il 118 in sicilia

il 118 in sicilia
In Sicilia il Servizio Urgenza Emergenza Sanitario "S.U.E.S. 118", attivato in maniera sperimentale e provvisoria l' 11 Agosto 1997, è dotato di quattro Centrali Operative interprovinciali presso le provincedi Palermo, Catania, Caltanissetta e Messina. Ogni C.O. è provvista di una rete telefonica sanitaria dedicata solo alla emergenza (118) e indipendente da quella ordinaria, con venti linee dhe afferiscono a cinque posti di operatori; dispone inoltre di una rete privata virtuale dedicata (RPV) che le collega fra loro, con tutti i pronto soccorso e con tutti i reparti dell'area critica degli ospedali dell'Isola (Rianimazioni, Unità coronariche, Neurochirurgie, etc.); ognuna di esse è fornita inoltre di un sistema di registrazione automatico di tutte le telefonate che vi afferiscono. Le Centrali Operative, ciascuna per il proprio bacino, sono raggiungibili dall'utenza componendo il numero telefonico unico e gratuito 1-1-8.

domenica 19 luglio 2009

NOTIZIE LOCALI

Inflitti 95 anni di carcere

Bronte. Pene severe per 14 dei 16 imputati del blitz antimafia «Trash» che hanno chiesto il rito abbreviato

Sono stati tutti condannati con pene esemplari i malviventi di
Bronte, Maletto e Maniace, arrestati dai carabinieri della
Compagnia di Randazzo e della locale stazione il 25 marzo del
2008 durante l’operazione "Trash", che in inglese significa
spazzatura. Allora finirono in manette 16 uomini, a vario titolo,
accusati di associazione mafiosa, traffico di stupefacenti,
detenzione di armi e una serie di estorsioni. Fra questi, spiccava
il nome Francesco Montagno Bozzone considerato il referente
di Cosa nostra a Bronte, presunto affiliato ai "carcagnusi"
di Santo Mazzei.
In 14 sono ricorsi al rito abbreviato, accettando di essere
giudicati celermente sulla base degli elementi di prova raccolti
dal Pubblico ministero durante le indagini. Un procedimento
che ha certamente giovato alla Giustizia in grado di chiudere
il processo in un anno e 4 mesi, ma anche agli imputati,
che hanno potuto godere dei benefici di legge che prevede lo
sconto di pena fino ad un terzo. Nonostante ciò il Gup ha
emesso sentenze pesanti.
Antonio Di Marco, indicato come il reggente della cosca al
posto di Montagno, in carcere per altri motivi, è stato condannato
a 12 anni e 6 mesi di reclusione, oltre a 40mila euro di
sanzione. Eugenio Spitaleri a 9 anni e 8 mesi di carcere. Il boss
Francesco Montagno Bozzone a 10 anni di reclusione, esattamente
il doppio della pena inflitta al figlio Santino, condannato
a 5 anni. La lista continua con Mario Galati Rando con 9
anni di carcere e 3.600 euro di sanzione; Gaetano Spitaleri 5
anni; Giovanni Sansone Galati 7 anni e 10 mesi, più 2400 euro
da pagare; Alfio Camuto 5 anni; Antonino Orefice 5 anni e
4 mesi di carcere, più 900 euro di sanzione; Giuseppe Barbagallo
5 anni e 24 mila euro da pagare; Biagio Batticani 4 anni
e 18 mila euro; Salvatore Meli 5 anni e 6 mesi, più 28 mila euro;
Salvatore Parasiliti Parracello 5 anni e 4 mesi, oltre a 900
euro di multa. E, infine, Toni Galati Rando che dovrà rimanere
in carcere per 5 anni e 10 mesi, oltre a pagare 1600 euro.
Dall’elenco completo degli arrestati nell’operazione "Trash"
mancano soltanto Luciano Musumeci e Biagio Currenti che,
non avendo chiesto di essere giudicati con il rito abbreviato,
sono ancora in attesa di giudizio. Inutile dire che le condanne
sono frutto del lavoro sinergico fra magistratura, carabinieri
e vittime che, per non piegarsi alle vessazioni dei prepotenti,
hanno fatto la cosa migliore rivolgendosi ai carabinieri ed
alla giustizia con quella fiducia che oggi è stata ripagata. I 95
anni di carcere complessivi infitti alla cosca dimostrano che
imprenditori e commercianti hanno fatto bene a "ribellarsi".
Dopo le prime denunce i carabinieri, infatti, hanno raccolto
così tante prove da fornire alla Procura della Repubblica di Catania
i giusti elementi per redigere una tesi accusatoria che gli
avvocati degli imputati non sono riusciti a smontare.
Positive le reazioni a Bronte e fra le istituzioni: «Ringrazio
la magistratura - ha affermato il sindaco Pino Firrarello - e i carabinieri
della Compagnia e della stazione di Bronte. In particolare
mi complimento con il capitano Gaetano Birtolo e con
il maresciallo Roberto Caccamo, in grado di raccogliere prove
ed elementi di colpevolezza tali da consentire alla giustizia
di compiere il proprio ruolo fino in fondo, giudicando e
condannando i colpevoli».
L.S.

