«Questa riforma danneggia i malati in dialisi»
ANTONIO FIASCONARO
PALERMO. Sarà un’estate incandescente per la Sanità siciliana che, com’è noto, si
avvia ad una «rivoluzione copernicana» in seguito alla riforma voluta dall’assessoreMassimo Russo. Al riguardo non mancano le proteste
e le azioni quasi di forza delle varie categoria del settore. Stavolta a scendere sul
sentiero di guerra è l’Adip (Associazione dialisi privata) che opera nell’Isola con
ben 90 centri dialisi. Martedì prossimo i rappresentanti di
queste 90 struttura sanitarie consegneranno, simbolicamente, le proprie chiavi
all’assessore Russo, così come si legge in una nota ufficiale dell’Adip, dopo la
pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale della Regione Siciliana n. 33 di venerdì
del decreto n. 01130 sulla riorganizzazione dell’assistenza sanitaria ai pazienti
con uremia terminale. «Incredulità, frustrazione, rabbia e
stupore» sono alcune delle reazioni manifestate dall’associazione che ha sede
legale a Catania in una lettera inviata a tutti gli organi competenti – tra cui autorità regionali e provinciali, i direttori
generali e sanitari delle nove Asl dell’Isola delle 17 aziende ospedaliere –
poiché il decreto, secondo l’associazione,
«essendo stato emanato senza la dovuta concertazione con gli operatori del
settore», è di fatto «illegittimo». Emblematica la dichiarazione del presidente
regionale Adip, Orazio Sofia: «I tentativi ripetutamente svolti finora al
fine di ottenere la sospensione del decreto assessoriale in questione e la convocazione di un tavolo tecnico paritetico
e composto da membri provvisti di specifica competenza di confronto si
sono scontrati contro il muro costituito dall’assordante silenzio dell’assessore
Russo. Abbiamo ormai da giorni denunciato come questo provvedimento metta
in serio rischio la salute dei pazienti dializzati (la dialisi privata in Sicilia assi
siste circa il 77 per cento del totale dei soggetti sottoposti), la loro libertà di
scelta, la libertà dei medici nefrologi, la sopravvivenza dei centri di dialisi e i
posti di lavoro di circa 1.000 dipendenti. Ma non abbiamo avuto alcun riscontro
». «Il decreto in questione – conclude – introduce un sistema con il quale a un
numero limitato di strutture pubbliche, in alcuni casi nemmeno dotate dei requisiti previsti per l’accreditamento, verrebbe attribuito – mortificando peraltro il ruolo dei medici nefrologi ed il loro rapporto con i pazienti – il potere di stabilire non solo quali pazienti abbiano diritto alla terapia dialitica, ma addirittura il tipo di terapia da praticare, reintroducendo
anche metodiche superate dalla moderna scienza medica».
Sotto il profilo epidemiologico, l’assistenza sanitaria per i nefropatici in Sicilia
è caratterizzata da 913 pazienti in terapia sostitutiva – quelli prevalenti –
per milione di abitanti, ampiamente superiore al dato nazionale che è di 768
pazienti per milione di abitanti, mentre significativamente variegata risulta la
situazione nelle diverse province: si oscilla dai 734 pazienti per milione di
abitanti nella provincia di Caltanissetta ai 1.029 pazienti per milione di abitanti
nelle province di Palermo e di Messina. Il numero dei nuovi soggetti immessi
in dialisi ogni anno – pazienti incidenti – si stima intorno a 200 per milione
di abitanti contro 147 della media nazionale.
http://giornale.lasicilia.it/giornale/1907/CT1907/IFATTI/MO09/navipdf.html
ANTONIO FIASCONARO
PALERMO. Sarà un’estate incandescente per la Sanità siciliana che, com’è noto, si
avvia ad una «rivoluzione copernicana» in seguito alla riforma voluta dall’assessoreMassimo Russo. Al riguardo non mancano le proteste
e le azioni quasi di forza delle varie categoria del settore. Stavolta a scendere sul
sentiero di guerra è l’Adip (Associazione dialisi privata) che opera nell’Isola con
ben 90 centri dialisi. Martedì prossimo i rappresentanti di
queste 90 struttura sanitarie consegneranno, simbolicamente, le proprie chiavi
all’assessore Russo, così come si legge in una nota ufficiale dell’Adip, dopo la
pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale della Regione Siciliana n. 33 di venerdì
del decreto n. 01130 sulla riorganizzazione dell’assistenza sanitaria ai pazienti
con uremia terminale. «Incredulità, frustrazione, rabbia e
stupore» sono alcune delle reazioni manifestate dall’associazione che ha sede
legale a Catania in una lettera inviata a tutti gli organi competenti – tra cui autorità regionali e provinciali, i direttori
generali e sanitari delle nove Asl dell’Isola delle 17 aziende ospedaliere –
poiché il decreto, secondo l’associazione,
«essendo stato emanato senza la dovuta concertazione con gli operatori del
settore», è di fatto «illegittimo». Emblematica la dichiarazione del presidente
regionale Adip, Orazio Sofia: «I tentativi ripetutamente svolti finora al
fine di ottenere la sospensione del decreto assessoriale in questione e la convocazione di un tavolo tecnico paritetico
e composto da membri provvisti di specifica competenza di confronto si
sono scontrati contro il muro costituito dall’assordante silenzio dell’assessore
Russo. Abbiamo ormai da giorni denunciato come questo provvedimento metta
in serio rischio la salute dei pazienti dializzati (la dialisi privata in Sicilia assi
siste circa il 77 per cento del totale dei soggetti sottoposti), la loro libertà di
scelta, la libertà dei medici nefrologi, la sopravvivenza dei centri di dialisi e i
posti di lavoro di circa 1.000 dipendenti. Ma non abbiamo avuto alcun riscontro
». «Il decreto in questione – conclude – introduce un sistema con il quale a un
numero limitato di strutture pubbliche, in alcuni casi nemmeno dotate dei requisiti previsti per l’accreditamento, verrebbe attribuito – mortificando peraltro il ruolo dei medici nefrologi ed il loro rapporto con i pazienti – il potere di stabilire non solo quali pazienti abbiano diritto alla terapia dialitica, ma addirittura il tipo di terapia da praticare, reintroducendo
anche metodiche superate dalla moderna scienza medica».
Sotto il profilo epidemiologico, l’assistenza sanitaria per i nefropatici in Sicilia
è caratterizzata da 913 pazienti in terapia sostitutiva – quelli prevalenti –
per milione di abitanti, ampiamente superiore al dato nazionale che è di 768
pazienti per milione di abitanti, mentre significativamente variegata risulta la
situazione nelle diverse province: si oscilla dai 734 pazienti per milione di
abitanti nella provincia di Caltanissetta ai 1.029 pazienti per milione di abitanti
nelle province di Palermo e di Messina. Il numero dei nuovi soggetti immessi
in dialisi ogni anno – pazienti incidenti – si stima intorno a 200 per milione
di abitanti contro 147 della media nazionale.
http://giornale.lasicilia.it/giornale/1907/CT1907/IFATTI/MO09/navipdf.html
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