido Bertolaso, ed è il capo della Protezione civile nazionale.
L'incontro in prefettura si è svolto ieri mattina, ma lui ad Agrigento è arrivato lunedì a tarda sera. Ha cenato con il ministro Angelino Alfano: i due si erano già visti a L'Aquila con il presidente del consiglio Silvio Berlusconi.
«Ho il suo ampio mandato - ricorda il ministro Guardasigilli - sono stato delegato dal governo a garantire tutto quanto è possibile per tutelare il diritto alla salute degli agrigentini».
Si comprende subito che il ricorso appena presentato dalla Regione e dall'Azienda ospedaliera al Tribunale del Riesame sarebbe stata una «Caporetto», l'inizio della fine. Una sconfitta annunciata.
Prevale l'idea del dialogo tra le parti. La soluzione viene trovata quando l'ombra della notte avvolge la città dei templi: Bertolaso porterà ad Agrigento il modello abruzzese, dove diverse opere pubbliche sequestrate dalla Procura sono state riaperte grazie all'intervento della Protezione civile che si è assunto ogni responsabilità.
Presa la decisione l'incontro di ieri mattina aumenta di valore. La «bomba» sta per scoppiare e non c'è altro tempo da perdere: nel chiuso delle stanze della Palazzo del governo viene rivelata al prefetto Umberto Postiglione, all'assessore regionale Massimo Russo e ai vertici delle forze dell'ordine. Tutti la condividono.
Ed a quel punto il ministro Guardasigilli Alfano prende il telefono e chiama il procuratore Renato Di Natale e l'aggiunto Ignazio Fonzo. «L'Azienda ospedaliera è rinunciataria, il ricorso al Tribunale del Riesame sarà ritirato. Ora verrà proposta la rimodulazione del provvedimento di sequestro chiedendo di nominare custode non più il commissario della Regione, Mario Leto, ma il capo della Protezione civile nazionale, Guido Bertolaso».
Poche ore dopo la richiesta di rinuncia al tribunale del Riesame viene formalizzata. In Procura non confermano nè smentiscono. Fanno solo riferimento al recente terremoto in Abbruzzo: «In tal senso c'è già il precedente dell'ospedale dell'Aquila, chiuso dopo il crollo e riaperto dopo essere stato affidato alla Protezione civile». Avverrà lo stesso anche ad Agrigento. E Bertolaso - che si addossa una responsabilità enorme - dovrà fare la spola tra le zone terremotate e contrada Consolida, dove del sisma c'è solo lo spettro.
Ogni decisione verrà presa nei prossimi giorni, e la Procura dovrà decidere sulla scorta di una relazione che gli uffici della Protezione civile nazionale hanno già iniziato a preparare. «È stata raggiunta una soluzione eccellente ha detto l'assessore regionale alla Sanità, Massimo Russo - perchè garantisce il sacrosanto diritto alla tutela della salute degli agrigentini e salvaguardare al contempo l'incolumità dei pazienti ricoverati».
AGRIGENTO - La bomba a orologeria sembra disinnescata, e difficilmente scoppierà. Almeno fino al prossimo 24 agosto. Per l'ospedale di Agrigento è stata, infatti, trovata una soluzione che può evitarne la chiusura. L'uomo della svolta si chiama Guido Bertolaso, ed è il capo della Protezione civile nazionale.
L'incontro in prefettura si è svolto ieri mattina, ma lui ad Agrigento è arrivato lunedì a tarda sera. Ha cenato con il ministro Angelino Alfano: i due si erano già visti a L'Aquila con il presidente del consiglio Silvio Berlusconi.
«Ho il suo ampio mandato - ricorda il ministro Guardasigilli - sono stato delegato dal governo a garantire tutto quanto è possibile per tutelare il diritto alla salute degli agrigentini».
Si comprende subito che il ricorso appena presentato dalla Regione e dall'Azienda ospedaliera al Tribunale del Riesame sarebbe stata una «Caporetto», l'inizio della fine. Una sconfitta annunciata.
Prevale l'idea del dialogo tra le parti. La soluzione viene trovata quando l'ombra della notte avvolge la città dei templi: Bertolaso porterà ad Agrigento il modello abruzzese, dove diverse opere pubbliche sequestrate dalla Procura sono state riaperte grazie all'intervento della Protezione civile che si è assunto ogni responsabilità.
Presa la decisione l'incontro di ieri mattina aumenta di valore. La «bomba» sta per scoppiare e non c'è altro tempo da perdere: nel chiuso delle stanze della Palazzo del governo viene rivelata al prefetto Umberto Postiglione, all'assessore regionale Massimo Russo e ai vertici delle forze dell'ordine. Tutti la condividono.
Ed a quel punto il ministro Guardasigilli Alfano prende il telefono e chiama il procuratore Renato Di Natale e l'aggiunto Ignazio Fonzo. «L'Azienda ospedaliera è rinunciataria, il ricorso al Tribunale del Riesame sarà ritirato. Ora verrà proposta la rimodulazione del provvedimento di sequestro chiedendo di nominare custode non più il commissario della Regione, Mario Leto, ma il capo della Protezione civile nazionale, Guido Bertolaso».
Poche ore dopo la richiesta di rinuncia al tribunale del Riesame viene formalizzata. In Procura non confermano nè smentiscono. Fanno solo riferimento al recente terremoto in Abbruzzo: «In tal senso c'è già il precedente dell'ospedale dell'Aquila, chiuso dopo il crollo e riaperto dopo essere stato affidato alla Protezione civile». Avverrà lo stesso anche ad Agrigento. E Bertolaso - che si addossa una responsabilità enorme - dovrà fare la spola tra le zone terremotate e contrada Consolida, dove del sisma c'è solo lo spettro.
Ogni decisione verrà presa nei prossimi giorni, e la Procura dovrà decidere sulla scorta di una relazione che gli uffici della Protezione civile nazionale hanno già iniziato a preparare. «È stata raggiunta una soluzione eccellente ha detto l'assessore regionale alla Sanità, Massimo Russo - perchè garantisce il sacrosanto diritto alla tutela della salute degli agrigentini e salvaguardare al contempo l'incolumità dei pazienti ricoverati».
05.08.2009 http://www.medpress.it/rass_stampa/rstampa.php?id=2492 | Domenico Vecchio |
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