I «tentacoli» spezzati dal coraggio

Bronte. La cosca voleva gestire rifiuti e racket, ma ha vinto la denuncia delle vittime
In tanti a Bronte ricordano ancora quella
lunga mattina del 25 marzo 2008, quando
il sereno silenzio dell’alba fu squarciato
dalle sirene delle gazzelle dei carabinieri
che portavano in caserma gli esponenti
della malavita locale. Per mesi, infatti, gli
investigatori avevano raccolto prove su un
clan che intendeva infiltrarsi nelle strutture
della "Aimeri Ambiente", ovvero la società
del nord Italia che al momento effettua
la raccolta dei rifiuti da Bronte fino a Riposto.
L’intento della mala era quello di gestire
l’affare dello smaltimento dei rifiuti, proprio
come fa la camorra in Campania, cominciando
dall’ottenere assunzioni di personale
(soprattutto guardiani), e facendo sì
che i mezzi guasti o danneggiati (dallo stesso
clan) fossero riparati in officine gradite
agli indagati, ed i mezzi per il trasporto dei
rifiuti venissero noleggiati dai cosiddetti
"amici degli amici". Ma non solo: oltre a ciò,
la banda ha gestito il traffico di droga e
tentato di estorcere danaro al titolare di
un centro benessere, che per settimane ha
subito danneggiamenti alle vetrine ed alle
insegne, oltre a telefonate minatorie, ed al
proprietario di un autosalone che si è ritrovato
fra le mani bottiglie incendiarie, messaggi
inquietanti e richieste di denaro fino
all’ultimo tentativo in cui alcuni "picciotti"
hanno imposto all’esercente di vendergli
un’auto di grande valore alla misera cifra di
6000 euro.
Questi ultimi due commercianti, però,
hanno fatto la cosa giusta, decidendo di
denunciare tutto ai carabinieri che hanno
potuto così consolidare e rendere forti le indagini,
svolte senza l’apporto di collaboratori
di giustizia e con l’ausilio di intercettazioni
ambientali. Dopo due mesi l’operazione
"Trash" registrò ulteriori risvolti. A
Maniace i carabinieri scoprirono che alcuni
esponenti già arrestati durante la prima
operazione, più un nuovo esponente della
cosca, avevano tentato di effettuare un’estorsione
nei confronti di una ditta che si
era aggiudicata la costruzione di un edificio
pubblico comunale. In pratica al titolare
dell’impresa a chiare lettere avevano fatto
capire che, se voleva completare i lavori in
pace, non solo doveva assumere gli operai
da loro indicati, senza protestare se questi
non si fossero neanche recati sul posto di
lavoro, ma avrebbero dovuto acquistare i
materiali per finire l’opera nei magazzini
dei loro amici.
http://giornale.lasicilia.it/giornale/1907/CT1907/CP/CP04/navipdf.html

