notizie da medpress.it

Ricominciamo dal 118 - Il progetto Pd per risparmiare. Riqualificando la sanità - PALERMO. Per l'opposizione di centro sinistra, la condizione per salvare la sanità siciliana è una sola. "E' necessario riformare il sistema, prendere il toro per le corna ed affrontare i nodi strutturali" ha incalzato alla vigilia del dibattito in Aula, il capogruppo all'Ars del Pd Antonello Cracolici. Nel progetto di riqualificazione.della Sanità presentato dal Pd, è prevista, tra l'altro, la riduzione del numero di Ausi da 29 a 18. Nonché la creazione di 6 bacini sanitari, l'istituzione di un Cup (Centro unitario di prenotazione). Ed infine la riforma del 118, a totale gestione pubblica. Intanto, mentre si discute in commissione ed in Aula, sulla Regione siciliana incombe il rischio del commissariamento da Roma. Il "buco" sanitario - come ha dichiarato lo stesso Lombardo - ammonta a 2,5 miliardi. E nel 2007, il deficit è salito di altri 400 milioni rispetto all'anno precedente. Il piano di rientro dal deficit - già proposto dall'ex assessore regionale La Galla ed adottato dall'odierno assessore alla Sanità Russo - prevede, tra l'altro, la chiusura di alcune guardie mediche, il taglio in 3 anni di 2700 posti letto (di cui 2000 negli ospedali pubblici), una sforbiciata al folto numero dei laboratori convenzionati esterni (a quota 1870) e delle case di cura private, la riforma del Suess 118. Solo che dopo un anno di spola con Roma, il piano antideficit rimane ancora una "mina vagante". Si sa, tagliare "carne della propria carne", sarà pure un'operazione dolorosissima, ma al Ministero non sentono ragioni: o presentate un piano antideficit serio, oppure vi mandiamo il commissario. L'ultima occasione dovrebbe essere la data del 10 ottobre. Ma dentro la maggioranza, bisognerà intonare la stessa musica. Giorni fa, alla Commissione sanità dell'Ars, il capogruppo del Pdl Leontini, ha invece impallinato il Ddl della sua stessa maggioranza, che prorogava di un altro anno il "118". Dopo che la Corte dei Conti, aveva rivelato le cifre dello scandalo: costa 260 milioni l'anno il "118" in Sicilia. Un servizio scadente, con una marea di autoambulanze che circolano per lo più senza medici ed infermieri a bordo. Mentre alla Regione Piemonte si spendono solo 90 milioni per un servizio degno di questo nome. "La proroga di 2 o 3 mesi, con delibera di Giunta sarebbe stata sufficiente, mentre un ddl che l'allunga - ha motivato la sua contrarietà Leontini - era improponibile". Anche per il segretario regionale dell'Anaao Rosario Cutrì, il servizio di emergenza va riformato. "Ormai, le autoambulanze girano solo con autista e soccorritore, sono dei taxi che costano ma a chi servono?" Si potrebbero mandare sulle ambulanze, i camici bianchi delle disciolte guardie mediche. Anche se gli anestesisti, che oggi svolgono il doppio lavoro (anche nei reparti ospedalieri) magari storceranno un pò il naso. (FONTE)