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Via libera della Stato-Regioni alle linee guida su accertamenti e trattamenti obbligatori
Psichiatria, così cambia il Tso
L’obiettivo: rendere omogenee le procedure su tutto il territorio
Con il sì alle linee guida sul trattamento sanitario obbligatorio (Tso), la Conferenza Stato-Regioni ha inteso dar vita, mercoledì scorso, a una maggiore omogeneità delle cure psichiatriche sul territorio nazionale. Il documento, messo a punto dal gruppo di lavoro guidato da Francesco Scotti, psichiatra del Dsm di Perugia, propone un vademecum molto dettagliato (si vedano la tabella di sintesi e Il Sole-24 Ore Sanità n. 3/2009).
L’obiettivo prioritario delle linee guida, articolate in 13 pagine, è dunque «facilitare l’applicazione coerente e omogenea sul territorio nazionale delle procedure Aso e Tso», elencate agli articoli 33, 34 e 35 della legge 833/1978 che ha assorbito la Basaglia.
I tecnici tengono a precisare che «ogni forma di trattamento che prescinda dal consenso viene considerata un’eccezione, di cui restringere la portata, salvaguardando i diritti della persona dalle limitazioni che ne derivano ». Da ciò, continuano gli esperti, emerge una certa complessità delle procedure che regolano le costrizioni per malattia mentale. E «questa complessità è una delle ragioni delle difformità di applicazione sul territorio nazionale tra una Regione e l’altra e, spesso, tra il territorio di un’Asl e l’altro».
Il primo degli otto capitoli affronta il tema, spinoso perché capita di frequente che non ci si attenga alle disposizioni, delle garanzie amministrative e giurisdizionali.
A seguire, le procedure per l’accertamento sanitario obbligatorio, quelle per il Tso in degenza ed extraospedaliero, le indicazioni sulla libertà di scelta da parte del paziente e sul luogo dove attivare il trattamento. Infine, l’elenco delle circostanze in cui le procedure di Aso e Tso non si applicano e, ultime ma non certo in ordine di importanza, le prassi da seguire per i pazienti ancora in età evolutiva.
Indicazioni dalla doppia valenza tecnica e politica: il messaggio che emerge infatti è che basterebbe applicare la legge 180, per difendere il diritto del paziente a ricevere cure dignitose e per ridurre i rischi a cui gli stessi medici vanno incontro a causa della complessità delle norme.
09.05.2009L’obiettivo prioritario delle linee guida, articolate in 13 pagine, è dunque «facilitare l’applicazione coerente e omogenea sul territorio nazionale delle procedure Aso e Tso», elencate agli articoli 33, 34 e 35 della legge 833/1978 che ha assorbito la Basaglia.
I tecnici tengono a precisare che «ogni forma di trattamento che prescinda dal consenso viene considerata un’eccezione, di cui restringere la portata, salvaguardando i diritti della persona dalle limitazioni che ne derivano ». Da ciò, continuano gli esperti, emerge una certa complessità delle procedure che regolano le costrizioni per malattia mentale. E «questa complessità è una delle ragioni delle difformità di applicazione sul territorio nazionale tra una Regione e l’altra e, spesso, tra il territorio di un’Asl e l’altro».
Il primo degli otto capitoli affronta il tema, spinoso perché capita di frequente che non ci si attenga alle disposizioni, delle garanzie amministrative e giurisdizionali.
A seguire, le procedure per l’accertamento sanitario obbligatorio, quelle per il Tso in degenza ed extraospedaliero, le indicazioni sulla libertà di scelta da parte del paziente e sul luogo dove attivare il trattamento. Infine, l’elenco delle circostanze in cui le procedure di Aso e Tso non si applicano e, ultime ma non certo in ordine di importanza, le prassi da seguire per i pazienti ancora in età evolutiva.
Indicazioni dalla doppia valenza tecnica e politica: il messaggio che emerge infatti è che basterebbe applicare la legge 180, per difendere il diritto del paziente a ricevere cure dignitose e per ridurre i rischi a cui gli stessi medici vanno incontro a causa della complessità delle norme.
http://www.medpress.it/rass_stampa/rstampa.php?id=2290
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