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Newsletter Speciale di ven 29 mag 2009

Il fumo nella storia
Attivo o passivo, il fumo occupa un posto eminente nella storia della medicina. Da dove proviene il vizio del fumo? [...]
Fumo e fumo passivo
Uno studio, pubblicato sulla rivista Neuropsychopharmacology, ha dimostrato che a rimetterci sono sempre i bambini, anche se non sono ancora venuti alla luce. Con il commento del Dott. Paolo Noschese [...]
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Il fumo fa male alla salute ed e' causa di danni che vanno dal problema estetico al tumore: e' scritto anche su ogni pacchetto di sigarette. Con il commento del Prof. Vincenzo Lazzaro [...]
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Rimuovere i graffi dai cd in cinque minuti


Eccovi alcuni metodi casalinghi, mediante i quali dovreste essere in grado di rimuovere i graffi dalla superficie dei cd.Le superfici dei cd o dei dvd sono molto delicate. Infatti, basta una scorretta conservazione, ed ecco che la superficie di esso si striscia. Se avete sperimentato tutto quanto era nelle vostre conoscenze, ma non avete ancora risolto il problema, vi indichiamo altri metodi, mediante cui dovreste essere in grado di rimettere in sesto i vostri cd o dvd. Tuttavia, sia bene chiaro, quelle sotto riportate devono essere intese come "ultime spiagge", ossia soluzioni utilme al problema, cui ricorrere soltanto quando non c'è proprio più niente da fare. Di conseguenza, non ci assumiamo nessuna responsabilità nel caso in cui non riusciste a pervenire al risultato sperato. In sostanza, non vi assicuriamo che i vari metodi proposti possano effettivamente funzionare. Primo metodo – Il dentifricio Cosa vi serve: Un cd da pulire Dentifricio (possibilmente a pasta bianca e non colorata, senza granuli) Acqua di rubinetto Un batuffolo di cotone Un panno morbido Dieci minuti di tempo Sul mercato esistono dei costosissimi kit di riparazione, ma con questo metodo non servono. Prendiamo il supporto da pulire e mettiamoci sopra del dentifricio. Con un batuffolo di cotone leggermente inumidito (o con le mani, se preferite) spalmiamo per bene il dentifricio lungo tutta la superficie del cd, anche se ne è strisciata solo una piccola parte. Lasciamo agire il dentifricio per cinque minuti. Quindi prendiamo il cd e, sotto l’acqua corrente, togliamo con le mani ogni residuo di dentifricio. Quando abbiamo rimosso tutto il dentifricio, asciughiamo il supporto con un panno morbido e, voilà, la superficie ora è ben levigata! Ovviamente, devo ricordarvi che se la superficie presenta graffi profondi, questi potrebbero non venir via, neppure se lasciaste agire il dentifricio per giorni e giorni. Secondo metodo – La banana E' possibile rimuovere i graffi dai cd anche con questo frutto esotico, ma la procedura è un po’ più lunga. Cosa vi serve: Un cd da pulire Un pezzo di banana (con la sua buccia, da utilizzare in seguito) Un panno morbido Acqua di rubinetto Quindici minuti del vostro tempo Prendiamo il supporto da pulire e strofiniamoci sopra la polpa della banana con movimenti circolari. E' necessario strofinare tutta la superficie del cd. Lasciamo agire la polpa sul support per 5 minuti. Ripuliamo la superficie con la parte interna della buccia . Laviamo il supporto con acqua e asciughiamolo con un panno morbido.Anche per quanto riguarda questo metodo, è nostro dovere segnalare che i graffi molto profondi potrebbero non sparire, anche dopo giorni e giorni di duro lavoro.

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